Clima. Dal Tahoe in California al Tuz in Turchia, i laghi che scompaiono
Le immagini di Associated Press raccontano la natura che cambia
L'estate del 2021 è stata la più calda e secca mai registrata nell'ovest degli Stati Uniti. Una situazione che molti scienziati collegano direttamente al riscaldamento globale. South Lake Tahoe è situata a un'altitudine così elevata nelle montagne che la città è normalmente al riparo dagli incendi che ormai ogni anno devastano la California. Questa estate tuttavia le fiamme del Caldor Fire sono arrivate molto vicine costringendo le autorità a evacuare oltre 20.000 persone nella zona. L'aumento delle temperature e la siccità estrema negli Stati Uniti occidentali hanno cambiato il ciclo naturale. La siccità che ha fatto scendere il lago Tahoe al di sotto del suo livello naturale prosciugando il fiume Truckee, un suo emissario, è un evento storicamente ciclico ma che negli ultimi anni si verifica prima e più spesso di quanto non sia mai accaduto. Gli scienziati temono che la crescente frequenza di questi episodi possa diventare la nuova normalità del lago minacciando la sua stessa esistenza. South Lake Tahoe si affaccia - come suggerisce il nome - sul versante meridionale dello splendido specchio d'acqua, un lago di montagna che rappresenta una delle maggiori attrazioni turistiche degli Stati Uniti. 15 milioni di persone, ogni anno, si recano in questo angolo di paradiso per godersi la natura circostante e le sue acque azzurre. Ma anche il lago Tahoe è in pericolo. La siccità estrema, esacerbata dal cambiamento climatico, sta causando il restringimento del lago e minaccia anche il suo caratteristico colore.
Sempre in California è allarme per la situazione del lago Oroville, bacino idrico vitale per il popoloso Stato dell'Ovest. La siccità che ha afflitto questa parte degli Stati Uniti ha fatto precipitare nelle scorse settimane il livello delle sue acque al "minimo storico" del 23% di capacità. Ridotto praticamente a un rivolo come mostrano le immagini, il lago, che si trova nella contea di Butte nel nord dello Stato non lontano da Sacramento, ha raggiunto questa estate il livello minimo dal settembre 1977. Nel recente passato il lago è stato l'epicentro di una serie di disastri ambientali di segno diverso. Nel 2017 le inondazioni danneggiarono la diga di Oroville mettendo a rischio la vita di migliaia di persone. L'anno successivo l'area fu devastata dal Camp Fire, uno degli incendi più distruttivi nella storia della California. Quest'anno le scarse precipitazioni e le temperature più alte della media hanno provocato la secca, evento anche qui ciclico ma quest'anno di proporzioni eccezionali.
Da questa parte del mondo, in Turchia, per secoli, il lago Tuz ha ospitato popolose colonie di fenicotteri che vi migrano per riprodursi nella stagione calda, nutrendosi di alghe nelle acque poco profonde del lago. Quest'estate, tuttavia, una scena straziante si è presentata davanti all'obiettivo del fotografo naturalista Fahri Tunc. Carcasse di fenicotteri e adulti sparsi sul letto del lago crepato e prosciugato. Il lago che si estende per 1.665 chilometri quadrati, il secondo più grande della Turchia, quest'anno si è completamente prosciugato. Secondo gli esperti il Tuz ('lago salato' in turco) è una vittima della siccità estrema indotta dal cambiamento climatico, che ha colpito duramente la regione, insieme a decenni di dannose politiche agricole che hanno esaurito le riserve idriche sotterranee. "C'erano migliaia di fenicotteri. Sono tutti morti perché non c'era acqua", racconta Tunc, che dirige anche la sezione regionale del gruppo ambientalista turco Doga Dernegi. "Era una scena orribile". Il tuz non è un caso isolato. Molti altri laghi in Turchia si sono prosciugati in modo analogo o si sono ritirati a livelli allarmanti, a causa delle scarse precipitazioni e a pratiche di irrigazione insostenibili. Molti scienziati del clima avvertono che l'intero bacino del Mediterraneo è a rischio di grave siccità e desertificazione. Nel lago di Van, il più grande della Turchia, situato nell'est del Paese, la scorsa settimana secondo quanto riferito dalla televisione turca HaberTurk, il livello delle acque era sceso a livelli tanto bassi che le imbarcazioni da pesca non potevano più raggiungere il molo.