Il Torneo di Wimbledon fu aperto alle donne nel 1884. La prima campionessa fu Maud Watson che vinse contro la sorella Lilian. Questa particolare coincidenza si è ripetuta nel 2002 nella finale tra Serena e Venus Williams. Gli anni dal 1900 al 1914 furono invece dominati da Dorothea Chambers che vinse sette volte. La prima campionessa non britannica fu l'americana May Sutton che la incontrò in finale nel 1905.
Il dopoguerra è stato segnato dall'arrivo della francese Suzanne Lenglen, (1919-20-21-22-23-25) soprannominata La Divine, che vinse sei edizioni di Wimbledon diventando rapidamente una delle stelle del tennis femminile mondiale. Helen Wills Moody, chiamata Little Miss Poker Face, detiene ben otto vittorie nel torneo (1927-30, 1932-33, 1935, e 1938). Con l'eccezione della finale persa nel 1924 contro Kitty McKane Godfree, Helen non ha perso una sola partita a Wimbledon.
Billie Jean King è la dominatrice degli anni '60 con sei tornei vinti (1966-67-68-72-73-75) tra cui quello del 1968, data d'inizio dell'era Open del tennis con l'abolizione della distinzione tra dilettanti e professionisti. La sua partita più famosa è la Battaglia dei sessi del 1973, nella quale sconfisse Bobby Riggs, vincitore del singolare a Wimbledon e numero 1 al mondo nel 1941, 1946 e 1947.
Martina Navratilova, la "regina dell'erba", è la tennista che ha vinto più volte il Torneo di Wimbledon, ben 20: 9 successi nel singolo tra il 1978 e il 1990, sette nel doppio e quattro nel doppio misto (di cui l'ultimo nel 2003 a 46 anni). Eccellente giocatrice sia di singolare che di doppio, tra i suoi record detiene quello del maggior numero di match disputati e vinti in singolare e quello del maggior numero di titoli vinti sia in singolare che in doppio. La sua rivale per eccellenza è stata Chris Evert: si sono affrontate 80 volte, di cui 14 in finali Slam. La Navratilova ha vinto 43 di questi incontri. La Evert, tra le prime a usare il rovescio a due mani, ha vinto Wimbledon tre volte (1974-76-81), ma ha il record del maggior numero di finali perse, ben 7. La finale che si è ripetuta più volte le vede entrambe protagoniste: hanno disputato ben 5 partite (1978,1979,1982,1984,1985) tutte vinte dalla Navratilova.
Fu Steffi Graf nel 1988 che la sconfisse - per la prima volta dal 1981 - sull'erba di Londra. La Graf vinse in tutto sette tornei (88-89-91-92-93-95-96). La sua storia sportiva si intreccia con quella della rivale storica Monica Seles, sconfitta a Wimbledon in finale nel 1992. La Seles fu vittima al torneo di Amburgo di un'aggressione da parte di un tifoso morboso della Graf che la pugnalò alla schiena, provocandole una ferita che le procurò effetti psicologici devastanti che ne pregiudicarono il resto della carriera.
Nel 1997 il trofeo di Wimbledon va alla giovanissima Martina Hingis, 17 anni, la più giovane tennista della storia a diventare numero uno del mondo.
Dopo di lei ci sono le sorelle Venus e Serena Williams che con 5 titoli ciascuna sono le protagoniste assolute degli anni Duemila. Si sono incontrate in finale quattro volte: nel 2002, nel 2003, nel 2008 e nel 2009. Nell'edizione del 2006 nessuna delle due è arrivata in finale. Complessivamente hanno vinto 10 piatti d'avorio cedendo solo nel 2004 alla russa Maria Sharapova e nel 2006 alla francese Amélie Mauresmo. Insieme in doppio hanno trionfato nel 2000, 2002, 2008, 2009, 2012. Il 2014 per loro non è stato un anno fortunato. Dopo quattro doppi falli di Serena, si sono ritirate dal doppio. Problemi di salute, forse un virus, dissero. Anche nel singolo, Serena era stata eliminata al terzo turno, la sua più precoce eliminazione degli ultimi 9 anni, a Wimbledon, vinto da Petra Kvitova, che aveva sollevato il trofeo anche nel 2011 e che è al numero due della classifica Wta, dietro a Serena. Ma il 2014 è stato l'anno di Sara Errani e Roberta Vinci, che si sono aggiudicate la finale del doppio battendo per 6-1 6-3 la coppia composta da Kristina Mladenovic e Timea Babos con una partita durata 56 minuti nei quali hanno largamente dominato le avversarie. Sono le prime: nessun italiano aveva mai vinto sull'erba di Londra.