Hong Kong, le foto del Politecnico occupato. L'assedio della polizia e la veglia dei genitori
Il Senato Usa approva una legge a sostegno del rispetto dei diritti umani e della democrazia a Hong Kong. La Cina non ci sta
Vetri rotti, materassini colorati allineati nella palestra come giacigli improvvisati, distributori automatici rovesciati sul pavimento, involucri colorati di merendine, un tappeto di spazzatura nella mensa, graffiti sui muri. Si presenta così l'interno del Politecnico di Hong Kong, nella penisola di Kowloon, che, da domenica, è il principale teatro di scontro nell'ex colonia britannica, in preda a proteste ed episodi di violenza dall'inizio della mobilitazione, nel giugno scorso.
Sono almeno una cinquantina i manifestanti per la democrazia che si trovano ancora trincerati all'interno del campus per il quarto giorno consecutivo, mentre la polizia continua a mantenere le proprie postazioni attorno all'università.
A centinaia hanno lasciato il Politecnico dopo la resa chiesta dalla leader dell'esecutivo Carrie Lam, che aveva promesso di lasciare andare i minorenni coinvolti. Gli adulti invece rischiano l'accusa di "partecipazione a una rivolta", un reato punibile a Hong Kong con 10 anni di carcere. Qualcuno è riuscito a scappare calandosi con una fune fino alla strada, altri sono fuggiti dai tunnel che collegano le aule con l'esterno. Altri hanno fatto ricorso alle cure dei paramedici e sono stati accompagnati in ospedale. Ma ancora un pugno di manifestanti è barricato nella struttura, mentre, fuori, genitori e insegnanti, altri studenti e gente comune espone cartelli e agita i cellulari a mo' di torcia in segno di solidarietà per i ragazzi e di clemenza per la polizia.
Finora i manifestanti hanno risposto ai tentativi di farli uscire dall'università con il lancio di bottiglie Molotov e mattoni, frecce e fionde per lanciare bottiglie incendiarie. La polizia ha avvertito che avrebbe utilizzato munizioni vere se fosse stata attaccata con armi letali, dopo che un agente è rimasto ferito da una freccia. Secondo il South China Morning Post per le strade della città si sono già visti mitra e fucili semi-automatici, tiratori scelti e di gruppi di élite. Anche se si esclude che venga dato agli agenti l'ordine di sparare per uccidere, i funzionari di polizia sentiti dal quotidiano di Hong Kong ricordano che gli agenti hanno a loro disposizione una varietà di armi, di cui finora si è vista solo una parte.
Dall'inizio delle proteste anti-governative, cominciate a giugno scorso, la polizia ha usato per 11.100 volte i gas lacrimogeni e per 6.200 volte i proiettili di gomma, e ha utilizzato per 1.400 volte altre armi non letali anti-sommossa. In totale, sono stati sparati 19 colpi di pistola, tre dei quali hanno colpito altrettanti manifestanti.
Cina contro Usa
Se l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha invitato le autorità a trovare "una soluzione pacifica", il Senato degli Stati Uniti, da parte sua, ha adottato un testo a sostegno dei "diritti umani e della democrazia" a Hong Kong contro Pechino, minacciando di sospendere lo speciale status economico concesso da Washington al territorio semi-autonomo. Il testo approvato dal Senato sarà inviato alla Camera dei Rappresentanti, che ha già approvato una sua iniziativa in tal senso: i due rami del Congresso dovranno lavorare d'intesa e comporre le differenze prima che la norma sia sottoposta alla firma del presidente Donald Trump.
La Cina ha attaccato duramente l'atto, chiamato "Hong Kong Human Rights and Democracy Act". Il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang ha chiarito in una nota che Pechino "condanna con forza e si oppone con determinazione" alla mossa Usa che è "una interferenza negli affari interni della Cina". "Chiediamo alla parte Usa di dare uno sguardo chiaro alla situazione e di prendere misure che evitino che il provvedimento diventi legge", ha detto. Se gli Usa terranno il passo, "la Cina prenderà di sicuro forti misure per opporsi risolutamente al fine di tutelare sovranità, sicurezza e sviluppo nazionali". Secondo Geng, la questione "non riguarda i diritti umani e la democrazia", ma si tratta "di fermare la violenza e far tornare l'ordine", visto che è a rischio il modello 'un Paese, due sistemi' che regola i rapporti tra Hong Kong e Pechino dal 1997, dal passaggio dei territori dalla Gran Bretagna alla Cina.
Il Senato ha anche approvato il 'Protect Hong Kong Act', che impedisce la vendita e l'export a Hong Kong di strumenti di controllo della folla e di difesa.
Sono almeno una cinquantina i manifestanti per la democrazia che si trovano ancora trincerati all'interno del campus per il quarto giorno consecutivo, mentre la polizia continua a mantenere le proprie postazioni attorno all'università.
A centinaia hanno lasciato il Politecnico dopo la resa chiesta dalla leader dell'esecutivo Carrie Lam, che aveva promesso di lasciare andare i minorenni coinvolti. Gli adulti invece rischiano l'accusa di "partecipazione a una rivolta", un reato punibile a Hong Kong con 10 anni di carcere. Qualcuno è riuscito a scappare calandosi con una fune fino alla strada, altri sono fuggiti dai tunnel che collegano le aule con l'esterno. Altri hanno fatto ricorso alle cure dei paramedici e sono stati accompagnati in ospedale. Ma ancora un pugno di manifestanti è barricato nella struttura, mentre, fuori, genitori e insegnanti, altri studenti e gente comune espone cartelli e agita i cellulari a mo' di torcia in segno di solidarietà per i ragazzi e di clemenza per la polizia.
Finora i manifestanti hanno risposto ai tentativi di farli uscire dall'università con il lancio di bottiglie Molotov e mattoni, frecce e fionde per lanciare bottiglie incendiarie. La polizia ha avvertito che avrebbe utilizzato munizioni vere se fosse stata attaccata con armi letali, dopo che un agente è rimasto ferito da una freccia. Secondo il South China Morning Post per le strade della città si sono già visti mitra e fucili semi-automatici, tiratori scelti e di gruppi di élite. Anche se si esclude che venga dato agli agenti l'ordine di sparare per uccidere, i funzionari di polizia sentiti dal quotidiano di Hong Kong ricordano che gli agenti hanno a loro disposizione una varietà di armi, di cui finora si è vista solo una parte.
Dall'inizio delle proteste anti-governative, cominciate a giugno scorso, la polizia ha usato per 11.100 volte i gas lacrimogeni e per 6.200 volte i proiettili di gomma, e ha utilizzato per 1.400 volte altre armi non letali anti-sommossa. In totale, sono stati sparati 19 colpi di pistola, tre dei quali hanno colpito altrettanti manifestanti.
Cina contro Usa
Se l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha invitato le autorità a trovare "una soluzione pacifica", il Senato degli Stati Uniti, da parte sua, ha adottato un testo a sostegno dei "diritti umani e della democrazia" a Hong Kong contro Pechino, minacciando di sospendere lo speciale status economico concesso da Washington al territorio semi-autonomo. Il testo approvato dal Senato sarà inviato alla Camera dei Rappresentanti, che ha già approvato una sua iniziativa in tal senso: i due rami del Congresso dovranno lavorare d'intesa e comporre le differenze prima che la norma sia sottoposta alla firma del presidente Donald Trump.
La Cina ha attaccato duramente l'atto, chiamato "Hong Kong Human Rights and Democracy Act". Il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang ha chiarito in una nota che Pechino "condanna con forza e si oppone con determinazione" alla mossa Usa che è "una interferenza negli affari interni della Cina". "Chiediamo alla parte Usa di dare uno sguardo chiaro alla situazione e di prendere misure che evitino che il provvedimento diventi legge", ha detto. Se gli Usa terranno il passo, "la Cina prenderà di sicuro forti misure per opporsi risolutamente al fine di tutelare sovranità, sicurezza e sviluppo nazionali". Secondo Geng, la questione "non riguarda i diritti umani e la democrazia", ma si tratta "di fermare la violenza e far tornare l'ordine", visto che è a rischio il modello 'un Paese, due sistemi' che regola i rapporti tra Hong Kong e Pechino dal 1997, dal passaggio dei territori dalla Gran Bretagna alla Cina.
Il Senato ha anche approvato il 'Protect Hong Kong Act', che impedisce la vendita e l'export a Hong Kong di strumenti di controllo della folla e di difesa.