Dopo Irma, 'l'occhio di Maria' è il nuovo uragano dalle potenzialità catastrofiche
10 giorni dopo il devastante passaggio di Irma, una nuova tempesta sta minacciando l'intera area caraibica
Maria è "potenzialmente devastante" ha reso noto il centro nazionale americano per gli uragani, NHC. Rafforzatosi a categoria 5, la più alta, l'uragano si è abbattuto su Martinica e sulla piccola isola di Dominica con venti a 260 km l'ora per poi essere relativamente declassato a categoria 4. In queste ore, la tempesta viaggia in direzione di Guadalupa.
Il primo ministro dominicense Roosevelt Skerrit ha raccontato la furia di Maria sui social. "I venti sono spietati, potremmo sopravvivere solo con la grazia di Dio", scrive Skerrit dalla sua abitazione. Pochi minuti più tardi, il politico cerca di descrivere il suono provocato dai venti. Mezz'ora dopo, dice: "Il mio tetto è scomparso e la casa inondata". Segue un post che non serve commentare: "Sono salvo".
Nella piccola isola più verde dei Caraibi, tutti sono rimasti chiusi in casa. Anche la polizia ha dovuto attendere il passaggio dell'uragano. Ogni intervento all'esterno è stato proibito perché ritenuto estremamente pericoloso. Le autorità di Dominica avevano già annunciato per tempo la chiusura delle scuole, degli uffici governativi e invitato la popolazione a spostarsi dalle aeree a maggior rischio. Nell'agosto 2015, l'uragano Erika provocò una serie di inondazioni e frane. Il bilancio fu di 31 vittime e più di 370 case distrutte.
Anche in Martinica, le autorità hanno preventivamente ordinato la chiusura di tutti gli enti pubblici e invitato la popolazione a prepararsi alla mancanza di luce e acqua. Stesso discorso a Porto Rico, dove la gente del posto ha cercato di proteggere le finestre con pannelli in legno. La preoccupazione delle autorità si riassume con gli inviti disperati di Hector Pesquera, commissario per la sicurezza pubblica locale, che dice: "Non so come renderlo più chiaro", continua a ripetere di restare in casa o andare via. Nel frattempo, in vista di una possibile devastazione, gli uffici di crisi stanno distribuendo razioni di forniture di base: tra cui acqua, latte, cibo in scatola, batterie e torce elettriche.
Il primo ministro dominicense Roosevelt Skerrit ha raccontato la furia di Maria sui social. "I venti sono spietati, potremmo sopravvivere solo con la grazia di Dio", scrive Skerrit dalla sua abitazione. Pochi minuti più tardi, il politico cerca di descrivere il suono provocato dai venti. Mezz'ora dopo, dice: "Il mio tetto è scomparso e la casa inondata". Segue un post che non serve commentare: "Sono salvo".
Nella piccola isola più verde dei Caraibi, tutti sono rimasti chiusi in casa. Anche la polizia ha dovuto attendere il passaggio dell'uragano. Ogni intervento all'esterno è stato proibito perché ritenuto estremamente pericoloso. Le autorità di Dominica avevano già annunciato per tempo la chiusura delle scuole, degli uffici governativi e invitato la popolazione a spostarsi dalle aeree a maggior rischio. Nell'agosto 2015, l'uragano Erika provocò una serie di inondazioni e frane. Il bilancio fu di 31 vittime e più di 370 case distrutte.
Anche in Martinica, le autorità hanno preventivamente ordinato la chiusura di tutti gli enti pubblici e invitato la popolazione a prepararsi alla mancanza di luce e acqua. Stesso discorso a Porto Rico, dove la gente del posto ha cercato di proteggere le finestre con pannelli in legno. La preoccupazione delle autorità si riassume con gli inviti disperati di Hector Pesquera, commissario per la sicurezza pubblica locale, che dice: "Non so come renderlo più chiaro", continua a ripetere di restare in casa o andare via. Nel frattempo, in vista di una possibile devastazione, gli uffici di crisi stanno distribuendo razioni di forniture di base: tra cui acqua, latte, cibo in scatola, batterie e torce elettriche.