Sweet Democracy. Dario Fo torna al cinema
Nel film opera prima di Michele Diomà la straordinaria partecipazione del premio Nobel
La libertà d'espressione in Italia e in Europa è il tema di Sweet Democracy, opera prima di Michele Diomà che vede la partecipazione straordinaria di Dario Fo.
Il progetto - la lavorazione è terminata poche settimane fa - è una co-produzione internazionale che ha visto impegnato il produttore Donald Ranvaud.
Il regista, 33 anni, napoletano ma cittadino di Roma d'adozione, che ne ha firmato anche la sceneggiatura, spiega che il film può essere considerato un'opera di satira cinematografica, ispirata in parte al capolavoro di Charlie Chaplin, Il grande dittatore, in cui attraverso la parodia del potere venivano messi a nudo tutti i limiti della libertà d'espressione in un'Europa dove la censura poteva e può essere sempre un male serpeggiante.
Il progetto - la lavorazione è terminata poche settimane fa - è una co-produzione internazionale che ha visto impegnato il produttore Donald Ranvaud.
Il regista, 33 anni, napoletano ma cittadino di Roma d'adozione, che ne ha firmato anche la sceneggiatura, spiega che il film può essere considerato un'opera di satira cinematografica, ispirata in parte al capolavoro di Charlie Chaplin, Il grande dittatore, in cui attraverso la parodia del potere venivano messi a nudo tutti i limiti della libertà d'espressione in un'Europa dove la censura poteva e può essere sempre un male serpeggiante.