La piccola migrante ha disegnato il suo viaggio: col nero della notte e il rosso del sangue
Sheharzaad Hassan ha 8 anni e viene da Aleppo. È arrivata al campo profughi di Idomeni in Grecia dopo essere fuggita dalla Siria con la sua famiglia. Mostra il blocco su cui ha disegnato tutte le tappe del suo viaggio. Il suo esodo verso l'Europa che per ora si è fermato in Grecia. Nei suoi schizzi c'è tutto: c'è la guerra, colorata di nero e rosso come il sangue dei caduti, c'è il barcone carico di vite e c'è la nave della salvezza. Poi, la vita nel campo, gli operatori, i bambini e quella colomba della pace, azzurra come l'Europa, tanto vicina da poterla quasi toccare.
Al confine tra Grecia e Macedonia, migliaia di migranti e profughi sono bloccati dopo la chiusura delle frontiere lungo la rotta balcanica. A Idomeni la situazione è critica. Intanto, dalla mezzanotte di domenica 20 marzo, entra in vigore l'accordo Ue-Turchia che prevede che tutti i migranti che si affidano ai barconi dei trafficanti per passare dalle coste turche alle vicine isole greche nell'Egeo, compresi i siriani, siano individuati e registrati dalle autorità greche, e poi riportati sistematicamente, anche se non in tutti i casi, nei campi profughi in Turchia. Contemporaneamente, per ogni profugo siriano riportato nei campi turchi, un richiedente asilo siriano sarà prelevato dalla Turchia e portato in un paese dell'Ue.
Questi trasferimenti verso i paesi europei saranno effettuati applicando due meccanismi già previsti dall'Ue, ma finora poco o pochissimo utilizzati, e che potranno interessare fino a 72.000 persone: prima il programma volontario di "resettlement" ("reinsediamenti"), che potrà riguardare fino a 18.000 richiedenti asilo siriani; e in un secondo momento, se non dovesse bastare, la riserva del programma obbligatorio delle "relocation" ("ricollocamento"), che potrà arrivare a interessare fino a 54.000 persone. I siriani riportati in Turchia saranno gli ultimi a essere "reinstallati" o "ricollocati" in Europa (la precedenza sarà data ai profughi che non hanno mai tentato l'attraversamento illegale delle frontiere Ue). Il messaggio che si vuole dare con questo meccanismo deterrente è che ai siriani, per ricevere l'asilo nell'Unione europea, conviene di più restare ad aspettare nei campi profughi in
Turchia che affidarsi ai trafficanti per la traversata verso le isole dell'Egeo.
L'Ue ha anche stanziato 3 miliardi di euro in due anni (fino al 2018) per assegni di sussistenza e progetti di assistenza ai rifugiati e ai campi profughi in Turchia nei settori dell'istruzione, della salute, delle infrastrutture. I progetti cominceranno a essere selezionati e finanziati entro la fine di marzo. Se queste risorse saranno state bene utilizzate e saranno esaurite, l'Ue è pronta a stanziare altri 3 miliardi di euro nel 2018.
Una parte importante dell'accordo è quella che prevede che siano pienamente rispettati il diritto Ue e internazionale, e in particolare il principio di "non refoulement", ovvero il divieto di effettuare espulsioni collettive di migranti, che dovranno sempre avere la possibilità di vedere il loro caso specifico esaminato individualmente prima di essere, eventualmente, riportati in Turchia. Le domande d'asilo saranno esaminate caso per caso con l'intervento di giudici, esperti, interpreti, mediatori e funzionari greci, europei e dell'Onu (si calcola che a questo fine dovranno essere inviate in Grecia 3.000 persone).