Fotogrammi restaurati dell'Apollo 13: il fallito allunaggio fece storia "Houston, we have a problem"
Un fallimento o una missione epica? A pochi giorni dal cinquantesimo anniversario, celebrato solo virtualmente per via del coronavirus, lo specialista di immagini britannico Andy Saunders, utilizzando la tecnica fotografica stacking, ha restaurato mille fotogrammi partendo da una pellicola (16 mm) degli anni Settanta registrata durante la missione Apollo 13
Con i festeggiamenti virtuali per via del coronavirus, queste immagini restaurate, ottenute attraverso la tecnica di stacking - che vuol dire accatastare in una pila - riconducono di nuovo all'Apollo 13 che, a differenza delle precedenti missioni, ossia Apollo 11 e Apollo 12, non riuscì a completare le operazioni di allunaggio compromesse dall'esplosione di un modulo di servizio.
Still finishing off Apollo 13 Hasselblad and 16mm film remasters / restoration for the 50th anniversary. Here's a close-up of a huge panorama including a napping Fred Haise. Full images coming soon....#Apollo13 #apollo50 #NASA pic.twitter.com/F7uO1bcKaH
— Andy Saunders (@AndySaunders_1) April 7, 2020
Step on-board Apollo 13! Restored image consisting of 1,000 separate samples from x36, 16mm film frames.
— Andy Saunders (@AndySaunders_1) April 10, 2020
Commander Lovell (hand, left) keeps watch over his ship and resting crew: Haise, and Swigert (curled up in the storage area). The CO2 filter is in-situ (left).#Apollo13 pic.twitter.com/fqLYq5udzJ
A un passo dalla Luna, il problema per i tre astronauti non fu più come atterrare sull'obiettivo ma come ritornare a casa. Solo l'esperienza e lo spirito di adattamento del Comandante James Arthur Lovell e dei piloti John Leonard Swigert e Fred Wallace Haise, decollati l'11 aprile 1970 alle ore 13:13 dal Kennedy Space Center, garantì la soluzione.
"Sono ancora vivo. Finché posso continuare a respirare, sto bene", ha dichiarato Lovell, 92 anni. "È stata una grande missione", gli fa eco Haise, 86 anni, che ha dimostrato "cosa si può fare se le persone usano le loro menti e un po' di ingegnosità". Swigert è morto nel 1982.
Come pilota del modulo lunare, Haise sarebbe diventato il sesto uomo a camminare sulla superficie grigia e polverosa della Luna. Un sogno, sulla scia dei pionieri Neil Armstrong e Buzz Aldrin, sfumato per un guasto: "Houston abbiamo un problema" fu la parola d'ordine in seguito all'esplosione.
Oramai vicini, i tre si accorsero della caduta di tensione improvvisa in uno dei due principali circuiti elettrici. In pochi secondi, il controllo della missione registrò seri danni alla bombola di ossigeno, fuoriusciva nel vuoto racconteranno gli "eroi", e la distruzione di due celle a combustibile che servivano a generare energia elettrica. L'allunaggio scomparve ben presto dalle loro menti e in un quadro così compromesso, a 322 mila chilometri dalla Terra, i tre dovettero restare calmi e ragionare.
New high res, enhanced imagery / visualization of the damage to #Apollo13.
— Andy Saunders (@AndySaunders_1) April 11, 2020
What exactly happened? - See the actual impact on Bay 4 of the Service Module caused by the catastrophic failure of cryogenic oxygen tank 2:
My full analysis here: https://t.co/F4PPQW3cjz pic.twitter.com/KHt2TOhYOX
"L'esplosione non sarebbe potuta avvenire in un momento migliore", ha spiegato Lovell. "Se fosse avvenuta durante l'orbita lunare o, peggio ancora, quando due di noi erano sulla superficie lunare, sarebbe stata la fine". "Abbiamo ricevuto un aiuto divino, non abbiamo mai detto stiamo per morire", ha concluso Lovell che vive ancora a Houston.
La decisione, in collaborazione con gli uomini a terra, fu di trasferirsi nel Modulo Lunare "Aquarius" che, progettato per l'allunaggio, divenne la navicella di ritorno. Il lander, tra l'altro, era stato progettato per due persone e per soli due giorni di viaggio. Gli "sventurati" si ritrovarono nell'Aquarius in tre e dovettero convivere per quattro giorni. Persino il sovraccarico di anidride carbonica, causato dalla respirazione, ha minacciato di ucciderli.
Una missione eroica celebrata anche dal cinema. "Il fallimento non è una opzione", ripeteva il controllore di volo Eugene F. Kranz che Hollywood ha celebrato con "Apollo 13", il film uscito nel 1995 con Ed Harris nel ruolo di Kranz e Tom Hanks nei panni di Lovell.
Il futuro? "La presenza stabile sulla Luna", ha dichiarato qualche giorno fa Jim Bridenstine, Amministratore della National Aeronautics and Space Administration. "Abbiamo evidenziato gli elementi chiave necessari per realizzare la base. Tra questi, due rover necessari per spostarsi sulla superficie lunare, uno dei quali sarà dotato di servizi e consentirà all'equipaggio di effettuare viaggi lunghi anche 45 giorni. Nella regione polare a sud sorgerà un'installazione con supporti vitali, sistemi di comunicazione, schermature contro le radiazioni, pianificazioni di stoccaggio e piattaforma di atterraggio", dichiarano gli esperti. "Scopo di questa base sarà la sperimentazione. L'equipaggio potrà effettuare misurazioni in ambienti estremi o testare tecnologie necessarie al viaggio dell'uomo verso Marte. Mentre le altre nazioni si spostano sempre più nello spazio, la leadership americana è ora chiamata a guidare la prossima fase della ricerca dell'umanità per aprire il futuro alla scoperta e alla crescita senza fine", è il commento della Nasa.
Crediti (Foto 1): NASA/SAUNDERS