Cop24, la protesta di Greenpeace: il globo in fiamme davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino
La protesta nei giorni della Cop24
Un globo in fiamme con lo slogan "Climate Crisis" installato davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino. È la protesta degli attivisti di Greenpeace contro la gestione tedesca della questione climatica nella settimana in cui a Katowice in Polonia è riunita la COP24, la conferenza sul clima dove ministri e rappresentanti istituzionali stanno defininendo gli obiettivi climatici dei singoli paesi e gli aiuti finanziari alle regioni in via di sviluppo. La scorsa settimana i delegati di quasi duecento paesi sono stati impegnati nei colloqui che hanno come obiettivo l'integrazione delle regole per il finanziamento e l'attuazione dell'accordo di Parigi del 2015, che fissa l'obiettivo generale di limitare l'aumento del riscaldamento climatico tra 1,5 e due gradi rispetto ai livelli pre-industriali.
Secondo il rapporto annuale di Germanwatch, nella lotta contro il riscaldamento globale l'Italia perde sette posizioni scendendo al 23/o posto nella classifica sulle performance climatiche dei principali paesi del mondo. Il rapporto (realizzato dal network di ong Can-Climate action network, New Climate Institute e Legambiente) prende in considerazione 56 paesi, più l'Unione Europea nel suo complesso, dice che l'Italia "nonostante una buona performance nell'uso di energia, ha rallentato lo sviluppo delle rinnovabili e non ha una politica climatica nazionale adeguata agli obiettivi di Parigi. Le emissioni nel 2017 sono diminuite solo dello 0,3% rispetto al 2016 con una riduzione solo del 17,7% rispetto al 1990".
Vuoti i primi tre posti perché nessun Paese ha raggiunto gli standard adeguati, al quarto c'è la Svezia, l'Unione europea è salita dal 21/o al 16/o, gli Usa sono scesi dal 56/o al 59/o e l'Arabia Saudita si è piazzata in coda, al 60/o per l'ostruzionismo durante le negoziazioni.
Secondo il rapporto annuale di Germanwatch, nella lotta contro il riscaldamento globale l'Italia perde sette posizioni scendendo al 23/o posto nella classifica sulle performance climatiche dei principali paesi del mondo. Il rapporto (realizzato dal network di ong Can-Climate action network, New Climate Institute e Legambiente) prende in considerazione 56 paesi, più l'Unione Europea nel suo complesso, dice che l'Italia "nonostante una buona performance nell'uso di energia, ha rallentato lo sviluppo delle rinnovabili e non ha una politica climatica nazionale adeguata agli obiettivi di Parigi. Le emissioni nel 2017 sono diminuite solo dello 0,3% rispetto al 2016 con una riduzione solo del 17,7% rispetto al 1990".
Vuoti i primi tre posti perché nessun Paese ha raggiunto gli standard adeguati, al quarto c'è la Svezia, l'Unione europea è salita dal 21/o al 16/o, gli Usa sono scesi dal 56/o al 59/o e l'Arabia Saudita si è piazzata in coda, al 60/o per l'ostruzionismo durante le negoziazioni.