Incendio alla cattedrale di Nantes, rilasciato il sacrestano
Gli investigatori seguono l'ipotesi del corto circuito. Rilasciato e scagionato il sacrestano ruandese inizialmente fermato
È stato scagionato da ogni sospetto e liberato uno dei custodi della cattedrale di Nantes, di cui si conosce solo il nome: Emmanuel, ruandese di 38 anni rifugiato in Francia da alcuni anni, che era stato fermato ieri dopo l'interrogatorio nel quale aveva fornito spiegazioni che non avevano convinto gli inquirenti.
Dell sua estraneità ai fatti si era subito detto certo il parroco della cattedrale, padre Hubert Champenois, che aveva difeso così il ruandese: "lo conosco da 4 o 5 anni. Fiducia? Ne ho pienamente in lui come negli altri sei collaboratori che sono con noi. C'è andato di mezzo lui perché era lui a dover chiudere la cattedrale".
Il procuratore della repubblica, Pierre Senne's, ha rivelato che gli inquirenti seguono anche la pista del corto circuito. La pista della causa accidentale, spiega il procuratore, è avvalorata nonostante "fra il grande organo" andato completamente distrutto e "gli altri due inneschi" ci sia lo spazio di "due terzi della cattedrale". Si ignora se le tre origini delle fiamme siano state concomitanti o successive, ma erano certamente tutte vicine a centraline elettriche o contatori. Uno di questi contatori è al centro dell'attenzione dei tecnici, fortemente sospettato di aver provocato un corto circuito che si è poi trasmesso a catena alle altre due centraline.
Dell sua estraneità ai fatti si era subito detto certo il parroco della cattedrale, padre Hubert Champenois, che aveva difeso così il ruandese: "lo conosco da 4 o 5 anni. Fiducia? Ne ho pienamente in lui come negli altri sei collaboratori che sono con noi. C'è andato di mezzo lui perché era lui a dover chiudere la cattedrale".
Il procuratore della repubblica, Pierre Senne's, ha rivelato che gli inquirenti seguono anche la pista del corto circuito. La pista della causa accidentale, spiega il procuratore, è avvalorata nonostante "fra il grande organo" andato completamente distrutto e "gli altri due inneschi" ci sia lo spazio di "due terzi della cattedrale". Si ignora se le tre origini delle fiamme siano state concomitanti o successive, ma erano certamente tutte vicine a centraline elettriche o contatori. Uno di questi contatori è al centro dell'attenzione dei tecnici, fortemente sospettato di aver provocato un corto circuito che si è poi trasmesso a catena alle altre due centraline.