Belgio: la fabbrica di cioccolato Galler distrutta da un'inondazione
Non è facile immaginare che questi piccoli e luccicanti cioccolatini famosi in tutto il mondo siano stati travolti da fango. Questa è la storia della Galler stabilimento belga tra pandemia e maltempo
Ci sono ancora i sacchetti di sabbia che i dipendenti hanno messo per proteggere la fabbrica. Sacchetti che però non hanno retto all’urto dell’acqua e del fango che si è schiantato sulla fabbrica. Quello che rimane della Galler la fabbrica storica produttrice di cioccolato in Belgio e in tutto il mondo, sono macchinari piegati come fossero di cartapesta, contenitori ammassati davanti a muri che non ci sono più.
Costruito sulle rive del fiume Vesdre, nel comune di Chaudfontaine, fuori dalla città di Liegi, lo stabilimento fornisce cioccolato ai bar di fascia alta di tutto il mondo, fino al Giappone ed è accreditato come fornitore della corte di re Filippo. "E’ ora di fare il punto", spiega Valerie Stefenatto, la 32enne responsabile delle comunicazioni. Il fango ha invaso tutti i locali. “La fabbrica è qui da 1976 e non abbiamo mai visto un'alluvione", racconta Stefenatto, quando i tini che contenevano il cacao che sono scoppiati. Poteva andare peggio, perché le scorte erano state conservate in un deposito più in alto, a nord di Liegi, ma racconta ancora Valerie Stefenatto "abbiamo colleghi che hanno perso tutto", aggiunge con amarezza, mentre si raccolgono le sedie di plastica catapultate fino al parcheggio.
Prima della pandemia la Galler produceva 1.700 tonnellate di cioccolato all'anno e fatturava oltre 30 milioni di euro. Ora si deve capire da dove ripartire, “la priorità – spiega la Stefenatto- è mettere in sicurezza la fabbrica e ripristinare l'elettricità, per vedere se le macchine funzionano ancora”. Ma quanto ci vorrà è presto per dirlo. Forse 2 o 3 mesi , ma nessuno si sbilancia davanti ad un passato da ricostruire e 60 dipendenti preoccupati e da dove ripartire sul mercato. Dopo la pandemia il maltempo ha dato un bel colpo ha questo stabilimento storico lasciando una scia acre di combustibile, acqua stagnante e cioccolato.
Costruito sulle rive del fiume Vesdre, nel comune di Chaudfontaine, fuori dalla città di Liegi, lo stabilimento fornisce cioccolato ai bar di fascia alta di tutto il mondo, fino al Giappone ed è accreditato come fornitore della corte di re Filippo. "E’ ora di fare il punto", spiega Valerie Stefenatto, la 32enne responsabile delle comunicazioni. Il fango ha invaso tutti i locali. “La fabbrica è qui da 1976 e non abbiamo mai visto un'alluvione", racconta Stefenatto, quando i tini che contenevano il cacao che sono scoppiati. Poteva andare peggio, perché le scorte erano state conservate in un deposito più in alto, a nord di Liegi, ma racconta ancora Valerie Stefenatto "abbiamo colleghi che hanno perso tutto", aggiunge con amarezza, mentre si raccolgono le sedie di plastica catapultate fino al parcheggio.
Prima della pandemia la Galler produceva 1.700 tonnellate di cioccolato all'anno e fatturava oltre 30 milioni di euro. Ora si deve capire da dove ripartire, “la priorità – spiega la Stefenatto- è mettere in sicurezza la fabbrica e ripristinare l'elettricità, per vedere se le macchine funzionano ancora”. Ma quanto ci vorrà è presto per dirlo. Forse 2 o 3 mesi , ma nessuno si sbilancia davanti ad un passato da ricostruire e 60 dipendenti preoccupati e da dove ripartire sul mercato. Dopo la pandemia il maltempo ha dato un bel colpo ha questo stabilimento storico lasciando una scia acre di combustibile, acqua stagnante e cioccolato.