Il fumo degli incendi soffoca gli Australian Open: Sharapova lascia un match per attacco di tosse
Anche il prestigioso torneo di tennis Australian Open deve fare i conti con l'emergenza incendi nel Paese. Il fumo sprigionato dai roghi - alcuni incontrollati - nello Stato di Vittoria ha raggiunto Melbourne. La pesantezza dell'aria è stata accusata da alcuni atleti. La direzione gare ha deciso di slittare di due ore gli incontri innescando una protesta. Alcuni hanno scelto di ritirarsi, altri si allenano al coperto, Marija Sharapova ha sospeso la sua esibizione di beneficenza in seguito a un irrefrenabile attacco di tosse
Ritardi, slittamenti delle gare, battibecchi tra atleti e direzione, l'esordio degli Australian Open 2020 è condizionato dagli incendi che dallo scorso settembre hanno messo a dura prova il Paese. In un clima non dei migliori, sotto accusa c'è la politica, incapace di mettere fine al disastro (il premier si è persino scusato, ndr), mentre in un vortice d'emergenza senza fine si contano i morti, 28 persone, le migliaia di case andate distrutte, sfollati in cerca di alloggio, 10 milioni di ettari di terreno bruciati, un numero incalcolabile di animali deceduti e roghi ancora incontrollati: il fumo sprigionato dalle fiamme negli Stati del Nuovo Galles del Sud e in particolare nel vicino Stato di Victoria, complice il vento, ha raggiunto Melbourne e portato scompiglio agli Australian Open 2020.
L'attesissima Maria Sharapova che sarebbe dovuta scendere in campo per un incontro dimostrativo, gli incassi sarebbero stati devoluti in beneficenza, ha avuto un irrefrenabile attacco di tosse. Conseguenza, l'atleta russa ha declinato. Analoga la scelta di Dalila Jakupovič, in vantaggio sulla giocatrice svizzera Stefanie Vögele, si è ritirata per problemi di respirazione. Chi ha resistito in campo e chi legge il proprio nome sul tabellone inizia ad avere paura. Così nonostante la partenza dell'ambito torneo di tennis in tempi d'emergenza: le qualificazioni in programma nella giornata odierna sono divenute oggetto di discussione tra gli organizzatori e i tennisti. I primi hanno stabilito di ritardare le gare di due ore, i secondi chiedono l'annullamento della giornata. Nell'attesa di capire come evolverà la situazione, o meglio attendere dove soffierà il vento, Rafael Nadal e gli altri protagonisti hanno ripiegato per un allenamento al coperto.
Tom Larner, il direttore generale degli Australian Open 2020, ha dichiarato che le problematiche legate all'inquinamento dell'aria saranno trattate con la stessa logica delle situazioni di caldo estremo o di pioggia: "Fermeremo le gare se i medici valuteranno che le condizioni sono pericolose per la salute". Nel frattempo, per la seconda giornata consecutiva, la qualità dell'aria a Melbourne è stata definita "pericolosa" tanto da far scendere la città all'ultimo posto della classifica mondiale per la qualità dell'aria.
L'attesissima Maria Sharapova che sarebbe dovuta scendere in campo per un incontro dimostrativo, gli incassi sarebbero stati devoluti in beneficenza, ha avuto un irrefrenabile attacco di tosse. Conseguenza, l'atleta russa ha declinato. Analoga la scelta di Dalila Jakupovič, in vantaggio sulla giocatrice svizzera Stefanie Vögele, si è ritirata per problemi di respirazione. Chi ha resistito in campo e chi legge il proprio nome sul tabellone inizia ad avere paura. Così nonostante la partenza dell'ambito torneo di tennis in tempi d'emergenza: le qualificazioni in programma nella giornata odierna sono divenute oggetto di discussione tra gli organizzatori e i tennisti. I primi hanno stabilito di ritardare le gare di due ore, i secondi chiedono l'annullamento della giornata. Nell'attesa di capire come evolverà la situazione, o meglio attendere dove soffierà il vento, Rafael Nadal e gli altri protagonisti hanno ripiegato per un allenamento al coperto.
Tom Larner, il direttore generale degli Australian Open 2020, ha dichiarato che le problematiche legate all'inquinamento dell'aria saranno trattate con la stessa logica delle situazioni di caldo estremo o di pioggia: "Fermeremo le gare se i medici valuteranno che le condizioni sono pericolose per la salute". Nel frattempo, per la seconda giornata consecutiva, la qualità dell'aria a Melbourne è stata definita "pericolosa" tanto da far scendere la città all'ultimo posto della classifica mondiale per la qualità dell'aria.