L'esame di maturità di Mattia, il diciottenne di Cremona che ha sconfitto il coronavirus
Prima di essere intubato in terapia intensiva scrisse un messaggio alla mamma: "Stai tranquilla, non ti lascio sola".
Mattia Guarneri ha sostenuto l'esame di maturità. La sua storia ha commosso l'Italia nei giorni più bui della pandemia. Ricoverato a Cremona per il Covid, prima di essere intubato in terapia intensiva, aveva scritto alla mamma un messaggio: "Stai tranquilla, non ti lascio sola". Il diciottenne era stato dimesso il 16 aprile scorso, diventando un simbolo della vittoria sulla malattia.
Mattia ha sostenuto l'esame all'Ist Torriani di Cremona. Ha presentato un elaborato di elettrotecnica, illustrando le caratteristiche del motore asincrono e ha parlato della Prima Guerra Mondiale e di Ungaretti, "un poeta in cui mi identifico - dice - perché ha saputo reagire alle disavventure e alle disgrazie della vita senza mai perdere la speranza". Si è poi soffermato sulla sua esperienza in ospedale.
"Potrebbe sembrare strano - ha detto alla Commissione -, ma oggi riesco a vedere i risvolti positivi della malattia. Quello che ho vissuto ha rafforzato i miei valori e mi ha aiutato a riscoprire il significato di cose che avevo sempre dato per scontate. Senza poter essere fisicamente vicino ai miei familiari, in ospedale mi sono affidato agli infermieri, che mi hanno restituito un affetto enorme". Davanti al cancello ad aspettarlo c'erano mamma Ombretta, i nonni, gli amici e il dirigente dell'Ufficio Scolastico Territoriale Fabio Molinari, che aveva fatto il tifo per lui durante tutto il periodo in ospedale.
Appena tornato a casa si era subito rimesso a studiare per poter sostenere l'esame insieme ai suoi compagni di classe. Così si raccontava al Tg3:
Mattia ha sostenuto l'esame all'Ist Torriani di Cremona. Ha presentato un elaborato di elettrotecnica, illustrando le caratteristiche del motore asincrono e ha parlato della Prima Guerra Mondiale e di Ungaretti, "un poeta in cui mi identifico - dice - perché ha saputo reagire alle disavventure e alle disgrazie della vita senza mai perdere la speranza". Si è poi soffermato sulla sua esperienza in ospedale.
"Potrebbe sembrare strano - ha detto alla Commissione -, ma oggi riesco a vedere i risvolti positivi della malattia. Quello che ho vissuto ha rafforzato i miei valori e mi ha aiutato a riscoprire il significato di cose che avevo sempre dato per scontate. Senza poter essere fisicamente vicino ai miei familiari, in ospedale mi sono affidato agli infermieri, che mi hanno restituito un affetto enorme". Davanti al cancello ad aspettarlo c'erano mamma Ombretta, i nonni, gli amici e il dirigente dell'Ufficio Scolastico Territoriale Fabio Molinari, che aveva fatto il tifo per lui durante tutto il periodo in ospedale.
Appena tornato a casa si era subito rimesso a studiare per poter sostenere l'esame insieme ai suoi compagni di classe. Così si raccontava al Tg3: