Omicidio Francesco Fortugno, Regione Calabria: il ricordo di Mattarella a 15 anni dalla morte
"Eera un uomo mite, un medico conosciuto e affermato, che con passione e spirito di servizio aveva deciso di impegnarsi per lo sviluppo della propria comunità. Fu ucciso per mano di killer della n'drangheta", ricorda il Capo dello Stato
"Anche questo giorno di memoria può contribuire a dare forza alla Calabria e all'Italia onesta che vuole liberarsi dalla sopraffazione criminale ed è consapevole che solo nella legalità è possibile uno sviluppo delle comunità e dei territori, tanto più di quelli che sentono la necessità di ridurre il divario di opportunità e di risorse", è il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inviato all'onorevole Maria Grazia Laganà Fortugno nel quindicesimo anniversario dell'omicidio di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, avvenuto nel seggio di Locri il 16 ottobre 2005 durante le primarie dell'Unione.
"A quindici anni dal brutale assassinio i sentimenti di vicinanza e solidarietà alla sua famiglia, a quanti gli furono amici, a coloro che seppero cogliere subito in quel delitto così vile e crudele il segno turpe dell'organizzazione mafiosa, la minaccia rivolta all'intera comunità civile, la sfida intollerabile alle istituzioni democratiche. Fortugno era un uomo mite, un medico conosciuto e affermato, che con passione e spirito di servizio aveva deciso di impegnarsi per lo sviluppo della propria comunità. Era stato eletto da pochi mesi Vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria quando fu ucciso per mano di killer della n'drangheta" ricorda il Capo dello Stato.
"L'organizzazione criminale intendeva, ancora una volta, riproporre il proprio ricatto di potere, attentare alla libertà dei cittadini, intimidire la società nel tentativo di sottometterla ai suoi traffici illegali. La reazione della Locride e della Calabria, a partire dai suoi giovani, fu allora immediata e mise in luce una grande volontà di riscatto, di liberazione dalle mafie, di recupero della legalità contro ogni compromissione, omertà, zona grigia - aggiunge Mattarella -. Le sentenze, a conclusione dei processi, hanno confermato quella matrice criminale e l'inaccettabile intento di violenza e oppressione. Anche questo giorno di memoria può contribuire a dare forza alla Calabria e all'Italia onesta che vuole liberarsi dalla sopraffazione criminale ed è consapevole che solo nella legalità è possibile uno sviluppo delle comunità e dei territori, tanto più di quelli che sentono la necessità di ridurre il divario di opportunità e di risorse".
"A quindici anni dal brutale assassinio i sentimenti di vicinanza e solidarietà alla sua famiglia, a quanti gli furono amici, a coloro che seppero cogliere subito in quel delitto così vile e crudele il segno turpe dell'organizzazione mafiosa, la minaccia rivolta all'intera comunità civile, la sfida intollerabile alle istituzioni democratiche. Fortugno era un uomo mite, un medico conosciuto e affermato, che con passione e spirito di servizio aveva deciso di impegnarsi per lo sviluppo della propria comunità. Era stato eletto da pochi mesi Vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria quando fu ucciso per mano di killer della n'drangheta" ricorda il Capo dello Stato.
"L'organizzazione criminale intendeva, ancora una volta, riproporre il proprio ricatto di potere, attentare alla libertà dei cittadini, intimidire la società nel tentativo di sottometterla ai suoi traffici illegali. La reazione della Locride e della Calabria, a partire dai suoi giovani, fu allora immediata e mise in luce una grande volontà di riscatto, di liberazione dalle mafie, di recupero della legalità contro ogni compromissione, omertà, zona grigia - aggiunge Mattarella -. Le sentenze, a conclusione dei processi, hanno confermato quella matrice criminale e l'inaccettabile intento di violenza e oppressione. Anche questo giorno di memoria può contribuire a dare forza alla Calabria e all'Italia onesta che vuole liberarsi dalla sopraffazione criminale ed è consapevole che solo nella legalità è possibile uno sviluppo delle comunità e dei territori, tanto più di quelli che sentono la necessità di ridurre il divario di opportunità e di risorse".