Due anni di unioni civili, ecco le cifre: più anziani che giovani, più uomini che donne
La legge Cirinnà fu approvata nel il 5 giugno del 2016, ecco come gli italiani e le italiane si sono avvalse del nuovo diritto
Anche un 93enne ed il suo compagno 87enne del nord che stavano insieme dal 1960 hanno beneficiato della legge sulle Unioni civili, la cosiddetta legge Cirinnà, che oggi compie due anni.In questo lasso di tempo sono state oltre 17 mila le persone delle stesso sesso che si sono presentate davanti ai sindaci italiani per sancire ufficialmente la loro unione.
Secondo i dati calcolati dal ministero degli Interni, aggiornati al 31 dicembre del 2017 sono state 8.506 le coppie gay che si sono unite in matrimonio, di cui 6073 nel solo 2017. Numeri a quali si debbono aggiungere i dati del 2018 non ancora disponibili. Ad usufruire della legge sono state soprattutto coppie di uomini che rappresentano i tre quarti sul numero totale.
La suddivisione demografica
Per lo più si tratta di persone adulte, in molti casi anche molto avanti con gli anni, molto meno i giovani. Spiega la Monica Cirinnà: "C'è stata una corsa delle coppie consolidate, quelle che vivono insieme da anni ad accedere ai doveri e ai diritti del matrimonio". Fra le 6.073 coppie del 2017, sono state 1.514 a sposarsi in Lombardia, 915 nel Lazio , 645 in Emilia Romagna, 599 in Toscana, 597 in Piemonte, 444 nel Veneto, 261 in Campania, 95 in Sardegna. Agli ultimi posti la Calabria con 24 unioni civili celebrate, 6 la Basilicata e 3 il Molise.A guidare la classifica delle città nel 2017 è stata Roma con 845 matrimoni, Milano con 799, mentre fanalino di coda Isernia ed Enna con 1 e Crotone con nessuna unione civile. Non si tratta di una legge che garantisce solo una elite ristretta della popolazione, a dimostrarlo secondo Cirinnà, è che lei stessa ha partecipato a matrimoni che hanno avuto come protagonisti, ad esempio, "una coppia di uomini che raccoglievano arance e donne che lavoravano nella catena di montaggio della Piaggio."
Le polemiche dopo le dichiarazioni di Fontana
Sulla legge che compie oggi due anni di vita sono cadute come macigni le dichiarazioni del neo ministro leghista alla famiglia Lorenzo Fontana, secondo il quale le famiglie arcobaleno "non esistono". "Interpreto le parole del ministro," commenta Cirinnà, "come un annuncio che non riconoscerà ai bambini di queste famiglie, gli stessi diritti e le stesse tutele degli altri bambini italiani, spero di aver capito male. Intanto riconosca cittadinanza piena alle quasi 18 mila persone che in base alla legge delle Unioni Civili sono famiglie a tutti gli effetti."
Dello stesso avviso il presidente nazionale dell'Arcigay Flavio Romani: "L'intervento del ministro Fontana è stato vergogno, sgradevole ed inaccettabile perché la sua prima frase è stata prendersela con dei bambini". Il bilancio di questi due anni secondo Romani è ottimo: "Questa legge ha fatto la felicità di quasi 18 mila persone, prima invisibili e che ora hanno un riconoscimento da parte dello Stato". Sulla consueta disparità tra nord e sud ammette: "I numeri parlano chiaro ma sono sicuro che nel tempo si raggiungerà più omegeità. Rispetto a dieci anni fa nel sud la situazione si è sbloccata ed anche se non ci sono sindaci leghisti o integralismi religiosi forse le persone non si sentono ancora così protette." Questi numeri nel complesso, sempre secondo il presidente di Arcigay "rappresentano un segnale di quanto questa legge fosse attesa. Puo' ancora essere migliorata. Per fortuna si tratta di una legge abbastanza blindata anche grazie alla sentenza 138 del 2010 della Corte Costituzionale."
Il "compleanno" della legge sulle unioni civili cade proprio nel momento in cui al Senato si vara il nuovo governo Lega-Cinquestelle e per l'occasione Monica Cirinnà, senatrice del Pd anche in questa legislatura, si è presentata a Palazzo Madama con una t-shirt rosa delle 'famiglie arcobaleno-associazione genitori omosessuali'. E con quella ha dato il benvenuto nell'emiciclo al ministro Fontana.
Il mio "benvenuto" al ministro Fontana nell'aula del #Senato per ricordargli che tutte le persone e tutte le famiglie hanno diritti, lo dice la nostra #Costituzione @FamArcobaleno @Arcigay pic.twitter.com/bXL7mBi98t
— Monica Cirinnà (@MonicaCirinna) 5 giugno 2018