Ex Embraco, lavoratori manifestano a Torino e scrivono a Conte: "Siamo delusi"
La manifestazione dei lavoratori della ex Embraco a Torino
"Siamo lavoratrici e lavoratori della ex Embraco e scriviamo questa lettera aperta per esprimere il nostro disappunto, la nostra
delusione, la nostra rabbia riguardo a come il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli sia completamente assente dalla gestione della nostra crisi", inizia così la lettera dei lavoratori di Riva di Chieri - recapitata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte- letta in Piazza Castello a Torino, davanti alla sede della Regione Piemonte, dove una delegazione è stata accolta dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
"Sappiamo che non è facile trovare soluzioni, ma un ministro ha il dovere almeno di provarci - proseguono i lavoratori - ha il dovere di parlare con tutti i soggetti interessati, ha il dovere di conoscere approfonditamente le vicende per essere nella condizione migliore per trovare vie d'uscita. Questo non sta accadendo ed è una cosa gravissima anche per l'immagine che si dà delle istituzioni".
Esplicativi sono i cartelli mostrati in piazza: "Patuanelli dove sei?". "Ci stupisce - aggiungono - che questo comportamento del
ministro arrivi proprio da un componente del Movimento 5 Stelle che ha preso i voti dei cittadini facendo un baluardo della propria condotta politica sull'idea che coloro che erano al potere non agivano per la collettività, che bisognava andare ad occupare i posti per affrontare e risolvere i problemi reali della gente e quando ciò si è verificato non si fa nemmeno il minimo indispensabile. Anzi si fa peggio, scappando letteralmente dalla responsabilità", concludono i lavoratori che chiedono a Conte di intercedere.
La storia della Embraco parte dal Brasile negli anni Settanta. La produzione di parti di frigoriferi, compressori, motori e oggetti idraulici va bene, tanto che l'azienda si espande nel mondo. Avanza nelle Americhe, in Europa e persino in Cina. In Italia sono gli anni Novanta, precisamente il 1994, quando la multinazionale acquisisce lo stabilimento di Riva di Chieri, vicino Torino. La produzione riguarda gli strumenti per la refrigerazione domestica, mentre in Slovacchia nasce uno stabilimento che si occupa della commercializzazione.
Entrambi gli stabilimenti forniscono il mercato europeo. Tutto sembra proseguire nel verso giusto, a garanzia del Gruppo Whirlpool che la controlla, quando Ex Embraco annuncia esuberi di 497 su 537 lavoratori italiani senza cassa integrazione. Interviene il ministro dello Sviluppo economico di allora, Carlo Calenda, che non esita a definire il management dell'azienda, attualmente gruppo Whirpool, "gentaglia".
Da tagli annunciati si è passati alla chiusura dello stabilimento, con l'intento delocalizzare la produzione in Slovacchia. Dal 2018, la crisi della ex Embraco è passata di mano in mano sul tavolo dei ministri. Il problema resta e i lavoratori manifestano.
delusione, la nostra rabbia riguardo a come il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli sia completamente assente dalla gestione della nostra crisi", inizia così la lettera dei lavoratori di Riva di Chieri - recapitata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte- letta in Piazza Castello a Torino, davanti alla sede della Regione Piemonte, dove una delegazione è stata accolta dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
"Sappiamo che non è facile trovare soluzioni, ma un ministro ha il dovere almeno di provarci - proseguono i lavoratori - ha il dovere di parlare con tutti i soggetti interessati, ha il dovere di conoscere approfonditamente le vicende per essere nella condizione migliore per trovare vie d'uscita. Questo non sta accadendo ed è una cosa gravissima anche per l'immagine che si dà delle istituzioni".
Esplicativi sono i cartelli mostrati in piazza: "Patuanelli dove sei?". "Ci stupisce - aggiungono - che questo comportamento del
ministro arrivi proprio da un componente del Movimento 5 Stelle che ha preso i voti dei cittadini facendo un baluardo della propria condotta politica sull'idea che coloro che erano al potere non agivano per la collettività, che bisognava andare ad occupare i posti per affrontare e risolvere i problemi reali della gente e quando ciò si è verificato non si fa nemmeno il minimo indispensabile. Anzi si fa peggio, scappando letteralmente dalla responsabilità", concludono i lavoratori che chiedono a Conte di intercedere.
La storia della Embraco parte dal Brasile negli anni Settanta. La produzione di parti di frigoriferi, compressori, motori e oggetti idraulici va bene, tanto che l'azienda si espande nel mondo. Avanza nelle Americhe, in Europa e persino in Cina. In Italia sono gli anni Novanta, precisamente il 1994, quando la multinazionale acquisisce lo stabilimento di Riva di Chieri, vicino Torino. La produzione riguarda gli strumenti per la refrigerazione domestica, mentre in Slovacchia nasce uno stabilimento che si occupa della commercializzazione.
Entrambi gli stabilimenti forniscono il mercato europeo. Tutto sembra proseguire nel verso giusto, a garanzia del Gruppo Whirlpool che la controlla, quando Ex Embraco annuncia esuberi di 497 su 537 lavoratori italiani senza cassa integrazione. Interviene il ministro dello Sviluppo economico di allora, Carlo Calenda, che non esita a definire il management dell'azienda, attualmente gruppo Whirpool, "gentaglia".
Da tagli annunciati si è passati alla chiusura dello stabilimento, con l'intento delocalizzare la produzione in Slovacchia. Dal 2018, la crisi della ex Embraco è passata di mano in mano sul tavolo dei ministri. Il problema resta e i lavoratori manifestano.