Siria, 9 anni di guerra: 384mila morti e 11 milioni di profughi
Il nono anniversario dello scoppio della guerra in Siria giunge mentre nel paese non si registra, secondo il governo, nessun caso di contagio da Covid-19
Era il 15 marzo del 2011 quando a Daraa, nel sud del Paese, si tenne la prima manifestazione contro Bashar al-Assad dopo che il mese prima alcuni studenti erano stati arrestati con l'accusa di avere tracciato con lo spray slogan anti-regime. Un fatto senza precedenti nei 40 anni al potere della famiglia Assad. La reazione delle autorità di Damasco fu durissima. Nel sangue vennero represse anche successive manifestazioni in altre città, fino a quando l'opposizione cominciò a fare ricorso alle armi e i primi militari disertori fondarono l'Esercito libero siriano. La "rivoluzione" si era trasformata in un lungo e sanguinoso conflitto tuttora in atto che ha attirato potenze esterne in una guerra complessa che ha coinvolto fazioni ribelli, gruppi jihadisti e interessi stranieri. Con la guerra che entra nel suo decimo anno, il governo del presidente Bashar al Assad ora controlla oltre il 70% del territorio siriano, grazie al supporto militare dei suoi alleati Russia, Iran e il gruppo militante libanese Hezbollah.
È il "peggior disastro provocato dall'uomo dalla seconda guerra mondiale", ha dichiarato l'Onu nel 2017. La guerra ha distrutto l'economia e causato la fuga di oltre 11 milioni di siriani dalle loro case.
Misure per prevenire l'epidemia di Coronavirus
Il nono anniversario dello scoppio della guerra in Siria giunge mentre nel paese non si registra ufficialmente nessun caso di contagio da Covid-19. Un record, almeno apparente, che nel Mediterraneo è condiviso solo dalla Libia, altro paese travolto dalle violenze, e dal piccolo Montenegro.
Il governo di Damasco, che formalmente controlla gran parte dei territori con l'esclusione dell'est e del nord-ovest, ha ribadito che fino a oggi non ci sono persone infettate dal coronavirus. Sui social media compaiono invece da giorni voci, non verificabili in maniera indipendente, dell'esistenza di "centinaia di casi" di infezione. Il governo centrale ha comunque cominciato, forse tardivamente, a correre ai ripari: oggi è stato annunciato il rinvio, di oltre un mese, delle elezioni legislative, previste per il prossimo 13 aprile. La nuova data è il 20 maggio. In tutte le aree in mano alle forze lealiste, appoggiate dalla Russia e dall'Iran, le scuole e le università sono chiuse almeno fino al 2 aprile.
I dati dell'Osservatorio per i diritti umani
Secondo l'Osservatorio per i diritti umani, in nove anni di guerra sono 384 mila le persone uccise, 116 mila delle quali sono civili. Ma si tratta di bilanci controversi. Già nel 2016, l'Onu documentava 400 mila uccisi in 'soli' 5 anni. Nel disastrato contesto siriano, con circa 11 milioni di persone che hanno abbandonato le loro case tra profughi all'estero (5 milioni e mezzo) e sfollati interni (6 milioni), è di fatto impossibile pensare di far fronte all'eventuale espandersi del Covid-19.
Nel nord-ovest, la Turchia e la Russia si sono accordate per dividersi quel che rimane, tra Idlib e Aleppo, delle aree cadute nel 2012 in mano alle opposizioni armate. Secondo l'Onu, nella zona rimangono circa 4 milioni di persone con bisogno umanitario. E di questi un milione sono stati sfollati dalla recente offensiva di Mosca e Damasco: 600mila sono bambini, 200mila sono donne. Nella zona di Idlib non ci sono ospedali funzionanti degni di questo nome. E tra gennaio e febbraio si sono registrati casi di civili, anche neonati, morti per il freddo e per l'assenza di medicinali.
Nella Siria orientale invece, l'insurrezione dell'Isis non è mai stata sconfitta. E i jihadisti continuano a colpire. Qui operano le forze curde, appoggiate dalle truppe americane, mai veramente ritiratesi come invece più volte annunciato dal presidente Donald Trump. La presenza statunitense è mirata oggi a contrastare quella dell'Iran, presente con milizie irachene, libanesi e afghane, nella basse valle dell'Eufrate, nella Siria centrale e in quella occidentale.
In questa zona, si intensificano i raid aerei israeliani, mentre la Russia emerge come la potenza incontrastata. Da decenni alleata di Damasco, Mosca è oggi l'attore più influente in tutto il Mediterraneo orientale. E, col placet anche di Washington, sfrutta il trampolino siriano per ampliare il suo raggio d'azione fino verso la Libia.
I dati dell'Unicef
Secondo l'UNICEF, 4,8 milioni di bambini sono nati durante la guerra in Siria da quando il conflitto è iniziato nove anni fa. Un ulteriore milione di bambini sono nati come rifugiati nei Paesi vicini. Continuano ad affrontare le devastanti conseguenze di una guerra brutale. I numeri di questa emergenza sono drammatici: 7,5 milioni di bambini hanno bisogno di aiuto. Di questi 5 milioni si trovano in Siria e 2,5 nei paesi limitrofi. 2,6 milioni di bambini sono sfollati interni e 2,5 milioni di bambini sono registrati come rifugiati nei paesi limitrofi. "La guerra in Siria segna oggi un'altra vergognosa pietra miliare", ha detto il Direttore generale dell'UNICEF Henrietta Fore, che è stata nel Paese la scorsa settimana. "Mentre il conflitto entra nel suo decimo anno, milioni di bambini stanno entrando nel loro secondo decennio di vita circondati dalla guerra, dalla violenza, dalla morte e dallo sfollamento. Il bisogno di pace non è mai stato così pressante".
Secondo i dati verificati dal 2014 (anno in cui è iniziato il monitoraggio ufficiale), fino al 2019: Più di 9.000 bambini sono stati uccisi o feriti nel conflitto; Quasi 5.000 bambini - alcuni anche di sette anni - sono stati reclutati nei combattimenti, quasi 1.000 strutture scolastiche e mediche sono state attaccate. E questi sono solo i numeri verificati, il vero impatto di questa guerra sui bambini sarà probabilmente più ampio.
È il "peggior disastro provocato dall'uomo dalla seconda guerra mondiale", ha dichiarato l'Onu nel 2017. La guerra ha distrutto l'economia e causato la fuga di oltre 11 milioni di siriani dalle loro case.
Misure per prevenire l'epidemia di Coronavirus
Il nono anniversario dello scoppio della guerra in Siria giunge mentre nel paese non si registra ufficialmente nessun caso di contagio da Covid-19. Un record, almeno apparente, che nel Mediterraneo è condiviso solo dalla Libia, altro paese travolto dalle violenze, e dal piccolo Montenegro.
Il governo di Damasco, che formalmente controlla gran parte dei territori con l'esclusione dell'est e del nord-ovest, ha ribadito che fino a oggi non ci sono persone infettate dal coronavirus. Sui social media compaiono invece da giorni voci, non verificabili in maniera indipendente, dell'esistenza di "centinaia di casi" di infezione. Il governo centrale ha comunque cominciato, forse tardivamente, a correre ai ripari: oggi è stato annunciato il rinvio, di oltre un mese, delle elezioni legislative, previste per il prossimo 13 aprile. La nuova data è il 20 maggio. In tutte le aree in mano alle forze lealiste, appoggiate dalla Russia e dall'Iran, le scuole e le università sono chiuse almeno fino al 2 aprile.
I dati dell'Osservatorio per i diritti umani
Secondo l'Osservatorio per i diritti umani, in nove anni di guerra sono 384 mila le persone uccise, 116 mila delle quali sono civili. Ma si tratta di bilanci controversi. Già nel 2016, l'Onu documentava 400 mila uccisi in 'soli' 5 anni. Nel disastrato contesto siriano, con circa 11 milioni di persone che hanno abbandonato le loro case tra profughi all'estero (5 milioni e mezzo) e sfollati interni (6 milioni), è di fatto impossibile pensare di far fronte all'eventuale espandersi del Covid-19.
Nel nord-ovest, la Turchia e la Russia si sono accordate per dividersi quel che rimane, tra Idlib e Aleppo, delle aree cadute nel 2012 in mano alle opposizioni armate. Secondo l'Onu, nella zona rimangono circa 4 milioni di persone con bisogno umanitario. E di questi un milione sono stati sfollati dalla recente offensiva di Mosca e Damasco: 600mila sono bambini, 200mila sono donne. Nella zona di Idlib non ci sono ospedali funzionanti degni di questo nome. E tra gennaio e febbraio si sono registrati casi di civili, anche neonati, morti per il freddo e per l'assenza di medicinali.
Nella Siria orientale invece, l'insurrezione dell'Isis non è mai stata sconfitta. E i jihadisti continuano a colpire. Qui operano le forze curde, appoggiate dalle truppe americane, mai veramente ritiratesi come invece più volte annunciato dal presidente Donald Trump. La presenza statunitense è mirata oggi a contrastare quella dell'Iran, presente con milizie irachene, libanesi e afghane, nella basse valle dell'Eufrate, nella Siria centrale e in quella occidentale.
In questa zona, si intensificano i raid aerei israeliani, mentre la Russia emerge come la potenza incontrastata. Da decenni alleata di Damasco, Mosca è oggi l'attore più influente in tutto il Mediterraneo orientale. E, col placet anche di Washington, sfrutta il trampolino siriano per ampliare il suo raggio d'azione fino verso la Libia.
I dati dell'Unicef
Secondo l'UNICEF, 4,8 milioni di bambini sono nati durante la guerra in Siria da quando il conflitto è iniziato nove anni fa. Un ulteriore milione di bambini sono nati come rifugiati nei Paesi vicini. Continuano ad affrontare le devastanti conseguenze di una guerra brutale. I numeri di questa emergenza sono drammatici: 7,5 milioni di bambini hanno bisogno di aiuto. Di questi 5 milioni si trovano in Siria e 2,5 nei paesi limitrofi. 2,6 milioni di bambini sono sfollati interni e 2,5 milioni di bambini sono registrati come rifugiati nei paesi limitrofi. "La guerra in Siria segna oggi un'altra vergognosa pietra miliare", ha detto il Direttore generale dell'UNICEF Henrietta Fore, che è stata nel Paese la scorsa settimana. "Mentre il conflitto entra nel suo decimo anno, milioni di bambini stanno entrando nel loro secondo decennio di vita circondati dalla guerra, dalla violenza, dalla morte e dallo sfollamento. Il bisogno di pace non è mai stato così pressante".
Secondo i dati verificati dal 2014 (anno in cui è iniziato il monitoraggio ufficiale), fino al 2019: Più di 9.000 bambini sono stati uccisi o feriti nel conflitto; Quasi 5.000 bambini - alcuni anche di sette anni - sono stati reclutati nei combattimenti, quasi 1.000 strutture scolastiche e mediche sono state attaccate. E questi sono solo i numeri verificati, il vero impatto di questa guerra sui bambini sarà probabilmente più ampio.