Woody Allen: "Potrei smettere di girare film. Il coronavirus? Aspetto che passi"
"Ero solito finire un copione, farlo ricopiare al computer, consegnarlo al mio produttore che avrebbe iniziato a cercare i finanziamenti, formare il cast e quindi girare. L'ho fatto per anni nello stesso modo: un processo molto semplice. Ma in questo momento non funziona più", dice il regista newyorkese
"Le persone ormai pensano: 'Stare a casa non è poi così male, ceno e poi mi guardo un film sullo schermo del televisore'. Ma io non voglio fare film per i piccoli schermi, perciò potrei smettere del tutto di girarli". L'annuncio 'choc' è di Woody Allen che lo ha affidato al 'Financial Times', in un'intervista rilasciata in occasione dell'uscita il 5 giugno su varie piattaforme streaming del Regno Unito del suo ultimo film 'Un giorno di pioggia a New York'.
Il regista ha detto che potrebbe smettere di fare film parlando della chiusura, causa coronavirus, delle sale cinematografiche di quasi tutto il mondo: "Non so quante potranno riaprire", ha sottolineato. Poi sul blocco dei set, che potrebbe impedirgli di girare a breve un nuovo film, ha aggiunto: "Ho 84 anni, presto sarò morto. Anche se scrivessi la migliore sceneggiatura del mondo, potrebbe non esserci nessuno a produrla, perciò che incentivo avrei a continuare? Ero solito finire un copione, farlo ricopiare al computer, consegnarlo al mio produttore che avrebbe iniziato a cercare i finanziamenti, formare il cast e quindi girare. L'ho fatto per anni nello stesso modo: un processo molto semplice. Ma in questo momento non funziona più", dice il regista newyorkese che fra l'altro avrebbe già pronto un nuovo film, il 49esimo della sua carriera: 'Rifkin's Festival', interpretato da Christoph Waltz e Louis Garrel, la cui premiere inizialmente ipotizzata per Cannes slitterà al prossimo autunno al Festival di San Sebastián, dove è ambientato.
Il coronavirus e il lockdown non hanno affatto ispirato la sua creatività: "Non faccio niente per tutto il giorno, aspettando che questo coronavirus passi. Il massimo che posso fare è stare nella mia stanza a studiare un vaccino ma non illudetevi che riesca a trovarlo", ironizza. Il virus gli ha portato via anche un buon amico: Eddie Davis, uno dei componenti della sua jazz band. "Suonavo con Eddie tutti i lunedì sera, e due settimane dopo l'ultima volta lui se n'è andato. Era un uomo meraviglioso, siamo tutti devastati da questa perdita. Chissà se torneremo mai a suonare insieme", conclude il regista.
Il regista ha detto che potrebbe smettere di fare film parlando della chiusura, causa coronavirus, delle sale cinematografiche di quasi tutto il mondo: "Non so quante potranno riaprire", ha sottolineato. Poi sul blocco dei set, che potrebbe impedirgli di girare a breve un nuovo film, ha aggiunto: "Ho 84 anni, presto sarò morto. Anche se scrivessi la migliore sceneggiatura del mondo, potrebbe non esserci nessuno a produrla, perciò che incentivo avrei a continuare? Ero solito finire un copione, farlo ricopiare al computer, consegnarlo al mio produttore che avrebbe iniziato a cercare i finanziamenti, formare il cast e quindi girare. L'ho fatto per anni nello stesso modo: un processo molto semplice. Ma in questo momento non funziona più", dice il regista newyorkese che fra l'altro avrebbe già pronto un nuovo film, il 49esimo della sua carriera: 'Rifkin's Festival', interpretato da Christoph Waltz e Louis Garrel, la cui premiere inizialmente ipotizzata per Cannes slitterà al prossimo autunno al Festival di San Sebastián, dove è ambientato.
Il coronavirus e il lockdown non hanno affatto ispirato la sua creatività: "Non faccio niente per tutto il giorno, aspettando che questo coronavirus passi. Il massimo che posso fare è stare nella mia stanza a studiare un vaccino ma non illudetevi che riesca a trovarlo", ironizza. Il virus gli ha portato via anche un buon amico: Eddie Davis, uno dei componenti della sua jazz band. "Suonavo con Eddie tutti i lunedì sera, e due settimane dopo l'ultima volta lui se n'è andato. Era un uomo meraviglioso, siamo tutti devastati da questa perdita. Chissà se torneremo mai a suonare insieme", conclude il regista.