L'inferno di Duma, attacchi aerei e nuovo esodo di civili e ribelli
L'offensiva dell'esercito di Bashar al-Assad, alle porte di Damasco, sta costringendo alla ritirata i ribelli. Da Duma, i miliziani si sono spostati ad Harasta, località distante cinque chilometri, da dove sono stati organizzati diversi autobus che trasportano combattenti e civili verso la provincia di Idlib nel nord ovest della Siria. Il trasferimento dei combattenti rientra in un accordo sostenuto anche dalla Russia
Un altro gruppo ribelle siriano Faylaq al-Rahman, che controlla la zona sud di Ghouta orientale, ha annunciato il cessate il fuoco dalla mezzanotte per permettere l'avvio dei negoziati sostenuti da Russia e Nazioni Unite.
Una decisione che arriva dopo i raid notturni su Duma e i bombardamenti su un mercato ortofrutticolo ad Harem (nei dintorni di Aleppo).
Oltre ai civili, lasciano i territori in guerra anche i miliziani che dalla Ghouta orientale, teatro dello scontro con il governo centrale dallo scorso 18 febbraio, hanno raggiunto la provincia di Idlib, nel nord ovest del paese.
Il ritiro dall'enclave ribelle - che potrebbe durare diversi giorni - è stato reso possibile da un accordo fra il regime e i gruppi armati che controllano le zone di Harasta, località situata a cinque chilometri da Duma, che sta fungendo da 'area cuscinetto'.
Il territorio è controllato da una sacca di miliziani che, in base alle garanzie russe, hanno organizzanto un cordone umanitario per permettere a civili, e membri del gruppo di Ahrar al-Sham, un'altra fazione in guerra con il governo siriano, accopagnati dalle loro famiglie, di raggiungere attraverso degli autobus la città di Idlib.
Secondo le stime, il trasferimento riguarda circa 1800 persone. Di questo dà conferma anche il ministero della difesa russo, secondo cui un accordo sull'evacuazione dei miliziani dal sobborgo di Damasco, Harasta, era stato raggiunto precedentemente dal centro russo per la riconciliazione delle parti belligeranti, un organo del ministero della difesa russo, e i leader del gruppo Ahrar al-Sham.
Attualmente, l'area della Ghouta orientale è controllata dall'80% dalle truppe governative di Bashar al Assad e nonostante due sacche di resistenza delle milizie rimaste, il territorio, alle porte di Damasco, sta per tornare sotto il controllo delle forze governative.
L'offensiva inarrestabile e devastante dell'esercito siriano, oltre ad un mese di bombardamenti aerei e combattimenti a terra, ha reso l'intera regione un cumulo di macerie. Soltanto negli ultimi raid aerei sono morti 19 civili (16 dei quali nel distretto di Zamalka, mentre le altre vittime sarebbero di Ain Tarma).
I bombardamenti nella città di Harem
È salito a 34 morti, tra i quali 17 bambini, il bilancio del raid aereo che ha colpito il mercato ortofrutticolo di Harem, località situata nella provincia di Idlib, nel nord ovest della Siria. Lo hanno riferito gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo vicino all'opposizione con sede nel Regno Unito. Secondo le loro fonti, il bombardamento sarebbe stato eseguito da aerei "probabilmente russi". Harem, che si trova poco distante dal confine con la Turchia, è in mano al gruppo Hayat Tahrir al-Sham, ritenuto legato ad al-Qaeda.
Una decisione che arriva dopo i raid notturni su Duma e i bombardamenti su un mercato ortofrutticolo ad Harem (nei dintorni di Aleppo).
Oltre ai civili, lasciano i territori in guerra anche i miliziani che dalla Ghouta orientale, teatro dello scontro con il governo centrale dallo scorso 18 febbraio, hanno raggiunto la provincia di Idlib, nel nord ovest del paese.
Il ritiro dall'enclave ribelle - che potrebbe durare diversi giorni - è stato reso possibile da un accordo fra il regime e i gruppi armati che controllano le zone di Harasta, località situata a cinque chilometri da Duma, che sta fungendo da 'area cuscinetto'.
Il territorio è controllato da una sacca di miliziani che, in base alle garanzie russe, hanno organizzanto un cordone umanitario per permettere a civili, e membri del gruppo di Ahrar al-Sham, un'altra fazione in guerra con il governo siriano, accopagnati dalle loro famiglie, di raggiungere attraverso degli autobus la città di Idlib.
Secondo le stime, il trasferimento riguarda circa 1800 persone. Di questo dà conferma anche il ministero della difesa russo, secondo cui un accordo sull'evacuazione dei miliziani dal sobborgo di Damasco, Harasta, era stato raggiunto precedentemente dal centro russo per la riconciliazione delle parti belligeranti, un organo del ministero della difesa russo, e i leader del gruppo Ahrar al-Sham.
Attualmente, l'area della Ghouta orientale è controllata dall'80% dalle truppe governative di Bashar al Assad e nonostante due sacche di resistenza delle milizie rimaste, il territorio, alle porte di Damasco, sta per tornare sotto il controllo delle forze governative.
L'offensiva inarrestabile e devastante dell'esercito siriano, oltre ad un mese di bombardamenti aerei e combattimenti a terra, ha reso l'intera regione un cumulo di macerie. Soltanto negli ultimi raid aerei sono morti 19 civili (16 dei quali nel distretto di Zamalka, mentre le altre vittime sarebbero di Ain Tarma).
I bombardamenti nella città di Harem
È salito a 34 morti, tra i quali 17 bambini, il bilancio del raid aereo che ha colpito il mercato ortofrutticolo di Harem, località situata nella provincia di Idlib, nel nord ovest della Siria. Lo hanno riferito gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo vicino all'opposizione con sede nel Regno Unito. Secondo le loro fonti, il bombardamento sarebbe stato eseguito da aerei "probabilmente russi". Harem, che si trova poco distante dal confine con la Turchia, è in mano al gruppo Hayat Tahrir al-Sham, ritenuto legato ad al-Qaeda.