La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso delle celebrazioni per il 25 aprile a Vittorio Veneto. Qui il capo dello Stato ha deposto una corona d'alloro davanti a monumento ai caduti di piazza del Popolo. In precedenza, a Roma, aveva deposto una corona d'alloro al Sacello del Milite ignoto, all'Altare della Patria .Questa data, continua Mattarella, "vede la luce l'Italia che ripudia la guerra e s'impegna attivamente per la pace". Mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deposto una corona davanti al sacrario delle Fosse Ardeatine, in ricordo dell'eccidio del 24 marzo del 1944 in cui furono trucidate 335 persone, tra militari e civili. "Anche se questo è un luogo di dolore, oggi è un giorno di festa, non facciamo polemiche", ha detto il presidente del consiglio Giuseppe Conte, al termine della visita al sacrario delle Fosse Ardeatine. "Non è il giorno delle polemiche" sottolinea appunto il vicepremier Luigi Di Maio a margine della cerimonia per l'anniversario della Liberazione che si è svolta nella sinagoga romana di via Balbo, sede della Brigata ebraica. "E’ una grande festa nazionale che tutti dobbiamo festeggiare - ha continuato- per ricordare due cose: prima di tutto per ricordare da dove veniamo e che cosa è successo in Italia e come siamo stati in grado, come popolo, di liberarci da regimi come quello fascista. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini è andato in Sicilia e da Corleone ha detto: "Avrei potute fare scelte più comode ma un ministro va dove c'è più bisogno. La mafia non vince. Liberare Corleone e l'Italia, perché Corleone, la Sicilia e l'Italia non sono mafia: gli italiani la sconfiggono la mafia".
Donato Bendicenti ne ha parlato con Massimiliano Panarari editorialista La Stampa, Enrico Borghi Partito Democratico e Gianfranco Rufa Lega