Progettare un bosco: un esempio dall'Expo di Milano (foto)
Il dopo Expo 2015 solleva molti problemi. Fra i dubbi e le domande ancora aperte, una certezza: è il progetto di paesaggio dell’area espositiva. Perché quello che certamente rimarrà, una volta terminato l’evento, sarà il bosco che fa da cornice al sito: ontani, pioppi, salici, querce e ancora carpini, tigli, rose e ciliegi selvatici, noccioli, per un totale di 12.000 alberi, 85.300 arbusti, 151.700 erbacee, e 107.600 piante acquatiche. Una foresta apparentemente spontanea ma progettata nei dettagli per l’Expo (da PANassociati), con la funzione di filtro verde tra l’area e il suo esterno, di valore aggiunto per i visitatori, e in sintonia con il tema della nutrizione: le specie arboree scelte sono quelle del paesaggio agrario della pianura Padana. Quale sarà il futuro di questo bosco? E con quali criteri sarà rispettato? Ma soprattutto, cosa si può fare affinché quest’isola verde diventi un arcipelago? Leggi l’intervista a Benedetto Selleri, autore del progetto paesaggio dell’Expo 2015