Etna. L'eruzione provoca uno spostamento del vulcano di 50 centimetri
I ricercatori dell'INGV e del CNR-IREA hanno misurato con i radar satellitari COSMO-SkyMed e Sentinel-1 i movimenti permanenti del terreno provocati dall'evento eruttivo e dell'attività sismica che ha interessato l'Etna nei giorni scorsi, evidenziando spostamenti sulla sommità del vulcano di oltre 30 cm verso Ovest e 50 verso Est.
A seguito dell'eruzione dell'Etna iniziata il 24 dicembre 2018 e dello sciame sismico che ha accompagnato l'evento, i ricercatori del CNR-IREA e delle sezioni dell'INGV di Catania-Osservatorio Etneo e Osservatorio Nazionale Terremoti di Roma hanno effettuato un'analisi preliminare dei dati radar inviati dai satelliti italiani COSMO-SkyMed ed europei Sentinel-1 volta a misurare i movimenti permanenti del terreno, da integrare con le informazioni fornite dagli altri sistemi di monitoraggio.
Sono stati evidenziati valori massimi di spostamento che superano i 30 cm verso Ovest e i 50 cm verso Est sulla sommità dell'Etna e, nell'area attivata dal terremoto di magnitudo 4.9, uno spostamento massimo verso Est di circa 13 cm e verso Ovest di circa 16 cm. Spostamenti minori hanno interessato anche la faglia della Pernicana (versante Nord-Est), di Ragalna (alto versante Sud-Ovest) e di Borello-Ognina (basso versante meridionale).
Utilizzando i dati dei satelliti europei Sentinel-1 (S1), del programma europeo Copernicus, e quelli della costellazione italiana COSMO-SkyMed (CSK), dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e del Ministero della Difesa, gli scienziati hanno potuto rilevare la frattura che ha alimentato la colata lavica causata dall'eruzione, misurando con alta precisione i movimenti permanenti del suolo attraverso la tecnica dell'Interferometria SAR Differenziale, tecnica che consente di confrontare immagini radar acquisite "prima e dopo" gli eventi sismici e rilevare differenze con accuratezza centimetrica.
L'eruzione e la sequenza sismica sono state monitorate fin dall'inizio dall'INGV di Catania e Roma e vengono tenute costantemente sotto controllo h24 anche tramite reti gravimetriche e magnetiche, geochimiche (flussi dei gas nel pennacchio, dal suolo e dalle fumarole) e attraverso l'uso di telecamere (standard e termiche) e con sopralluoghi sul terreno.
Sono stati evidenziati valori massimi di spostamento che superano i 30 cm verso Ovest e i 50 cm verso Est sulla sommità dell'Etna e, nell'area attivata dal terremoto di magnitudo 4.9, uno spostamento massimo verso Est di circa 13 cm e verso Ovest di circa 16 cm. Spostamenti minori hanno interessato anche la faglia della Pernicana (versante Nord-Est), di Ragalna (alto versante Sud-Ovest) e di Borello-Ognina (basso versante meridionale).
Utilizzando i dati dei satelliti europei Sentinel-1 (S1), del programma europeo Copernicus, e quelli della costellazione italiana COSMO-SkyMed (CSK), dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e del Ministero della Difesa, gli scienziati hanno potuto rilevare la frattura che ha alimentato la colata lavica causata dall'eruzione, misurando con alta precisione i movimenti permanenti del suolo attraverso la tecnica dell'Interferometria SAR Differenziale, tecnica che consente di confrontare immagini radar acquisite "prima e dopo" gli eventi sismici e rilevare differenze con accuratezza centimetrica.
L'eruzione e la sequenza sismica sono state monitorate fin dall'inizio dall'INGV di Catania e Roma e vengono tenute costantemente sotto controllo h24 anche tramite reti gravimetriche e magnetiche, geochimiche (flussi dei gas nel pennacchio, dal suolo e dalle fumarole) e attraverso l'uso di telecamere (standard e termiche) e con sopralluoghi sul terreno.