Le vittime della strage della scuola in Florida, ecco le loro storie
Quando Nikolas Cruz ha aperto il fuoco con il suo fucile semiautomatico alla Stoneman Douglas High School ha portato via la vita di adolescenti e degli insegnanti che hanno cercato di proteggerli. Ecco le storie delle diciassette vite spezzate nella strage.
Il coach: "No, non sono petardi..."
Aaron Feis, 37 anni era allenatore in seconda e addetto alla sicurezza, è morto mentre cercava di riparare gli studenti dalle pallottole. Si era diplomato in questa stessa scuola e viveva non lontano, a Coral Springs con la moglie e una figlia. Feis, che aveva giocato a football nel team della scuola da giovane aveva poi dedicato la vita alla squadra come coach. Secondo quanto riportato dal Sun Sentinel, è stato lui a rispondere alla prima chiamata di allarme, Willis May, l'allenatore della squadra di football, intervistato ha raccontato di averlo sentito rispondere: "No, non sono petardi... Sono state le ultime parole che ho sentito da lui."
"Buon San Valentino Guac"
Joaquin Oliver aveva 17 ma siccome molti non riuscivano a pronunciare bene il suo nome era stato soprannominato "Guac", abbreviazione di Guacamole.Tyra Hemans, una compagna di classe racconta di averlo incontrato insieme alla sua ragazza. "Buon San Valentino! Ci siamo detti.. e ricordo di aver pensato: come sono così carini insieme. Lui era un tipo, uno capace di tingersi i capelli biondo platino e dipingersi delle strisce da tigre e venire a scuola. Era unico."
"Chris c'era per tutti
Chris Hixon, 49 anni sposato e padre di due figli. La sua morte nella strage di Parkland è stata confermata dall'Arcidiocesi di Miami. Lui che lavorava alla scuola come direttore atletico era infatti una cattolico osservante. La collega Dianne Sanzari ricorda la sua disponibilità: "Se c'era bisogno di una sostituzione lui c'era sempre per tutti." Anche se c'era bisogno di qualcuno esperto in sicurezza che perlustrasse il campus lui era pronto a farlo e pare che proprio in questo modo sia finito nel raggio d'azione del killer.
"Ci hanno portato via un angelo"
Il Palm Beach Post ha raccontato la triste storia dei genitori di Meadow Pollack. Più volte hanno provato a chiamarla al telefono senza ottenere risposta. Poi, giovedi, alla fine di una angosciosa attesa fuori dall'ospedale il padre Andrew ha saputo che la figlia diciottenne, in procinto di diplomarsi con l'intenzione di andare alla Lynn University. Un amico su Facebook ha scritto: "Ci hanno portato via un angelo, non ci sono parole ma solo preghiere e tristezza."
"Vivete per Alyssah"
Si chiamava Alhadeff e aveva 14 anni ma per gli amici e i compagni del club calcistico dilettantistico che frequentava era Alyssah. In un messaggio della famiglia riportato sulla bacheca Facebook del club si legge: "Agli amici di Alyssah, onoratela facendo qualcosa di favoloso nella vostra vita, non mollate mai e aspirate a qualcosa di grande. Vivete per Alyssah! Siate la sua voce."
"Amava aiutare gli altri"
Anche Alaina Petty, una delle diciassette vittime di Nikolas Cruz e del suo fucile, aveva 14 anni e apparteneva alla Chiesa di Gesu Cristo dei Santi degli Ultimi giorni. In una dichiarazione della famiglia si legge: "Alaina era una giovane donna molto determinata e che amava aiutare gli altri. I famigliari ricordano che era andata come volontaria nelle zone più colpite da Irma per ripulire e aiutare chi aveva perduto tutto a causa dell'Uragano.
L'insegnante di geografia che ha salvato la vita a un gruppo di studenti
Scott Beigel, 35 anni insegnante di geografia ha fatto in tempo a mettere in salvo un gruppo di studenti prima di cadere sotto i colpi del fucile di Cruz. Racconta Kelsey Friend, una delle sopravvissute, che l'insegnante li ha spinti in un'aula e li ha chiusi dentro per metterli a riparo dagli spari ma ha pagato con la vita: "Se non fosse per lui non starei parlando con voi adesso" dice la studentessa a Good Morning America. Un'altra studentessa ha visto Beigel bloccare la porta per difenderli dall'assalto.
Jaime era sempre gentile, specie con i ragazzi emarginati
Jaime Guttenberg, aveva 14 anni., amava ballare e sognava di diventare una terapista. A raccontarlo all'Associated Press è la zia Abbie Youkilis che ricorda come la nipote avesse sempre un occhio di attenzione per i ragazzi vittime di bullismo o quelli messi ai margini: "E' probabile anche che sia stata gentile con l'ex studente che le ha sparato." Jaime lascia i genitori e un fratello, Jesse. Il padre Fred, in un post su Facebook scrive che la famiglia sta cercando di capire come potrà superare tutto questo mentre la zia chiede a gran voce una legislazione per il controllo della vendita delle armi: "I genitori di Jaime erano superprotettivi ma non hanno potuto proteggere la figlia dal male che ha attanagliato questo Paese."
Palloncini per Martin
A parlare di Martin Duque, un altro quattordicenne ucciso nella strage della scuola di Parkland, è Isaac uno dei suoi migliori amici: "Era un ragazzo dolcissimo e pieno di attenzioni. L'ho visto quella mattina alla prima ora, scherzavamo come al solito." Giovedì Isaac insieme ad altri compagni era fuori dalla scuola con con dei palloncini bianchi in ricordo delle vittime.
La matricola
Gina Montalto 14 anni era una matricola e aveva fatto parte della guardia ai colori della scuola. "Era intelligente e amorevole, una ragazza forte che illuminava ogni stanza in cui entrava," ricorda la madre distrutta dal dolore
La promessa del nuoto
Nicholas Dworet aveva 17 anni e aveva vinto una borsa di studio per l'Università di Indianapolis in cui sarebbe andato a far parte della squadra di nuoto. Il coach della squadra universitaria, che lo aveva incontrato il mese scorso durante un allenamento in piscina, ricorda Nicholas come un ragazzo vibrante e pieno di energia. "Ho parlato con la madre e non vedeva l'ora di entrare a far parte del team."
Lo studente addestrato
Peter Wang, aveva 15 anni e partecipava a un programma di addestramento militare (Reserve Officer Training Corps, ROTC). L'ultima volta che è stato visto vivo teneva una porta aperta in modo da permettere agli altri studenti di mettersi in salvo. I compagni lo credevano disperso e lo hanno cercato negli ospedali della zona fino alla triste notizia della sua morte.
Amava il baseball e sorrideva sempre
Luke Hoyer aveva 15 anni e a parlarne è la zia Joan di Greenville nella Carolina del Sud. "Amava il baseball e sorrideva sempre." I genitori, Gena e Tom, hanno fatto il gior degli ospedali nella speranza di ritrovare il figlio ferito ma vivo prima di andare alla stazione di polizia dove hanno ricevuto la terribile notizia.
Una delle studentessa più preparate d'America tra le vittime
Carmen Schentrup era intelligente, tanto da essere selezionata nel settembre scorso tra le 53 semifinaliste nel programma nazionale che premia gli studenti più preparati e meritevoli. La studentessa aveva sedici anni e come scrive il cugino su Facebook, voleva andare a Washington all'università: "Ti piace la pioggia?" le aveva chiesto scherzosamente e lei aveva risposto: "Detesto sudare nell'umido della Florida."
Riservata e preparatissima
Helena Ramsay era una ragazza di poche parole ma intelligente e risoluta nello studio. Lo racconta la cuigina Sefena. Aveva 17 anni e come scrive un altro parente su Facebook: "Era brillante e spiritosa."
Suonava nella banda della scuola
Alex Schachter aveva 14 anni e suonava il trombone e il sax baritono nella banda della scuola. In onore della matricola vittima dei colpi del fucile di Cruz, un parente ha aperto so Gofundme una sottoscrizione per una borsa di studio dedicata agli studenti che vogliano avvicinarsi alla musica e a migliorare i sistemi di sicurezza della scuola.
"Fate qualcosa!"
E' quella di Cara Loughran, 14 anni, morta anche lei nella strage della Stoneman Douglas High School. Lindsay Fontana, la zia, chiama all'azione perchè una tragedia simile non si ripeta e distrugga altre famiglie. Su Facebook scrive: "Certo i vostri pensieri sono apprezzati ma vi prego di FARE QUALCOSA. Questo non doveva succedere a nostra nipote Cara ma non deve succedere ancora."