Regno Unito verso il voto: il dibattito May-Corbyn in 9 punti
Niente faccia a faccia. L'evento principale della campagna elettorale britannica (si vota l'8 giugno) si è svolto in differita negli studi di Sky News. Al centro del confronto: Brexit, terrorismo e politiche sociali
A dieci giorni dal voto anticipato, il confronto TV tra il premier conservatore Theresa May e il leader dei Labour Jeremy Corbyn è stato fino a ora il più grande evento della campagna elettorale.
1 Sembra un dibattito ma non lo è
Dato che Theresa May ha rifiutato un faccia a faccia, Sky News ha scelto l'opzione più simile: due interviste separate e consecutive. Meno di un'ora ciascuno, tempi massimi di risposta.
2 Il terzo uomo: Jeremy Paxman
Volto di Newsnight - il famosissimo talkshow politico di BBC - dal 1989 al 2014, Paxman è noto per le domande precise ed incalzante, per lo stile diretto e per il timore che incute nei suoi intervistati. Due anni fa ha ammutolito un imbarazzatissimo Berlusconi: gli aveva chiesto se avesse davvero chiamato Angela Merkel "culona".
3 A ciascuno la sua Brexit
Tema centrale, posizioni opposte. La posizione di Theresa May è chiara - "meglio nessun accordo che un cattivo accordo" - mentre Jeremy Corbyn sostiene che "non si debba lasciare l'UE senza un accordo".
4 Terrorismo
In una campagna elettorale insanguinata dalla tragedia di Manchester,Theresa May si è presentata (come sempre) come il difensore dell'ordine e della sicurezza. Ma Corbyn l'ha attaccata proprio su quello, sui "devastanti tagli alle forze dell'ordine". Lui stesso però è finito all'angolo per essere stato, in passato, sostenitore di esponenti dell'OLP considerati terroristi.
5 Dementia (tax) sì, dementia no
Sul fronte delle politiche sociali Jeremy Corbyn propone maggiori fondi per il sistema sanitario nazionale e cancellazione delle tasse universitari. Promette barricate se verranno aboliti i sussidi per il riscaldamento. Theresa May, le cui promesse sul welfare vengono accolte con risate sarcastiche, paga la cosiddetta dementia tax, di fatto una tassa sulla casa per gli anziani che ricevono cure domiciliari. Poteva essere la sua tomba, come la poll tax costata la poltrona a Margareth Thatcher, ma l'ha ritirata in tempo.
6 La domanda più difficile
Paxman ha attaccato Theresa May sui suoi dietrofront: i benefici assistenziali per i pensionati, la tassazione sul lavoro autonomo, la Brexit (era per il remain) sostenendo che, a Bruxelles, i negoziatori la giudicheranno debole e indecisa. Due i punti colpiti del fianco di Corbyn: le sue posizioni repubblicane ("Non abolirò la monarchia - ha risposto - ho anche fatto una bella chiacchierata con la regina") e i suoi rapporti con l'IRA e con Hamas ("volevo portarli al tavolo negoziale", la sua replica).
7 Un bel sei politico
Il giudizio finale è neutro. Facendo una media delle opinioni dei media britannici, Theresa May ha avuto ragione ad evitare il faccia a faccia ed è andata meno peggio di quanto si credesse. Corbyn è risultato più efficace, tra battute e risposte pragmatiche alle domande incalzanti dal "lato sinistro". Per un'opinione decisamente non politically correct le GIF dicono molto sulla strategia di Theresa May. Qui ce n'è una, il Guardian ne ha raccolte molte qui.
1 Sembra un dibattito ma non lo è
Dato che Theresa May ha rifiutato un faccia a faccia, Sky News ha scelto l'opzione più simile: due interviste separate e consecutive. Meno di un'ora ciascuno, tempi massimi di risposta.
2 Il terzo uomo: Jeremy Paxman
Volto di Newsnight - il famosissimo talkshow politico di BBC - dal 1989 al 2014, Paxman è noto per le domande precise ed incalzante, per lo stile diretto e per il timore che incute nei suoi intervistati. Due anni fa ha ammutolito un imbarazzatissimo Berlusconi: gli aveva chiesto se avesse davvero chiamato Angela Merkel "culona".
3 A ciascuno la sua Brexit
Tema centrale, posizioni opposte. La posizione di Theresa May è chiara - "meglio nessun accordo che un cattivo accordo" - mentre Jeremy Corbyn sostiene che "non si debba lasciare l'UE senza un accordo".
4 Terrorismo
In una campagna elettorale insanguinata dalla tragedia di Manchester,Theresa May si è presentata (come sempre) come il difensore dell'ordine e della sicurezza. Ma Corbyn l'ha attaccata proprio su quello, sui "devastanti tagli alle forze dell'ordine". Lui stesso però è finito all'angolo per essere stato, in passato, sostenitore di esponenti dell'OLP considerati terroristi.
5 Dementia (tax) sì, dementia no
Sul fronte delle politiche sociali Jeremy Corbyn propone maggiori fondi per il sistema sanitario nazionale e cancellazione delle tasse universitari. Promette barricate se verranno aboliti i sussidi per il riscaldamento. Theresa May, le cui promesse sul welfare vengono accolte con risate sarcastiche, paga la cosiddetta dementia tax, di fatto una tassa sulla casa per gli anziani che ricevono cure domiciliari. Poteva essere la sua tomba, come la poll tax costata la poltrona a Margareth Thatcher, ma l'ha ritirata in tempo.
6 La domanda più difficile
Paxman ha attaccato Theresa May sui suoi dietrofront: i benefici assistenziali per i pensionati, la tassazione sul lavoro autonomo, la Brexit (era per il remain) sostenendo che, a Bruxelles, i negoziatori la giudicheranno debole e indecisa. Due i punti colpiti del fianco di Corbyn: le sue posizioni repubblicane ("Non abolirò la monarchia - ha risposto - ho anche fatto una bella chiacchierata con la regina") e i suoi rapporti con l'IRA e con Hamas ("volevo portarli al tavolo negoziale", la sua replica).
7 Un bel sei politico
Il giudizio finale è neutro. Facendo una media delle opinioni dei media britannici, Theresa May ha avuto ragione ad evitare il faccia a faccia ed è andata meno peggio di quanto si credesse. Corbyn è risultato più efficace, tra battute e risposte pragmatiche alle domande incalzanti dal "lato sinistro". Per un'opinione decisamente non politically correct le GIF dicono molto sulla strategia di Theresa May. Qui ce n'è una, il Guardian ne ha raccolte molte qui.
How Theresa May expected it to go vs how it actually went.#TheresaMayGIFs pic.twitter.com/uRukcKnhe6
— Stuart Brown (@StuartLeeBrown) 29 maggio 2017
8 I numeri: come i Tories hanno bruciato il tesoretto
Resta da capire come il dibattito in differita influenzerà le intenzioni di voto. L'ultimo sondaggio disponibile (pubblicato domencia dal Sunday Telegraph) mostrava i laburisti al 38% e i conservatori al 44% - in poco tempo, ciooè, hanno dilapidato quello che in Italia chiameremmo consenso bulgaro.
9 The Battle for Number 10
Questo era il titolo del dibattito ospitato da Sky News e questo è l'obiettivo ultimo dei due leader. L'8 giugno la risposta.