Affacciati alla finestra e recita... la Divina Commedia. Il flashmob dell'Accademia della Crusca
Il 25 marzo è il Dantedì e anche il compleanno dell'istituzione fiorentina, la cui prima riunione si tenne 435 anni fa. Nel 2021 cadranno i 700 anni della morte di Dante Alighieri, padre della lingua italiana
L'Accademia della Crusca, inaugurata proprio il 25 marzo di 435 anni fa (anche se la prima adunanza risale al 1583), ha invitato tutti a celebrare il Sommo Poeta su Facebook scattandosi una foto (per esempio un selfie con la propria edizione di un'opera dantesca), capace di raccontare il proprio rapporto con il poeta; su Twitter, spiegandolo nelle poche righe di un tweet, oppure su Instagram, realizzando un piccolo intervento video o una "storia". Tutte le testimonianze saranno raccolte e conservate in Rete.
L'Accademia della Crusca, insieme ad altre istituzioni come la Società Dante Alighieri, la Società Dantesca, l'Associazione degli Italianisti e la Società italiana per lo studio del pensiero medievale, è stata tra le prime a sostenere l'iniziativa del Dantedì. Nei mesi scorsi per il 25 marzo erano state pensate molte occasioni di incontro reale che avrebbero coinvolto le istituzioni, le università e le scuole, in Italia e non solo. Tuttavia, secondo le disposizioni governative emanate in relazione all'emergenza Covid-19, per quest'anno il 25 marzo sarà una giornata che pressoché tutta Italia trascorrerà all'interno della propria casa. E il progetto, malgrado tutto, non si è fermato e ora traslocherà sulla Rete e sui social.
Inoltre più di cinquanta tra accademici, studiosi, collaboratori della Crusca, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo hanno accolto l'invito dell'Accademia a registrare un breve intervento video di circa 2 minuti. Tutti gli interventi sono disponibili in rete dal 25 marzo e rimarranno poi consultabili in un'apposita raccolta del canale YouTube della Crusca e in collegamento sul sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Questa raccolta è arricchita da due partecipazioni straordinarie: quella di Monica Guerritore, che per l'occasione ha regalato un suo video, registrato durante una sua memorabile lettura dantesca in Accademia del 2015, e quella di Virginio Gazzolo, che spesso ha collaborato alle manifestazioni dantesche promosse dalla Crusca, in particolare a quelle del festival Dante 2021 che annualmente si svolge a Ravenna sotto la direzione scientifica dell'Accademia.
Il flashmob
E ancora, come anticipato da Francesco Sabatini a "Uno Mattina" del 22 marzo, l’Accademia della Crusca promuove una forma nuova di flashmob, sempre mercoledì 25 marzo alle 18, e invita tutti gli italiani ad affacciarsi alla finestra per leggere l’incipit della Divina Commedia.
L'intervista
Il critico letterario Giulio Ferroni ha scritto il volume "L'Italia di Dante. Viaggio nel Paese della commedia". Una lettura appassionante, per far viaggiare almeno la mente in questo difficile momento. Lo ha intervistato Fabio Cappelli.
L'Accademia della Crusca
I primordi dell'Accademia della Crusca risalgono al decennio 1570-1580 e alle riunioni di un gruppo di amici che si dettero il nome di "brigata dei crusconi", che volevano differenziarsi dalle pedanterie dell'Accademia fiorentina, alle quali contrapponevano le cruscate, cioè discorsi giocosi e conversazioni di poca importanza.
Già dai primissimi anni di attività non erano comunque assenti intenzioni letterarie, con dispute e letture di un certo impegno culturale. Vengono tradizionalmente indicati come i fondatori della Crusca Giovan Battista Deti, il Sollo; Anton Francesco Grazzini, il Lasca; Bernardo Canigiani, il Gramolato; Bernardo Zanchini, il Macerato; Bastiano de’ Rossi, l’Inferigno, cui si aggiunse nell’ottobre 1582 Lionardo Salviati, l’Infarinato, che dette la spinta decisiva verso la trasformazione degli intenti dell’Accademia e indicò il ruolo normativo che da quel momento in poi avrebbe assunto.
Lo stesso Salviati dette nuovo significato al nome di Crusca, fissando l’uso della simbologia relativa alla farina e attribuendo all’Accademia lo scopo di separare il fior di farina (la buona lingua) dalla crusca, secondo il modello di lingua già promulgato dal Bembo (1525) e ripresi poi dallo stesso Salviati che prevedeva il primato del volgare fiorentino, modellato sugli autori del Trecento.
Nel 1590 fu scelto come simbolo dell’Accademia il frullone, lo strumento che si adoperava per separare il fior di farina dalla crusca, e come motto il verso del Petrarca “il più bel fior ne coglie”. Si stabilì anche che tutti gli oggetti e la mobilia dell’Accademia dovessero avere nomi attinenti al grano, alla crusca, al pane, compresi gli stemmi personali degli accademici, pale di legno in cui era dipinta un’immagine simbolica accompagnata dal nome accademico e dal motto scelto.
Vi proponiamo per approfondire l'argomento questo servizio di Monica Carovani sulla storia e le attività dell'Accademia della Crusca, con le interviste a Nicoletta Maraschio, presidente onoraria dell'Accademia; Paola Manni, accademica; Marco Biffi, responsabile del sito e dei progetti multimediali; Matilde Paoli e Stefania Iannizzotto, componenti della redazione della consulenza linguistica.