Un giornalista arrestato al Cairo nel 2011: Mai scorderò quel che facevano in cella anche ai bambini
Andrea De Giorgio è un giornalista free lance. All'epoca dello scoppio delle Primavere arabe si trovava in Egitto per documentare quel che stava accadendo. Fu arrestato tra il novembre e il dicembre del 2011, mentre piazza Tahrir era scossa da violente proteste. In quel periodo si tennero le elezioni che portarono al potere Morsi. De Giorgio fu arrestato insieme ad altri due colleghi italiani e a una giornalista palestinese. Non si stavano occupando delle proteste, ma stavano lavorando a una storia di dissidenti siriani ospitati al Cairo. "Fummo accusati prima di aver bruciato delle palme lungo il Nilo, poi di terrorismo e spionaggio internazionale. Tenuti 3 giorni e tre notti in un carcere tristemente famoso per i dissidenti politici, che qui venivano torturati e seviziati- racconta a Rainews- fortunatamente noi fummo arrestati come giornalisti occidentali. Riuscimmo a parlare con i nostri avvocati solo grazie all'intervento dell'Ambasciata italiana. Facemmo appena in tempo a chiamare, perché un attimo dopo ci sequestrarono i telefonini. A noi non hanno torto un capello...ma quello che è successo a Giulio Regeni mi ha riportato alla mente dei fantasmi, ricordi che mi accompagneranno per tutta la vita: quello che facevano ai carcerati ancora in attesa di giudizio. Ricordo di un bambino di 10 anni seviziato e torturato prima dai compagni di cella e poi dalle guardie carcerarie con una brutalità che spero di non vedere mai più".