Chiude la Zastava, la 'Trabant jugoslava'
Fine di un'era
Alla fine degli anni ottanta, prima dell'inizio della violenta dissoluzione della Federazione jugoslava, la storica fabbrica di automobili aveva raggiunto l'apice del successo e contava oltre tredicimila dipendenti, oggi l'epilogo: la Zastava chiude per bancarotta.
Il marchio Zastava aveva per la Jugoslavia di Tito un significato analogo a quello che per la Germania Est rappresentava la Trabant: l'orgoglio nazionale, la forza del modello industriale, la tecnologia e lo sviluppo sociale. Modelli come la "Yugo 45" o la "Ficko", assemblate nell'impianto di Kragujevac (oggi la quarta città della Serbia), hanno segnato un'epoca per generazioni di jugoslavi.
Ora questa storia si interrompe e non tanto per un problema di mercato e di scarsa competitivita' dei modelli (pur ben lontani almeno dal punto di vista estetico dai canoni apprezzati nel resto d'Europa) ma, come riporta Il Piccolo di Trieste, per una sentenza pronunciata dal Tribunale di Kragujevac. La Zastava Avtomobili era schiacciata da 330 milioni di euro di debiti rispetto a un valore aziendale di 5,25.
Il declino è stato inarrestabile dal 2008 quando il governo serbo e la Fiat trovarono l'accordo per una joint venture che trasferiva all'Avtomobili Serbija macchinari e stabilimenti della vecchia Zastava. Del resto lo storico marchio fin dal 1953 produceva su licenza vari modelli della Casa torinese.
Modello autoctono fu la "Yugo 45" - famigerata per la sua proverbiale bruttezza - della quale furono fabbricati 4,3 milioni di esemplari, esportati anche in 76 Paesi. La parabola della Zastava era iniziata nel 1853 come fabbrica di armi e proprio a distanza di un secolo nel 1953 era arrivata la conversione a industria automobilistica.
Le Zastava erano familiari ai triestini che le vedevano arrivare e ripartire in fretta cariche di prodotti occidentali da rivendere a prezzi maggiorati oltre cortina.