70 visa per il presidente: stagionali stranieri per il resort esclusivo di Trump in Florida
Dalle statistiche emerge che agli americani non interessa "essere primi" in questo genere di lavori
Il governo federale Usa ha dato il via libera a 70 contratti temporanei per lavoratori stranieri tra addetti alle pulizie, camerieri e cuochi per il resort di lusso Mar-a-Lago a Palm Beach di proprietà del presidente Donald Trump.
L'assunzione di personale straniero per il suo club esclusivo in Florida fu oggetto di aspra polemica durante la campagna presidenziale del 2016 condotta da Trump sotto l'egida dello slogan "America First" e in particolare della primazia che doveva essere assicurata ai cittadini americani nel mercato del lavoro. L'allora candidato repubblicano non risparmiò bordate contre le aziende americane che spostavano il lavoro all'estero o che ingaggiavano immigrati anche illegali. "Hire americans" (assumere americani) è stata una delle parole d'ordine che ha portato Trump alla Casa Bianca.
Quella che si apre a novembre con la festa nazionale del Thanksgiving e prosegue fino a Pasqua è l'alta stagione dove maggiori sono le richieste di soggiorno da parte dei 500 membri del club ciascuno dei quali paga una retta di 14mila dollari all'anno per usufruire dei servizi di una struttura composta da 58 camere, 33 bagni, una sala da ballo di quasi 2mila metri quadrati, campi da tennis e cricket e fornita anche di tre rifugi antiaereo. Ogni nuovo affiliato deve depositare una tantum 200mila dollari. Queste cifre danno diritto soltanto ad accedere alla proprietà, ad esse vanno aggiunte le tariffe per il pernottamento e le cene.
Con l'approvazione del ministero del Lavoro, Mar-a-Lago potrà assumere 35 camerieri, 20 cuochi e 15 addetti alle pulizie stranieri. La paga oraria dei camerieri è di 11,88 dollari all'ora escluse le mance, quella dei cuochi è di 13,34 , quella degli addetti alla pulizia è di 10,33. Si tratta di salari più o meno in media con le statistiche nazionali.
Mar-a-Lago, che l'anno scorso ha dato lavoro in questo modo a 64 immigrati, non è l'unico resort della zona ad aver usufruito di questo genere di permessi per l'assunzione stagionale di stranieri. Secondo una analisi del Palm Beach Post sono 2159 i lavoratori stagionali per mansioni a basso livello di specializzazione assunti nella zona per questo inverno con un significativo aumento rispetto a quelli dell'anno scorso che erano stati 1844. Si tratta di un programma nazionale che prevede un limite di 66mila contratti all'anno a livello federale.
Durante la campagna presidenziale alle critiche Trump rispondeva che non si trova personale americano disposto ad occupare quelle posizioni di lavoro considerate troppo umili. Una interpretazione che trova il sostegno di Peter Ricci, direttore del programma di ospitalità e turismo dell'Università Atlantica della Florida, sentito dall'ABC: la maggior parte delle persone che accetta questi impieghi sono studenti dall'Europa e dal Sud Africa mentre gli studenti americani preferiscono indirizzarsi verso tirocinii per posizioni di tipo manageriale e snobbano questi lavori: "Più la struttura è di alto livello e più è difficile trovare mano d'opera americana."
Nella contea che ospita il club di Trump il tasso di dispoccupazione è del 3,6%, ben al di sotto della media nazionale Usa, 4,1%. Fino a pochi anni fa tuttavia, nel pieno della crisi, le cose stavano diversamente: nell'agosto del 2010 la disoccupazione nella zona era dell'11,6% e da allora, e per buona parte della presidenza Obama, è stata costantemente in discesa.