Respinte le mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia Bonafede: il Voto dell'Aula
Due mozioni di sfiducia, una promossa dal centrodestra l'altra da +Europa di Emma Bonino: respinte entrambe. Tiene la maggioranza di governo. Il ministro della Giustizia Bonafede resta al suo posto
La Politica italiana si è focalizzata sulle mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dopo le eclatanti scarcerazioni avviate dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) - già segnate con un cambio al vertice dell'Ente e da un decreto finalizzato a rivalutare tali decisioni - e le recenti dichiarazioni del magistrato Nino Di Matteo. La maggioranza ha provato a fare quadrato riuscendo a blindare il ministro.
Matteo Renzi aveva annunciato il suo intervento come "il più difficile della sua esperienza politica", mentre Giorgia Meloni a poche ore dal voto aveva alzato la posta sfidando il leader di Italia Viva: "Noi votiamo alla seconda chiama, vediamo prima se la vota Renzi". Una doppia stretta per il senatore di Firenze che alla vigilia della votazione era stato tirato per la giacchetta dal capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio: "L'esecutivo rischia di brutto, è evidente. Se un partito della maggioranza votasse la sfiducia al ministro della Giustizia e capo delegazione dei 5 Stelle, non sarebbe possibile passarci sopra", aveva dichiarato Delrio collocando strategicamente il dibattito sul governo e non su Bonafede. Intento riuscito.
Matteo Salvini, che aveva appoggiato la mozione del centrodestra con Forza Italia e Fratelli d'Italia, ha scelto di nuovo Twitter per veicolare il suo pensiero: "Un saluto dal Senato, Amici. Dibattito sulla sfiducia al ministro della Giustizia. Rivolte nelle carceri con morti, poliziotti feriti e delinquenti evasi. Più di 500 fra mafiosi, camorristi, assassini e spacciatori usciti di galera in queste settimane. Avvocati in sciopero e tribunali nel caos. E poi carceri pericolose, mancanza di personale e di mezzi, condizioni di lavoro proibitive per donne e uomini della Polizia Penitenziaria. L'Italia ha bisogno di giustizia, non di premi ai boss mafiosi".
Alle 9:30 è iniziato il dibattito a Palazzo Madama. Emma Bonino, firmataria di una delle due mozioni, nel dibattito aveva rivolto un pensiero a Enzo Tortora intestandogli la mozione: "L'eccezione allo Stato di diritto non si può chiamare giustizia". La senatrice ha anche parlato della questione della scarcerazione dei boss: "Tre sono stati gli scarcerati dal 41 bis, malati e ultra 80enni, nella lista dei 300 oltre 120 non hanno mai avuto neanche il primo grado di processo e oltre 200 non hanno mai avuto condanne definite" e rivolgendosi a Bonafede ha spiegato: "Lei paga una tangente ideologica al populismo penale. Anzi, al populismo penitenziario".
Il ministro della Giustizia Bonafede, arrivato al Senato accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e al ministro della Sanità Roberto Speranza, aveva replicato agli interventi promossi nell'ambito Mozioni del centrodestra e di+Europa rispondendo così: "Nel giro di due settimane tutti i condannati o imputati per reati gravi scarcerati per motivi di salute legati al rischio Covid (che non sono 497 bensì 256) tornano davanti al giudice alla luce del mutato quadro sanitario della fase 2. E il Dap assume, per legge, un ruolo che prima la legge non gli attribuiva".
La mozione del centrodestra, la prima sottoposta a votazione, è stata respinta con il voto di 131 senatori favorevoli e 160 contrari. Lo ha annunciato la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, rendendo noto che i senatori presenti in Aula erano 297 (292 hanno espresso la propria preferenza - 131 favorevoli, 160 contrari, 1 astenuto). Anche la seconda votazione è stata respinta con 150 voti contrari, 124 favorevoli e 19 astenuti.