Due presidenti? Trump e Biden commemorano - separatamente - la Giornata del Veterano
Il tycoon non molla, aleggia lo spettro di una crisi costituzionale. Le immagini del Veteran Day sembrano mostrare agli Usa e al mondo l'inedito scenario della coesistenza di due presidenti
Lo spettro di una crisi costituzionale si aggira negli Stati Uniti, con Donald Trump deciso a proseguire la battaglia legale sul voto, rifiutando di ammettere la sconfitta, bloccando il processo di transizione e impedendo tra l'altro l'accesso di Joe Biden ai briefing dell'intelligence, ai danni della sicurezza nazionale.
Il timore è stato confermato in occasione del Veteran Day, quando le tv americane hanno trasmesso sullo schermo da un lato Donald Trump che insieme a Melania deponeva una corona di fiori alla tomba del milite ignoto al cimitero di Arlington, e Joe Biden con Jill che contemporaneamente compiva lo stesso gesto davanti al monumento ai caduti a Philadelphia. Immagini che rilanciano anche il differente approccio alla pandemia: l'ex vicepresidente e la moglie con la mascherina, Trump e Melania senza. E che sembrano mostrare agli Usa e al mondo lo scenario inedito di due presidenti allo stesso tempo.
Se per l'occasione Trump è rimasto in silenzio, Biden ha lanciato un messaggio polemico: "Sarò un commander in chief che rispetta il vostro sacrificio, capisce il vostro servizio e non tradirà mai i valori per cui combattete così coraggiosamente. Non tratterò mai voi e le vostre famiglie con nient'altro che l'onore che meritate", ha detto criticando in modo indiretto l'inquilino della Casa Bianca, il quale aveva chiamato "perdenti" e "idioti" i soldati americani sconfitti in una battaglia della Prima guerra mondiale.
Trump è tutto concentrato sui ricorsi elettorali, anche se persino i suoi consiglieri più combattivi avrebbero ammesso in privato che la vittoria di Biden è più una questione di 'quando' che di 'se'. La sua narrazione di elezioni fraudolente è stata smentita dai dirigenti elettorali degli Stati americani di entrambi i partiti contattati dal New York Times all'indomani del voto: a loro avviso, non ci sono prove che frodi o altre irregolarità abbiano giocato un ruolo nell'esito delle presidenziali.
Per restare alla Casa Bianca Trump dovrebbe vincere, oltre che in Arizona (già assegnata al suo rivale da Ap e Fox), in North Carolina (dove è in lieve vantaggio) e in Georgia (dove insegue), oltre che ribaltare i risultati in uno o più Stati già nella colonna di Biden. Si prevedono riconteggi in alcuni di questi Stati, come quello manuale ordinato oggi in Georgia, ma sembra altamente improbabile che il presidente riesca a fare un poker o che la Corte suprema gli dia ragione su tutto.
Trump continua però a blindarsi alla Casa Banca e le epurazioni degli ultimi giorni, a partire da quella del segretario alla Difesa Esper, insieme al blocco della transizione dei poteri, rischiano di minare la sicurezza nazionale.
Biden però tira diritto e con il suo transition team sta mettendo a punto una squadra di governo che sembra scommettere sulle donne e sulla diversità, mentre i dem riconquistano la maggioranza alla Camera, anche se più risicata. Ora la vera sfida sarà al Senato, con i due ballottaggi di gennaio in Georgia che, in caso di vittoria, consentirebbero ai dem di pareggiare i seggi (50 a 50) e di avere il voto decisivo grazie alla vicepresidente Kamala Harris. In questo scenario Biden avrebbe la strada spianata per la sua agenda, altrimenti dovrà trattare con i repubblicani per governare.
Il timore è stato confermato in occasione del Veteran Day, quando le tv americane hanno trasmesso sullo schermo da un lato Donald Trump che insieme a Melania deponeva una corona di fiori alla tomba del milite ignoto al cimitero di Arlington, e Joe Biden con Jill che contemporaneamente compiva lo stesso gesto davanti al monumento ai caduti a Philadelphia. Immagini che rilanciano anche il differente approccio alla pandemia: l'ex vicepresidente e la moglie con la mascherina, Trump e Melania senza. E che sembrano mostrare agli Usa e al mondo lo scenario inedito di due presidenti allo stesso tempo.
Se per l'occasione Trump è rimasto in silenzio, Biden ha lanciato un messaggio polemico: "Sarò un commander in chief che rispetta il vostro sacrificio, capisce il vostro servizio e non tradirà mai i valori per cui combattete così coraggiosamente. Non tratterò mai voi e le vostre famiglie con nient'altro che l'onore che meritate", ha detto criticando in modo indiretto l'inquilino della Casa Bianca, il quale aveva chiamato "perdenti" e "idioti" i soldati americani sconfitti in una battaglia della Prima guerra mondiale.
Trump è tutto concentrato sui ricorsi elettorali, anche se persino i suoi consiglieri più combattivi avrebbero ammesso in privato che la vittoria di Biden è più una questione di 'quando' che di 'se'. La sua narrazione di elezioni fraudolente è stata smentita dai dirigenti elettorali degli Stati americani di entrambi i partiti contattati dal New York Times all'indomani del voto: a loro avviso, non ci sono prove che frodi o altre irregolarità abbiano giocato un ruolo nell'esito delle presidenziali.
Per restare alla Casa Bianca Trump dovrebbe vincere, oltre che in Arizona (già assegnata al suo rivale da Ap e Fox), in North Carolina (dove è in lieve vantaggio) e in Georgia (dove insegue), oltre che ribaltare i risultati in uno o più Stati già nella colonna di Biden. Si prevedono riconteggi in alcuni di questi Stati, come quello manuale ordinato oggi in Georgia, ma sembra altamente improbabile che il presidente riesca a fare un poker o che la Corte suprema gli dia ragione su tutto.
Trump continua però a blindarsi alla Casa Banca e le epurazioni degli ultimi giorni, a partire da quella del segretario alla Difesa Esper, insieme al blocco della transizione dei poteri, rischiano di minare la sicurezza nazionale.
Biden però tira diritto e con il suo transition team sta mettendo a punto una squadra di governo che sembra scommettere sulle donne e sulla diversità, mentre i dem riconquistano la maggioranza alla Camera, anche se più risicata. Ora la vera sfida sarà al Senato, con i due ballottaggi di gennaio in Georgia che, in caso di vittoria, consentirebbero ai dem di pareggiare i seggi (50 a 50) e di avere il voto decisivo grazie alla vicepresidente Kamala Harris. In questo scenario Biden avrebbe la strada spianata per la sua agenda, altrimenti dovrà trattare con i repubblicani per governare.