Da sabato a Roma il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra
Dal 14 al 17 settembre concerti nelle basiliche papali romane con oltre cinquecento musicisti da ogni parte del mondo. Inaugurazione con i Wiener Philharmoniker in una composizione di Haydn
Centinaia di musicisti da due continenti nelle basiliche papali di Roma. È la diciottesima edizione del Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra in programma dal 14 al 17 settembre. La rassegna dal forte richiamo spirituale ospita complessi orchestrali, cori, solisti e direttori di spessore internazionale provenienti per questa edizione da Europa, Asia ed Estremo Oriente.
Promosso e organizzato dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, il Festival – che sarà come di consueto a ingresso libero, con alcuni settori riservati ai soci sostenitori – si terrà oltre che a San Paolo fuori le mura, nelle Basiliche di San Pietro e Santa Maria Maggiore, e nella Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio, suggestive cornici per la loro bellezza ai vari appuntamenti della manifestazione.
Saranno oltre cinquecento i musicisti chiamati a raccolta: i Wiener Philharmoniker – con cui la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra porta avanti dal 2018 anche il progetto dell’integrale delle Sinfonie di Bruckner nelle principali cattedrali europee –, dal Giappone tornano l’Orchestra e il Coro dell’Illuminart Philharmonic diretti da Tomomi Nishimoto. Altro ritorno quello dei tedeschi del Palatina Klassic Vocal Ensemble e Philharmonischer Chor an der Saar, affiancati dai giovani musicisti dell’Orchestra e Coro del Conservatorio di Stato di Kazan (Russia), diretti da Leo Kraemer. Nell’ambito del cammino ecumenico che il Festival sostiene attraverso la musica, significativa sarà la presenza del Coro festivo maschile del Monastero Danilov di Mosca, fra i luoghi di culto più antichi e famosi della città russa, che proporrà musica sacra della tradizione russo-ortodossa.
IL PROGRAMMA
Sabato 14 settembre (ore 21) la Basilica di San Paolo fuori le mura ospita l’atteso appuntamento che segna il primo concerto del Festival. I Wiener Philharmoniker tornano guidati dal loro primo violino Rainer Honeck, con Le sette ultime parole di Cristo sulla Croce di Franz Joseph Haydn, tra i massimi capolavori di musica sacra espressi dal classicismo. Composta nel 1786, la partitura trasmette con la musica una riflessione profonda sulle ultime parole del Redentore da eseguirsi durante la cerimonia del Venerdì Santo, sette sonate in tempo lento, precedute da una maestosa introduzione e chiuse da un Presto che descrive il terremoto che sconvolse il Calvario secondo quanto scritto nel Vangelo di Matteo. Valore aggiunto a questa partitura, sarà l’interpretazione dei Wiener, che hanno scelto di eseguire della partitura di Haydn la versione per quartetto d’archi del 1787 comunque in formazione sinfonica.
La giornata che apre il Festival sabato 14 sarà scandita da più appuntamenti. A partire dalle 11, presso la Basilica di San Pietro con una elevazione spirituale accompagnata dalla musica di Mozart e della sua celebre Messa dell’incoronazione. A eseguire la partitura mozartiana i complessi giapponesi dell’Illuminart Philharmonic, guidati come sempre dalla direttrice Tomomi Nishimoto, presenza ormai abituale e sempre molto apprezzata del festival. Le voci soliste sono quelle di Rossana Cardia (soprano), Chiara Chialli (mezzosoprano), Angel Pazos (tenore) e Davide Giangregorio (basso). A Mozart seguirà un’altra pagina sacra, l’Ave Maria attribuita a Giulio Caccini (in realtà di Vladimir Vavilov), affidata al soprano Seia Lee e all’Orchestra giapponese. All’elevazione spirituale seguirà la Santa Messa, celebrata dal cardinale Angelo Comastri e musicalmente scandita dai primi canti liturgici giapponesi, i canti orasho, che tramandati oralmente per circa 460 anni, con tutte le difficoltà dovute alle persecuzioni dei primi secoli, sono stati recuperarti solamente da pochi anni grazie alla ricerca e allo studio della stessa Nishimoto. Agli antichi canti nipponici fa eco la tradizione del canto gregoriano della Missa de Angelis, affidata agli ensemble vocali tedeschi della Palatina Klassik Vocal Ensemble e Philharmonischer Chor an der Saar, e ai promettenti talenti dell’Orchestra e Coro del Conservatorio di Stato di Kazan, diretti da Leo Kraemer, organista e direttore d’orchestra fra i più stimati in Germania.
Due gli omaggi a Beethoven. Domenica 15 settembre (ore 21) alla Basilica di San Paolo fuori le mura ancora i complessi orchestrali e corali giapponesi dell’Illuminart Philharmonic diretti dalla Nishimoto affronteranno la Nona Sinfonia, con il quartetto vocale della messa mozartiana. Mentre lunedì 16 settembre (ore 20) il Festival fa tappa alla Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio con la beethoveniana Messa in do maggiore op. 86, che il gigante di Bonn stesso diresse per la prima volta nel 1807. In programma anche l’imponente Te Deum per soli, coro e orchestra (1881-84) di Anton Bruckner, partitura di intensa religiosità. Sul podio ancora una volta Leo Kraemer a dirigere gli ensemble vocali della Palatina Klassik Vocal Ensemble e Philharmonischer Chor an der Saar, e l’Orchestra e il Coro del Conservatorio di Kazan.
Nel segno del dialogo e dell’accoglienza fra comunità cristiane l’appuntamento conclusivo del Festival, martedì 17 settembre (ore 21) nella splendida cornice della Basilica di Santa Maria Maggiore: protagonista il celebre Coro festivo maschile del Monastero Danilov di Mosca, il più antico della città sede anche della Residenza Sinodale del Santissimo Patriarca di Mosca. L’ensemble sarà diretto da Georgy Safonov, e proporrà musica sacro-ortodossa tramandata attraverso preziosi manoscritti conservati nei monasteri russi e dell’Europa dell’Est, spaziando dal XVI secolo fino a compositori russi contemporanei.
Promosso e organizzato dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, il Festival – che sarà come di consueto a ingresso libero, con alcuni settori riservati ai soci sostenitori – si terrà oltre che a San Paolo fuori le mura, nelle Basiliche di San Pietro e Santa Maria Maggiore, e nella Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio, suggestive cornici per la loro bellezza ai vari appuntamenti della manifestazione.
Saranno oltre cinquecento i musicisti chiamati a raccolta: i Wiener Philharmoniker – con cui la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra porta avanti dal 2018 anche il progetto dell’integrale delle Sinfonie di Bruckner nelle principali cattedrali europee –, dal Giappone tornano l’Orchestra e il Coro dell’Illuminart Philharmonic diretti da Tomomi Nishimoto. Altro ritorno quello dei tedeschi del Palatina Klassic Vocal Ensemble e Philharmonischer Chor an der Saar, affiancati dai giovani musicisti dell’Orchestra e Coro del Conservatorio di Stato di Kazan (Russia), diretti da Leo Kraemer. Nell’ambito del cammino ecumenico che il Festival sostiene attraverso la musica, significativa sarà la presenza del Coro festivo maschile del Monastero Danilov di Mosca, fra i luoghi di culto più antichi e famosi della città russa, che proporrà musica sacra della tradizione russo-ortodossa.
IL PROGRAMMA
Sabato 14 settembre (ore 21) la Basilica di San Paolo fuori le mura ospita l’atteso appuntamento che segna il primo concerto del Festival. I Wiener Philharmoniker tornano guidati dal loro primo violino Rainer Honeck, con Le sette ultime parole di Cristo sulla Croce di Franz Joseph Haydn, tra i massimi capolavori di musica sacra espressi dal classicismo. Composta nel 1786, la partitura trasmette con la musica una riflessione profonda sulle ultime parole del Redentore da eseguirsi durante la cerimonia del Venerdì Santo, sette sonate in tempo lento, precedute da una maestosa introduzione e chiuse da un Presto che descrive il terremoto che sconvolse il Calvario secondo quanto scritto nel Vangelo di Matteo. Valore aggiunto a questa partitura, sarà l’interpretazione dei Wiener, che hanno scelto di eseguire della partitura di Haydn la versione per quartetto d’archi del 1787 comunque in formazione sinfonica.
La giornata che apre il Festival sabato 14 sarà scandita da più appuntamenti. A partire dalle 11, presso la Basilica di San Pietro con una elevazione spirituale accompagnata dalla musica di Mozart e della sua celebre Messa dell’incoronazione. A eseguire la partitura mozartiana i complessi giapponesi dell’Illuminart Philharmonic, guidati come sempre dalla direttrice Tomomi Nishimoto, presenza ormai abituale e sempre molto apprezzata del festival. Le voci soliste sono quelle di Rossana Cardia (soprano), Chiara Chialli (mezzosoprano), Angel Pazos (tenore) e Davide Giangregorio (basso). A Mozart seguirà un’altra pagina sacra, l’Ave Maria attribuita a Giulio Caccini (in realtà di Vladimir Vavilov), affidata al soprano Seia Lee e all’Orchestra giapponese. All’elevazione spirituale seguirà la Santa Messa, celebrata dal cardinale Angelo Comastri e musicalmente scandita dai primi canti liturgici giapponesi, i canti orasho, che tramandati oralmente per circa 460 anni, con tutte le difficoltà dovute alle persecuzioni dei primi secoli, sono stati recuperarti solamente da pochi anni grazie alla ricerca e allo studio della stessa Nishimoto. Agli antichi canti nipponici fa eco la tradizione del canto gregoriano della Missa de Angelis, affidata agli ensemble vocali tedeschi della Palatina Klassik Vocal Ensemble e Philharmonischer Chor an der Saar, e ai promettenti talenti dell’Orchestra e Coro del Conservatorio di Stato di Kazan, diretti da Leo Kraemer, organista e direttore d’orchestra fra i più stimati in Germania.
Due gli omaggi a Beethoven. Domenica 15 settembre (ore 21) alla Basilica di San Paolo fuori le mura ancora i complessi orchestrali e corali giapponesi dell’Illuminart Philharmonic diretti dalla Nishimoto affronteranno la Nona Sinfonia, con il quartetto vocale della messa mozartiana. Mentre lunedì 16 settembre (ore 20) il Festival fa tappa alla Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio con la beethoveniana Messa in do maggiore op. 86, che il gigante di Bonn stesso diresse per la prima volta nel 1807. In programma anche l’imponente Te Deum per soli, coro e orchestra (1881-84) di Anton Bruckner, partitura di intensa religiosità. Sul podio ancora una volta Leo Kraemer a dirigere gli ensemble vocali della Palatina Klassik Vocal Ensemble e Philharmonischer Chor an der Saar, e l’Orchestra e il Coro del Conservatorio di Kazan.
Nel segno del dialogo e dell’accoglienza fra comunità cristiane l’appuntamento conclusivo del Festival, martedì 17 settembre (ore 21) nella splendida cornice della Basilica di Santa Maria Maggiore: protagonista il celebre Coro festivo maschile del Monastero Danilov di Mosca, il più antico della città sede anche della Residenza Sinodale del Santissimo Patriarca di Mosca. L’ensemble sarà diretto da Georgy Safonov, e proporrà musica sacro-ortodossa tramandata attraverso preziosi manoscritti conservati nei monasteri russi e dell’Europa dell’Est, spaziando dal XVI secolo fino a compositori russi contemporanei.