Il ciclone Idai ha creato un "oceano interno" al Mozambico. Ecco le immagini dall'alto
Queste nuove immagini riprese dall'alto mostrano ampie parti dell'area di Beira rase al suolo e allagate. Le acque alluvionali si sono rapidamente innalzate e hanno creato "un oceano interno" nel Paese mettendo in pericolo migliaia di famiglie, mentre le organizzazioni umanitarie si affannano per salvare e fornire cibo ai sopravvissuti del ciclone Idai.
Secondo la Croce Rossa, la portata della "catastrofe umanitaria" causata dal ciclone tropicale Idai, che si è imbattuto sulla città portuale di Beira in Mozambico, deve ancora emergere in tutta la sua drammaticità. Mentre i soccorsi proseguono il bilancio delle vittime accertate è giunto ad almeno 300 ma è in continuo aggiornamento. Circa 400.000 persone sono rimaste senza un tetto nel solo Mozambico centrale. Il ministero dell'Ambiente ha calcolato che nel centro del Paese una superficie con raggio di 100 chilometri è del tutto allagata e circa 350mila abitanti sono bloccati dall'acqua.
Varie dighe minacciano di cedere, mentre il livello dell'acqua che contengono è salito al massimo. Le persone che abitano nei pressi dei fiumi sono state invitate dal governo ad andarsene, anche perché non è escluso che le dighe debbano essere aperte. I soccorsi proseguono, sia con imbarcazioni sia con mezzi aerei, che sono tuttavia insufficienti per il numero di persone in pericolo. Varie organizzazioni internazionali, tra cui Amnesty International, hanno esortato la comunità internazionale a mobilitarsi.
Il Mozambico ha iniziato oggi i tre giorni di lutto nazionale per le vittime del ciclone Idai, una delle tempeste più distruttive che l'Africa meridionale abbia subito da decenni. L'intera portata della devastazione sarà nota solo una volta che le acque di piena dovute alle piogge torrenziali, che dovrebbero proseguire fino a giovedì, si siano ritirate. Ci vorranno giorni prima che le acque che hanno inondato le pianure del Mozambico si riversino nell'Oceano indiano. Nel frattempo gli operatori che stanno portando i soccorsi avvertono che le acque stanno ancora salendo.
Molte sono le persone rifugiatesi sui tetti e sugli alberi. L'ufficio umanitario delle Nazioni Unite ha detto che la città di Buzi, circa 200.000 abitanti, rischiava di rimanere completamente sott'acqua e di mettere a rischio la vita di 350 mila persone. Gli operatori umanitari sono rimasti scioccati quando sono arrivati a Beira, la città portuale colpita duramente da Idai, e hanno stimato che sia andata distrutta per il 90 per cento. I suoi 500 mila abitanti sono a corto di cibo, carburante e medicine. Alcuni quartieri della città sono sotto il livello del mare.