Spallanzani assume ricercatrice Francesca Colavita: da precaria contribuì a isolare il coronavirus
Una bella pagina d'Italia: l'Istituto Spallanzani ha ricevuto il nulla osta per l'assunzione di Francesca Colavita, richiesta sostenuta dalla lodevole attività professionale in collaborazione con le colleghe Capobianchi e Castilletti. Il team di lavoro ha isolato il coronavirus"
Non tutti i mali vengono per nuocere, il temuto coronavirus ha portato paradossalmente stabilità nella carriera lavorativa di Francesca Colavita, la ricercatrice dello Spallanzani che, insieme alle colleghe Maria Rosaria Capobianchi e Concetta Castilletti, ha contribuito a isolare il virus denominato poi COVID-19. Una bella pagina per l'Italia che vede una ricercatrice precaria premiata per sua professionalità e impegno riconosciuto in patria e all'estero.
L'Istituto nazionale per le malattie infettive ha chiesto all'Azienda sanitaria regionale del Molise, ottenendo il nulla osta, di poter attingere alla graduatoria dei vincitori e idonei al concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di un posto di dirigente Biologo della disciplina di Microbiologia e Virologia che vede la giovane ricercatrice, originaria di Campobasso, collocata al 17/o posto.
Nella richiesta dell'Istituto Spallanzani di poter procedere all'assunzione si legge: "in considerazione della vocazione per la ricerca piuttosto che per l'assistenza, nonché per la lodevole attività professionale che ha assicurato nell'ambito dell'emergenza sanitaria attuale di rilevanza nazionale e internazionale".
L'Istituto nazionale per le malattie infettive ha chiesto all'Azienda sanitaria regionale del Molise, ottenendo il nulla osta, di poter attingere alla graduatoria dei vincitori e idonei al concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di un posto di dirigente Biologo della disciplina di Microbiologia e Virologia che vede la giovane ricercatrice, originaria di Campobasso, collocata al 17/o posto.
Nella richiesta dell'Istituto Spallanzani di poter procedere all'assunzione si legge: "in considerazione della vocazione per la ricerca piuttosto che per l'assistenza, nonché per la lodevole attività professionale che ha assicurato nell'ambito dell'emergenza sanitaria attuale di rilevanza nazionale e internazionale".