Nella "giungla" di Calais incendi e sassi contro i pompieri
Ci sono i "duri", forse un migliaio, che non vogliono lasciare il campo
Diversi incendi sono scoppiati nella notte nella "giungla" di Calais, dove è ripresa l'evacuazione e lo smantellamento di tende e baracche del campo per migranti nel porto francese sulla Manica. Le fiamme hanno interessato la zona dei negozi all'entrata del campo, almeno due bombole di gas sono esplose. Sono stati domati dai pompieri, che però sono stati presi a sassate dai migranti e hanno dovuto operare sotto la protezione delle forze dell'ordine
Dopo due giorni dall'inizio delle operazioni di sgombero, sono usciti già in 4.000, un risultato insperato. Ma adesso viene il difficile. Oltre al ricollocamento nei centri di accoglienza su tutto il territorio francese, ci sono i "duri", forse un migliaio, che ancora non accennano a lasciare il campo. Un nocciolo duro che non uscirà volontariamente dalla bidonville, un gruppo che si raduna nell'unico punto rimasto aperto nel campo in smantellamento, il "Kabul café", dove Abdul, il proprietario, ha detto in un'intervista che se ne andrà "soltanto quando arriverà la polizia". E' al "Kabul" il centro nevralgico della "resistenza" e l'impressione è che nella prospettiva dello sgombero, il peggio debba ancora venire.
Dopo due giorni dall'inizio delle operazioni di sgombero, sono usciti già in 4.000, un risultato insperato. Ma adesso viene il difficile. Oltre al ricollocamento nei centri di accoglienza su tutto il territorio francese, ci sono i "duri", forse un migliaio, che ancora non accennano a lasciare il campo. Un nocciolo duro che non uscirà volontariamente dalla bidonville, un gruppo che si raduna nell'unico punto rimasto aperto nel campo in smantellamento, il "Kabul café", dove Abdul, il proprietario, ha detto in un'intervista che se ne andrà "soltanto quando arriverà la polizia". E' al "Kabul" il centro nevralgico della "resistenza" e l'impressione è che nella prospettiva dello sgombero, il peggio debba ancora venire.