I 'Soft robot' sono prototipi sviluppati a partire dagli esempi offerti dalla natura, animali e piante, le cui caratteristiche sono alla base della ricerca della biorobotica, disciplina che viene studiata da circa dieci anni e che in Italia ha alcuni centri d'eccellenza.
A Livorno, la Soft Robotics Week si è conclusa con la prima gara mondiale per robot morbidi. Erano 19 gli esemplari in gara, che dovevano cimentarsi in prove di manipolazione e di mobilità. A capo dei team, ricercatori e universitari provenienti da Stati Uniti, Singapore, Arabia Saudita, Corea del Sud, Francia, Gran Bretagna, Belgio e Italia. La gara è stata vinta dai sudcoreani con il loro MadMax, ma l'Italia, che ha partecipato alle gare di manipolazione con Simba, un robot ispirato alle radici delle piante, e alle prove di mobilità con Herob, ha dimostrato nei fatti di essere ai primi posti al mondo nella biorobotica.
Brevetto flessibile
È infatti italiano il primo brevetto al mondo di un robot flessibile, dalla forma che ricorda quella di un serpente: le due strutture "intrecciate" che lo costituiscono gli permettono di allungarsi e curvarsi evitando con precisione ogni ostacolo. Per questo il robot potrà essere utilizzato in medicina, per raggiungere un bersaglio preciso nel corpo umano senza danneggiare nulla, o nello spazio, per riparare satelliti, o ancora in operazioni di ricerca e soccorso in ambienti di difficile accesso. Il robot flessibile è stato brevettato dal gruppo di ricerca guidato da Edoardo Sinibaldi, del Centro di microbiorobotica che ha sede a Pontedera (Pisa), dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, in collaborazione con l’Istituto di biorobotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.