Brasile. La guerra-santa dei Narcos evangelici contro i culti tradizionali di origine africana
Quando il fanatismo religioso incontra il crimine organizzato
Nell'ultimo anno il Brasile ha registrato oltre 200 attacchi contro i luoghi di culto e appartenenti a religioni afro-brasiliane come l'Umbanda e il Candomble, un aumento del 100 percento rispetto al 2018 e che riflette il crescente fanatismo religioso nel paese sudamericano. Secondo i dati, benché le persecuzioni di questi culti minoritari risalgano indietro nel tempo di un paio di lustri, recentemente sono aumentati i raid e le profanazioni.
Secondo la Commissione per la lotta contro l'intolleranza religiosa (CCIR). La maggior parte degli attacchi sono stati perpetrati da bande di trafficanti di droga che si proclamano evangelici, una fede che negli ultimi anni ha guadagnato forza in Brasile ed è seguito da un terzo della popolazione. Un tema, quello del proselitismo "aggressivo" dei pentecostali, che coinolge anche i cattolici e che fu tema in primo piano nella visita pastorale di Papa Francesco già nel 2013.
Come raccontano anche queste immagini la questione sembra aver preso una piega decisamente violenta. In una analisi del fenomeno pubblicata su The Global Catholic Review si legge che in questi ultimi anni, e in particolare durante la presidenza di Bolsonaro che si professa cattolico ma la cui terza moglie, l'influente Michelle, è una fervente evangelica, si argomenta come l'espandersi della diffusione delle chiese evangeliche sia avvenuta non solo attraverso la radio e la tv.
I penitenziari in particolare sono diventati un luogo privilegiato per il proselitismo dei neo-pentecostali e molti membri delle gang legate al traffico di droga si sono convertiti offrendo in cambio i propri servigi di "protezione". La "conversione" ha conferito a queste bande una immagine più positiva, in particolare tra gli abitanti dei quartieri poveri e delle 'favelas' di Rio de Janeiro dove il fenomeno è più cospicuo e dove hanno preso il posto delle vecchie organizzazioni criminali che si identificavano maggiormente con le religioni tradizionali di origine africana.
Da un lato i narcos trovano nel codice del silenzio interno alle congregazioni un comodo aiuto alla protezione dei propri traffici, dalle forze dell'ordine e dalle bande rivali, dall'altro diventano il braccio armato contro le religioni rivali di origine africana come l'Umbanda e il Candomble, arrivate in Brasile insieme agli schiavi e viste dai pentecostali come culti demoniaci da combattere ed estirpare. Tra i gruppi criminali neo-pentecostali più attivi ci sono i "banditi di Gesù" accusati l'anno scorso tra l'altro di atti di terrorismo religioso contro i Candomble di Rio.