Food delivery, anche Uber si lancia nel mercato delle consegne via app
Cresce il mercato degli acquisti di cibo online e di conseguenza la necessità di consegne. Nell'ultimo anno hanno aperto in Italia 13 diverse piattaforme per il delivery: adesso scende in campo anche Uber Eats. Di Celia Guimaraes
Non solo Foodora, Just Eat e Deliveroo. Ora nel settore del delivery via app è entrata Uber, che si serve della propria piattaforma tecnologica per il noleggio auto (dalla app alla geolocalizzazione alla logistica) e si affaccia a Milano (prima città in Italia, 44/ma nel mondo) con il trasporto on demand di cibo, in bicicletta. Lo fa con un 'business model' diversificato: il rapporto diretto è tra ristoratori e chi fa le consegne, come spiega nell'intervista il country manager Carlo Tursi.
Il Food&Grocery, settore del commercio online dei cibi pronti e prodotti enogastronomici, in Italia vale 575 milioni di euro e nel 2016 è cresciuto del 30% rispetto al 2015, rivelano i più recenti dati dell'Osservatorio sull'e-commerce del Politecnico di Milano. Il buon andamento del settore è riconducibile sia agli acquisti di prodotti di largo consumo dai supermercati online (ad esempio Carrefour, Esselunga e Tigros) e dalle grandi Dot Com (ad esempio Amazon), sia ai prodotti enogastronomici dai produttori, dai retailer specializzati (ad esempio Eataly Net), dai siti delle vendite private e dai marketplace (eBay).
Vanno molto bene gli acquisti di vino dalle enoteche online e dai siti delle vendite private specializzate (ad esempio Svinando e Tannico) e quelli di cibo pronto dagli aggregatori (Deliveroo e Just Eat).
C'è particolare attenzione sulla velocità e sulla flessibilità di consegna e in meno di due anni 13 startup del settore sono sbarcate in Italia, compreso il nuovo ingresso di Uber Eats. Un arrivo sulla scia di Amazon Prime Now, attivo a Milano da novembre 2015, Eataly Today, a Milano dal luglio scorso e Deliveroo.
Il Food&Grocery, settore del commercio online dei cibi pronti e prodotti enogastronomici, in Italia vale 575 milioni di euro e nel 2016 è cresciuto del 30% rispetto al 2015, rivelano i più recenti dati dell'Osservatorio sull'e-commerce del Politecnico di Milano. Il buon andamento del settore è riconducibile sia agli acquisti di prodotti di largo consumo dai supermercati online (ad esempio Carrefour, Esselunga e Tigros) e dalle grandi Dot Com (ad esempio Amazon), sia ai prodotti enogastronomici dai produttori, dai retailer specializzati (ad esempio Eataly Net), dai siti delle vendite private e dai marketplace (eBay).
Vanno molto bene gli acquisti di vino dalle enoteche online e dai siti delle vendite private specializzate (ad esempio Svinando e Tannico) e quelli di cibo pronto dagli aggregatori (Deliveroo e Just Eat).
C'è particolare attenzione sulla velocità e sulla flessibilità di consegna e in meno di due anni 13 startup del settore sono sbarcate in Italia, compreso il nuovo ingresso di Uber Eats. Un arrivo sulla scia di Amazon Prime Now, attivo a Milano da novembre 2015, Eataly Today, a Milano dal luglio scorso e Deliveroo.