Da olimpionico e rider, la storia del campione di scherma venezuelano che sogna Tokyo 2021
Alle Olimpiadi di Londra Ruben Limardo Gascon conquistò l'oro nella spada individuale, secondo atleta nella storia del Venezuela a vincere un titolo olimpico dopo il pugile Francisco Rodriguez, oro a Messico '68
Dalla medaglia d'oro olimpica alla consegna di cibo a domicilio per sostenere la famiglia. E' la storia di Ruben Limardo Gascon, campione di scherma venezuelano, oro alle Olimpiadi di Londra nel 2012.
L'atleta vive da tempo in Polonia con moglie e due figli e tra un allenamento e l'altro, in vista delle Olimpiadi di Tokyo consegna cibo a domicilio per Uber Eats nella città di Lodz in sella alla sua bici.
Con la situazione economica globale precaria a causa della pandemia di coronavirus e con poche possibilità di ottenere un supporto dagli sponsor, Limardo è grato di avere un lavoro che comunque gli lascia del tempo per allenarsi. "Non ci sono sponsor ora perché non ci sono competizioni, ma io devo guadagnare per sostenere la mia famiglia", spiega.
"La grande crisi economica del Venezuela e poi quella generata dalla pandemia", spiega l'olimpionico di Londra, che è stato anche oro ai Panamericani del 2019 quando in finale ha battuto il fratello Jesùs, "hanno ridotto all'osso i nostri rimborsi spese. Inoltre gli sponsor che avevamo hanno interrotto da mesi i pagamenti dicendoci che riprenderanno a darci qualcosa il prossimo anno, visto che l'Olimpiade ci sarà nel 2021 Quindi dobbiamo inventarci qualcosa per tirare avanti, e quello del rider è un lavoro come un altro. Non lo faccio solo io, ma praticamente tutti i miei compagni di squadra. Quanto pedalo? Una media di 50 chilometri al giorno". La nazionale venezuelana si allena cinque volte a settimana, sempre di mattina perché alle 13 ci si ferma, e dopo una rapida doccia tutti diventano riders, "ma il mio sogno olimpico è ancora vivo - racconta Limardo -. Ogni volta che faccio una consegna dico a me stesso che anche questo mi aiuterà a ottenere la medaglia che voglio per me e il Venezuela ai Giochi di Tokyo".
Il 35enne atleta venezuelano risponde agli ordini che riceve sul suo telefono fino a 12 volte al giorno. Sul suo smartphone ha anche le foto di se stesso in gara e in cima al podio olimpico."Non voglio lasciare lo sport perché ho ancora un sogno", dice.
Con una maschera che gli copre il viso, anche gli appassionati di scherma hanno poche possibilità di riconoscere la medaglia d'oro olimpica nota per la sua modestia. Ma alcuni sanno della sua storia, chiedono selfie e ne approfittano per chiacchierare con il nativo di Ciudad Bolivar che ormai parla perfettamente il polacco.
Limardo si è trasferito in Polonia circa 20 anni fa, da adolescente, per allenarsi nella spada, la più pesante delle moderne armi da scherma. In carriera ha vinto l'oro nella spada individuale ai Giochi Panamericani e ai campionati 2006 e 2008 in Polonia. La sua medaglia d'oro a Londra è la seconda vittoria olimpica di sempre per un atleta venezuelano, dopo il pugile Francisco Rodriguez, oro a Messico '68, tanto che nella sua terra natale è una celebrità.
Ha gareggiato anche alle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro nelle gare di spada individuale e a squadre, ma non è riuscito a ottenere alcuna medaglia. Dalla sua casa nella Polonia centrale, continua a fare il tifo per il Venezuela, ha seguito il malcontento della gente contro i politici a causa dell'iperinflazione, della carenza di cibo e di medicine. Limardo spera ancora che le cose "si sistemino presto" in Venezuela. Nel frattempo, lui cerca di rappresentare con orgoglio il suo Paese. "Ovunque vado, onorerò la bandiera al 100%, con molto orgoglio, con molto ardore", ha dichiarato l'atleta sudamericano. Campione sulla pedana e nella vita.
L'atleta vive da tempo in Polonia con moglie e due figli e tra un allenamento e l'altro, in vista delle Olimpiadi di Tokyo consegna cibo a domicilio per Uber Eats nella città di Lodz in sella alla sua bici.
Con la situazione economica globale precaria a causa della pandemia di coronavirus e con poche possibilità di ottenere un supporto dagli sponsor, Limardo è grato di avere un lavoro che comunque gli lascia del tempo per allenarsi. "Non ci sono sponsor ora perché non ci sono competizioni, ma io devo guadagnare per sostenere la mia famiglia", spiega.
"La grande crisi economica del Venezuela e poi quella generata dalla pandemia", spiega l'olimpionico di Londra, che è stato anche oro ai Panamericani del 2019 quando in finale ha battuto il fratello Jesùs, "hanno ridotto all'osso i nostri rimborsi spese. Inoltre gli sponsor che avevamo hanno interrotto da mesi i pagamenti dicendoci che riprenderanno a darci qualcosa il prossimo anno, visto che l'Olimpiade ci sarà nel 2021 Quindi dobbiamo inventarci qualcosa per tirare avanti, e quello del rider è un lavoro come un altro. Non lo faccio solo io, ma praticamente tutti i miei compagni di squadra. Quanto pedalo? Una media di 50 chilometri al giorno". La nazionale venezuelana si allena cinque volte a settimana, sempre di mattina perché alle 13 ci si ferma, e dopo una rapida doccia tutti diventano riders, "ma il mio sogno olimpico è ancora vivo - racconta Limardo -. Ogni volta che faccio una consegna dico a me stesso che anche questo mi aiuterà a ottenere la medaglia che voglio per me e il Venezuela ai Giochi di Tokyo".
Il 35enne atleta venezuelano risponde agli ordini che riceve sul suo telefono fino a 12 volte al giorno. Sul suo smartphone ha anche le foto di se stesso in gara e in cima al podio olimpico."Non voglio lasciare lo sport perché ho ancora un sogno", dice.
Con una maschera che gli copre il viso, anche gli appassionati di scherma hanno poche possibilità di riconoscere la medaglia d'oro olimpica nota per la sua modestia. Ma alcuni sanno della sua storia, chiedono selfie e ne approfittano per chiacchierare con il nativo di Ciudad Bolivar che ormai parla perfettamente il polacco.
Limardo si è trasferito in Polonia circa 20 anni fa, da adolescente, per allenarsi nella spada, la più pesante delle moderne armi da scherma. In carriera ha vinto l'oro nella spada individuale ai Giochi Panamericani e ai campionati 2006 e 2008 in Polonia. La sua medaglia d'oro a Londra è la seconda vittoria olimpica di sempre per un atleta venezuelano, dopo il pugile Francisco Rodriguez, oro a Messico '68, tanto che nella sua terra natale è una celebrità.
Ha gareggiato anche alle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro nelle gare di spada individuale e a squadre, ma non è riuscito a ottenere alcuna medaglia. Dalla sua casa nella Polonia centrale, continua a fare il tifo per il Venezuela, ha seguito il malcontento della gente contro i politici a causa dell'iperinflazione, della carenza di cibo e di medicine. Limardo spera ancora che le cose "si sistemino presto" in Venezuela. Nel frattempo, lui cerca di rappresentare con orgoglio il suo Paese. "Ovunque vado, onorerò la bandiera al 100%, con molto orgoglio, con molto ardore", ha dichiarato l'atleta sudamericano. Campione sulla pedana e nella vita.
Si estás en Lodz - Polonia y pides @UberEats es posible que tu comida la entregue un campeón que decidió no rendirse jamás. pic.twitter.com/2xFgVFndAY
— Rubén Limardo Gascón (@rubenoszki) November 9, 2020