I 75 anni di Franco Battiato, centro di gravità permanente del "pop" italiano
Grande sperimentatore ha saputo mescolare vari generi, dalla musica elettronica a quella classica con testi avanguardisti e ricercati. Ha firmato alcune delle canzoni più amate della musica leggera italiana da E ti vengo a cercare a Voglio vederti danzare, La stagione dell'amore, Cerco un centro di gravità permanente e Cuccurucucu
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te"
In tanti hanno fatto ricorso in questi giorni di emergenza per il coronavirus al potere salvifico della musica e delle parole de La Cura, scritta da Franco Battiato col filosofo Manlio Sgalambro, suonata e risuonata dai balconi e dalle finestre degli italiani chiusi in casa. Diodato, l'artista che ha vinto l'ultima edizione di Sanremo, ne ha eseguito un'intensa versione in una puntata di Che tempo che fa dedicandola all'Italia ferita.
Il 23 marzo Franco Battiato compie 75 anni. Mentre da tempo si rincorrono voci sul suo stato di salute, aspettiamo il ritorno del grande Maestro. Sono passati più di 50 anni dalle prime esperienze musicali a Milano per quello che è considerato il filosofo del pop, un grande sperimentatore che ha saputo mescolare vari generi, dalla musica elettronica a quella classica, testi avanguardisti e ricercati, insieme a collaboratori come il violinista Giusto Pio e Manlio Sgalambro. Battiato ha firmato alcune delle canzoni più famose della musica leggera italiana da E ti vengo a cercare a Voglio vederti danzare, La stagione dell'amore, Cerco un centro di gravità permanente e Cuccurucù.
Pilastro della musica italiana dai mille interessi - fisica, pittura, cinema, teatro - personaggio eclettico sempre avanti sui tempi, si è fatto amare dal pubblico più raffinato e da quello più popolare, elevando la sua natura "pop" a altro.
Partito a 18 anni da un paesino in provincia di Catania, Jonia, arriva a Milano in cerca del successo. Lì, dopo una lunga gavetta nei locali, incide il primo brano, "E più ti amo" di Alain Barriere, su un 45 giri di plastica allegato alla Nuova Enigmistica. Fu Gaber a consigliargli di farsi chiamare Franco anziché col vero nome Francesco, per non confondersi con Francesco Guccini, giovane esordiente nel programma "Diamoci del tu".
Nel 1979 pubblica L’Era del Cinghiale Bianco, primo lavoro con la Emi Italiana. Seguono Patriots (1980) e, nel 1981, La voce del Padrone, che resta al vertice della classifica italiana per un anno vendendo oltre un milione di copie. Battiato diventa un “caso”, materia di studio per gli intellettuali e fonte d'ispirazione per i musicisti. Gli album successivi sono: L’arca di Noè (1982), Orizzonti perduti (1983), Mondi lontanissimi (1985), Echoes of sufi dances (1985).
Dall'Eurovision festival a Giubbe Rosse
Nel 1984 Battiato partecipa con Alice all'Eurovision Festival con i Treni di Tozeur, arrivano quinti ma la loro esibizione è memorabile.
Nel 1989 esce il doppio album dal vivo Giubbe rosse ripubblicato da qualche giorno in occasione del trentesimo anniversario. È forse il suo album forse più iconico. Nel 1988 Franco Battiato era ancora uno dei pochissimi cantautori italiani che non aveva ancora pubblicato un disco dal vivo. Decise di farlo solo dopo aver terminato una tournee realizzata con tutte le caratteristiche che egli stesso desiderava, dal clima tranquillo all'atmosfera che si creava col pubblico attento e coinvolto. Il tour toccò città come Parigi dove suonò al Teatro de la Ville (dicembre 1988) e come Madrid all'Alcalà Palace, per poi terminare al prestigioso Teatro Lirico di Milano per l'apoteosi finale. Ne venne fuori Giubbe Rosse, testimonianza e pietra miliare del nuovo pop che Battiato portava nelle classifiche negli anni '80.
Povera Patria
Negli anni successivi il Maestro inizia a guardare al mondo del cinema: nel 1990 esce la colonna sonora composta per il film Benvenuto Cellini – Una vita scellerata. Nel 1991 Battiato incide Come un Cammello in una grondaia. L’album contiene, accanto ad alcuni lieder ottocenteschi, anche il brano Povera Patria, registrato negli storici Abbey Road Studios di Londra, che diviene in breve tempo un simbolo di impegno civile.
Nello stesso periodo lavora alla sua seconda opera lirica, Gilgamesh, che debutta con successo al Teatro dell’Opera di Roma nel 1992. Nell’ottobre ’93 Battiato pubblica l’album Caffé de la Paix e debutta con la Messa Arcaica, composizione per soli, coro e orchestra.
La collaborazione con Sgalambro
Nel settembre del ’94, su commissione della Regione Siciliana per l’ottavo centenario della nascita di Federico II di Svevia, viene rappresentata nella Cattedrale di Palermo l’opera Il Cavaliere dell’intelletto, su libretto del filosofo Manlio Sgalambro. Nel ’95 è la volta de L’ombrello e la macchina da cucire, album pop su testi di Manlio Sgalambro.
Nell’autunno del ’96 la Polygram pubblica L’imboscata che contiene La cura. Nel ’98 esce Gommalacca, con Shock in my town che Battiato esegue l’anno dopo a Sanremo come ospite d’onore. L'anno seguente inizia la serie dei Fleurs album nei quali Battiato interpreta cover e inediti.
Battiato e Sgalambro in Paranoia, "canzone brutta" (1999)
Nel giugno 2000 esce Campi magnetici, disco che contiene le musiche del balletto commissionate dal Maggio Musicale Fiorentino. Il balletto, su testi di Manlio Sgalambro, viene rappresentato nello stesso mese al Teatro Comunale di Firenze con le coreografie di Paco Decina.
Nell’aprile 2001 esce Ferro Battuto, che contiene 10 brani prodotti e arrangiati dallo stesso Battiato con la partecipazione di alcuni prestigiosi ospiti, primo fra tutti Jim Kerr dei Simple Minds che duetta con Battiato in Running against the grain, poi la voce di Natasha Atlas, gli archi della London String Orchestra e, nella versione spagnola, Mercedes Sosa.
L'esordio cinematografico e la tv
Il 2003 è l'anno dell'esordio cinematografico come regista: esce nelle sale Perduto Amor, scritto con Manlio Sgalambro e riconosciuto d’Interesse Culturale Nazionale, che narra il percorso formativo di Ettore, prima bambino poi giovane adulto, nella Sicilia e nella Milano degli anni ’50 e ’60. Il film gli vale il Nastro d’Argento come miglior regista italiano esordiente.
Anticipato dai singoli Ermeneutica e Tra sesso e castità, esce, nell’ottobre 2004, Dieci stratagemmi, il cui titolo è ispirato al libro dei 36 stratagemmi, antico testo cinese di tattica e strategia militare.
A dicembre il debutto televisivo con Bitte, keine réclame, un programma scritto con Manlio Sgalambro. Sei puntate di 45 minuti, in cui vengono proposti incontri con uomini straordinari.
Il 2009 è l’anno di “Inneres Auge”, “L’Occhio Interiore”, album principalmente composto da reinterpretazioni che riguardano soprattutto il periodo pop-elettronico degli anni Ottanta, album come “Orizzonti Perduti” e “Mondi lontanissimi” rivisitati con sofisticata sensibilità. La canzone che dà il titolo all’album, unico inedito insieme a “U Cuntu” e “Tibet” (pubblicata solo in digitale prima) sono un grido di protesta contro il degrado e al decadimento del genere umano, partendo dalla situazione politica italiana fino al lontano Tibet. L'album contiene anche una meravigliosa interpretazione di “Inverno “ di De André.
Nel 2011 su commissione del Comune di Cosenza/Teatro Rendano, Battiato compone Telesio, la sua nuova opera, con libretto di Manlio Sgalambro. Nel 2013 collabora con Antony & The Johnson, con un disco dal vivo che riprende il concerto fatto assieme l’estate precedente e che s’intitola Del suo veloce volo.
Il 13 novembre 2015 viene pubblicata l’antologia dal titolo “Le nostre anime” in due differenti formati con nuove versioni, nuovi mix e brani remaster: una con 3 CD e una deluxe version contenente 6 CD più 4 DVD. Una vera summa di quanto realizzato da Battiato dal suo primo album ad oggi, coprendo anche il lavoro cinematografico. Inoltre l’antologia contiene due inediti e una cover oltre ad una straordinaria versione di Battiato con Mika del brano “Centro di gravità permanente”, con testo per l’occasione adattato in inglese e titolato “Center of gravity”.
"Torneremo ancora", uscito a ottobre è il suo ultimo grande album dal vivo che contiene l'omonimo inedito, un pezzo sull'universalità della migrazione che finisce per raccontare la condizione di esule di tutti gli esseri umani, in cerca “di una terra senza confini”, tesi al passaggio a un'altra dimensione, di libertà. Ma “finché non saremo liberi, torneremo ancora“, canta il Maestro e suona come una promessa, un invito a continuare a lottare.