8 marzo, a Città del Messico la marcia delle donne finisce in guerriglia urbana. Le immagini
Nel mirino il presidente Andrés Manuel López Obrador che, nel giorno delle proteste per non aver preso le distanze da un candidato accusato di stupro, ha cercato di difendere il suo operato sottolineando il numero di donne presente nel suo governo
Almeno 15 persone, tra agenti e manifestanti, sono rimaste ferite a Città del Messico durante gli scontri con le forze dell'ordine durante una marcia organizzata in occasione dell'8 marzo. I disordini sono iniziati quando parte del corteo, che ha richiamato migliaia di donne, ha attaccato il Monumento alla Rivoluzione e ha demolito con martelli e bastoni parte delle barricate di metallo che circondavano Piazza della Costituzione, sede del governo, accusato dalle manifestanti di non fare abbastanza per contrastare la violenza di genere. Secondo le cifre ufficiali nel 2020 sono state almeno 939 le vittime di femminicidi nel Paese. La polizia ha quindi disperso la folla con lacrimogeni e manganelli. Secondo il quotidiano locale El Universal, alcuni manifestanti hanno dato fuoco agli scudi della polizia antisommossa.