Quasi raddoppiato in dieci anni il consumo di pasta nel mondo: +66,6%. L'Italia è leader
In dieci anni il consumo di pasta nel mondo è cresciuto del 66,6% a circa 15 milioni di tonnellate/anno da quasi 9 milioni. E l'Italia si conferma, anche per il 2018, leader mondiale con 3,4 milioni di tonnellate di pasta prodotte, davanti a Usa, Turchia, Brasile e Russia
In vista del World Pasta Day 2019 (25 ottobre) e di "Al Dente", la manifestazione che coinvolgerà i migliori chef italiani e internazionali dal 18 al 25 ottobre, sono stati rivelati alcuni dati interessanti del settore pastario. Negli ultimi dieci anni il consumo di pasta nel mondo è cresciuto del 66,6%, passando da quasi 9 milioni a 15 milioni di tonnellate annue. L'Italia è leader mondiale anche nel 2018 con 3,4 milioni di tonnellate di pasta prodotte, davanti a Usa, Turchia, Brasile e Russia.
Più della metà della produzione italiana finisce all'estero e i Paesi che non possono fare a meno delle nostre prelibatezze sono Germania, Regno Unito, Francia, Usa e Giappone. I mercati più strategici da dove arrivano le performance più importanti nel 2019 sono: Arabia Saudita (+90%), Emirati Arabi Uniti (+25%), Cina (+22%) e Australia (+16%).
I numeri della produzione pastaia italiana coinvolgono 120 imprese, 7500 addetti, per un valore generato pari a 4,8 miliardi di euro. I prodotti realizzati nel Bel paese si distinguono per innovazione e qualità. Lo testimonia il reinvestimento di una parte dei guadagni. In media il 10% del fatturato è impiegato per rendere più moderni, sicuri e sostenibili gli impianti e intercettare tendenze e cambiamenti di stile di vita e alimentazione.
Il futuro della pasta? "Nulla da temere, è il vero piatto tipico italiano che fa parte della Dieta Mediterranea"
In Italia la pasta è solida tradizione, il nostro rapporto con spaghetti e maccheroni non mostra segni di cedimento. 9 italiani su 10 (88%) mangiano pasta regolarmente e 1 su 3 (36%) la porta in tavola tutti i giorni, nel segno di un approccio curioso verso le novità del mercato - il 10% degli italiani cambia pasta e passa a sperimentare quella integrale, il gluten free, al farro, a kamut, con farine di legumi. Se la pasta "gialla" continua a vincere alla prova del gusto e della preparazione (quest'ultima rappresenta il 90% del mercato).
Tuttavia, sebbene la pasta resti per gli italiani imprescindibile sulle loro tavole ci sono segnali di un progressivo allontanamento della popolazione dalla Dieta Mediterranea. Solo il 41% della popolazione del Nord Italia mangia secondo questo modello, appena il 16,8% nel Centro Nord e il 42,1% nel Sud del Paese secondo il periodico European Journal of Public Health.
Più della metà della produzione italiana finisce all'estero e i Paesi che non possono fare a meno delle nostre prelibatezze sono Germania, Regno Unito, Francia, Usa e Giappone. I mercati più strategici da dove arrivano le performance più importanti nel 2019 sono: Arabia Saudita (+90%), Emirati Arabi Uniti (+25%), Cina (+22%) e Australia (+16%).
I numeri della produzione pastaia italiana coinvolgono 120 imprese, 7500 addetti, per un valore generato pari a 4,8 miliardi di euro. I prodotti realizzati nel Bel paese si distinguono per innovazione e qualità. Lo testimonia il reinvestimento di una parte dei guadagni. In media il 10% del fatturato è impiegato per rendere più moderni, sicuri e sostenibili gli impianti e intercettare tendenze e cambiamenti di stile di vita e alimentazione.
Il futuro della pasta? "Nulla da temere, è il vero piatto tipico italiano che fa parte della Dieta Mediterranea"
In Italia la pasta è solida tradizione, il nostro rapporto con spaghetti e maccheroni non mostra segni di cedimento. 9 italiani su 10 (88%) mangiano pasta regolarmente e 1 su 3 (36%) la porta in tavola tutti i giorni, nel segno di un approccio curioso verso le novità del mercato - il 10% degli italiani cambia pasta e passa a sperimentare quella integrale, il gluten free, al farro, a kamut, con farine di legumi. Se la pasta "gialla" continua a vincere alla prova del gusto e della preparazione (quest'ultima rappresenta il 90% del mercato).
Tuttavia, sebbene la pasta resti per gli italiani imprescindibile sulle loro tavole ci sono segnali di un progressivo allontanamento della popolazione dalla Dieta Mediterranea. Solo il 41% della popolazione del Nord Italia mangia secondo questo modello, appena il 16,8% nel Centro Nord e il 42,1% nel Sud del Paese secondo il periodico European Journal of Public Health.