Muore Hugh Masekela, leggenda del jazz sudafricano e attivista Anti-Apartheid
Nel 2008, Masekela aveva annunciato un tumore alla prostata e la rinuncia a parte dei suoi impegni professionali. Poi, un problema agli occhi lo portò a perdere l'equilibro in Marocco e cadere slogandosi una spalla. Successivamente, la scoperta di un secondo tumore
78 anni, si è spento a Johannesburg dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro il cancro alla prostata e una carriera straordinaria mista di jazz e attivismo anti-apartheid: tributi alla sua musica salutano Hugh Masekela, leggenda del jazz sudafricano, "morto pacificamente" riporta il comunicato diffuso dalla sua famiglia.
Spesso definito "padre del jazz sudafricano", Masekela è stato trombettista, cantante e compositore. Bra Hugh, come amavano chiamarlo affettuosamente, ha iniziato a suonare il corno a 14 anni e divenne rapidamente parte integrante della scena jazz a Johannesburg. Erano gli anni '50 quando entrò a far parte della The Jazz Epistles.
Negli anni '60 va in esilio prima nel Regno Unito e successivamente negli Stati Uniti, dove collabora con la leggenda del jazz americano Harry Belafonte. La sua musica diventa un mezzo per diffondere la consapevolezza sul sistema oppressivo delle regole imposte dalle minoranze bianche in Sudafrica. I suoi successi internazionali sono Grazing In The Grass e Soweto Blues. Le collaborazioni si susseguono con molti musicisti tra cui Paul Simon e Herb Alpert.
Un brano celebre e accattivante è sicuramente Bring Him Back Home, una chiara richiesta di scarcerzione di Nelson Mandela. Il brano diventa un inno per il movimento anti-apartheid.
Anche la vita privata influisce sulle composizioni. Il matrimonio con la cantante e attivista sudafricana Miriam Makeba lo porta a trattare sempre e comunque temi che riguardano i diritti democratici in Sudafrica. Masekela è oramai un'icona dell'Anti-Apartheid Movement (AAM) e nel 2010 viene ingaggiato al concerto di apertura della Coppa del Mondo di calcio a Johannesburg.
L'ultimo saluto
Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha ringraziato Masekela: "ha tenuto in vita la fiaccola della libertà. È una perdita incommensurabile per l'industria musicale e per il paese in generale. Il suo contributo alla lotta per la liberazione non sarà mai dimenticata", ha sottolineato il presidente. Il ministro delle arti e della cultura Nathi Mthethwa ha twittato: "È caduto un albero di baobab".
Spesso definito "padre del jazz sudafricano", Masekela è stato trombettista, cantante e compositore. Bra Hugh, come amavano chiamarlo affettuosamente, ha iniziato a suonare il corno a 14 anni e divenne rapidamente parte integrante della scena jazz a Johannesburg. Erano gli anni '50 quando entrò a far parte della The Jazz Epistles.
Negli anni '60 va in esilio prima nel Regno Unito e successivamente negli Stati Uniti, dove collabora con la leggenda del jazz americano Harry Belafonte. La sua musica diventa un mezzo per diffondere la consapevolezza sul sistema oppressivo delle regole imposte dalle minoranze bianche in Sudafrica. I suoi successi internazionali sono Grazing In The Grass e Soweto Blues. Le collaborazioni si susseguono con molti musicisti tra cui Paul Simon e Herb Alpert.
Un brano celebre e accattivante è sicuramente Bring Him Back Home, una chiara richiesta di scarcerzione di Nelson Mandela. Il brano diventa un inno per il movimento anti-apartheid.
Anche la vita privata influisce sulle composizioni. Il matrimonio con la cantante e attivista sudafricana Miriam Makeba lo porta a trattare sempre e comunque temi che riguardano i diritti democratici in Sudafrica. Masekela è oramai un'icona dell'Anti-Apartheid Movement (AAM) e nel 2010 viene ingaggiato al concerto di apertura della Coppa del Mondo di calcio a Johannesburg.
L'ultimo saluto
Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha ringraziato Masekela: "ha tenuto in vita la fiaccola della libertà. È una perdita incommensurabile per l'industria musicale e per il paese in generale. Il suo contributo alla lotta per la liberazione non sarà mai dimenticata", ha sottolineato il presidente. Il ministro delle arti e della cultura Nathi Mthethwa ha twittato: "È caduto un albero di baobab".
A baobab tree has fallen, the nation has lost a one of a kind musician with the passing of Jazz legend bra Hugh Masekela. We can safely say bra Hugh was one of the great architects of Afro-Jazz and he uplifted the soul of our nation through his timeless music. #RIPBraHughMasekela pic.twitter.com/JVy47GA6aU
— Min. Nathi Mthethwa (@NathiMthethwaSA) 23 gennaio 2018