Tokyo2020. Dai cinque cerchi ai maxi disegni: la rivincita dei tatuaggi nel Paese dove sono un tabù
Mal visti in Giappone, sono dappertutto alle Olimpiadi...
I cinque cerchi sul collo di Vanessa Ferrari con le date delle tre Olimpiadi cui ha partecipato prima di Tokyo. Il leone sulla spalla del nuotatore Adam Peaty. "Questa è la mia vita", la scritta sul braccio del cestista cinese Yan Peng. E poi il Cristo Redentore del pugile spagnolo Gabriel Escobar Mascunano. E ancora tanti, tanti cerchi olimpici su gambe, braccia, pancia, schiena. Sono moltissimi gli atleti delle Olimpiadi che sfoggiano insieme alle loro abilità i propri tatuaggi, non proprio ben visti nel Paese del Sol Levante dove sono ancora considerati un tabù.
Sì, proprio in Giappone, patria dell'Irezumi ("Inchiostro nero"), stile dai disegni tanto grandi da arrivare a coprire tutto il corpo, chi li possiede cerca in ogni modo di nasconderli. Residui di una tradizione antica che stenta a scomparire. Un tempo i tatuaggi identificavano le persone che si erano macchiate di reati, poi divennero appannaggio della Yakuza, la potente "mafia" giapponese, una delle organizzazioni criminali più ricche del mondo.
Agli inizi del 1900 il governo decise persino di vietarli, poi la legge è stata ritirata, ma ancora oggi nel Paese può essere difficile trovare lavoro per chi esibisce tatuaggi e in alcuni posti è tuttora vietato l'accesso con i disegni in bella mostra. Nessun problema per gli atleti olimpici che, viste le restrizioni anti-Covid, sono soggetti a regole molto strette e difficilmente potranno frequentare locali o visitare le bellezze del Giappone.
Sì, proprio in Giappone, patria dell'Irezumi ("Inchiostro nero"), stile dai disegni tanto grandi da arrivare a coprire tutto il corpo, chi li possiede cerca in ogni modo di nasconderli. Residui di una tradizione antica che stenta a scomparire. Un tempo i tatuaggi identificavano le persone che si erano macchiate di reati, poi divennero appannaggio della Yakuza, la potente "mafia" giapponese, una delle organizzazioni criminali più ricche del mondo.
Agli inizi del 1900 il governo decise persino di vietarli, poi la legge è stata ritirata, ma ancora oggi nel Paese può essere difficile trovare lavoro per chi esibisce tatuaggi e in alcuni posti è tuttora vietato l'accesso con i disegni in bella mostra. Nessun problema per gli atleti olimpici che, viste le restrizioni anti-Covid, sono soggetti a regole molto strette e difficilmente potranno frequentare locali o visitare le bellezze del Giappone.