La dichiarazione di indipendenza del 6 ottobre 1934: quando la Catalogna fu repubblica per una notte
Ottant'anni fa la proclamazione dello Stato da parte di Luis Companys, leader dell'ERC (Esquerra Republicana de Catalunya) e presidente della Generalitat. Durò una notte
Sono da poco passate le 8 di sera del 6 ottobre 1934, Lluis Company accompagnato da tutti i ministri si affaccia al balcone del Palazzo della Generalità in Piazza Sant Jaume e annuncia alla folla la nascita dello Stato catalano: "Gli ambienti monarchici e fascisti che hanno da qualche tempo tentato di tradire la Repubblica sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo. In quest'ora solenne, in nome del popolo e del Parlamento, il governo che presiedo si assume tutte le cariche del potere e proclama lo stato catalano della repubblica federale spagnola e, serrando i ranghi di coloro che sono uniti nella comune protesta contro il fascismo, li invita a sostenere il governo provvisorio della repubblica catalana."
Il contesto
La Spagna era diventata una repubblica da appena tre anni all'indomani della cacciata di Alfonso XII e dopo la fine della dittatura di Miguel Primo de Rivera. I rapporti tra Barcellona e Madrid sono già tesi dopo che il governo spagnolo aveva chiesto e ottenuto dalla Corte costituzionale l'annullamento della riforma agraria catalana che ridistribuiva le terre dei latifondisti ai piccoli agricoltori e la situazione precipita il 1 ottobre quando tre rappresentanti della Confederación Española de Derechas Autónomas (CEDA) entrano a far parte del governo guidato da Ricardo Samper.
Il partito clerical-conservatore aveva il vento in poppa dopo la vittoria elettorale delle destre nel novembre dell 1933, un vento che spirava forte in tutta Europa con il regime fascista saldamente in sella a Roma e i nazionalsocialisti di Hitler che comandavano a Berlino. La sinistra socialista e i sindacati spagnoli reagiscono a questa deriva a destra indicendo per il 5 ottobre uno sciopero generale che si trasforma in rivolta nelle Asturie e a Madrid dove si tenta l'assalto al ministero dell'interno, al Parlamento e alla Banca di Spagna e che si conclude con una serie di arresti.
Il colpo di mano
In Catalogna lo sciopero ha grande successo popolare e alle rivendicazioni sociali si affiancano le aspirazioni nazionali. Lluis Companys, che era da pochi mesi succeduto a Francesc Macià alla guida dell'ERC e alla presidenza della Generalitat catalana, ne approfitta per tentare il colpo di mano con una dichiarazione di indipendenza che però come abbiamo letto fa riferimento alla costruzione in prospettiva di uno Stato spagnolo federale.
L'epilogo
La risposta di Madrid non si fa attendere ed è perentoria. Viene dichiarato lo stato di guerra e al comandante delle forze spagnole in Catalogna, il generale Domingo Batet, viene ordinato di arrestare Companys e i suoi ministri. A nulla vale la resistenza contro l'intervento dell'esercito, in città si erigono barricate e un centinaio di Mossos de Escuadra, la polizia catalana, si pone a difesa del palazzo del governo. Batet schiera l'artiglieria sul promontorio di Montjuïc. Negli scontri durati tutta la notte muoiono 38 civili e 8 militari, qualche migliaio di persone finisce in manette. Alle 7 del mattino le truppe fedeli a Madrid entrano nel palazzo del governo catalano. In un disperato tentativo Luis Companys esorta Batet a schierarsi dalla parte degli insorti ma il generale risponde arrestando lui, i ministri, il presidente del Parlamento e diversi deputati. Sono passate meno di 12 ore e la Catalogna è tornata sotto il controllo del governo spagnolo.
La tragica appendice fascista
Ne segui una dura repressione con la sospensione a tempo indefinito dell'autonomia catalana. Companys fu condannato a 30 anni ma nel 1936 tornò libero e alla guida della Catalogna durante gli anni della guerra civile. Con la presa di potere di Franco nel 1939 fuggì in Francia prima a Perpignan e poi a Parigi. Il 13 agosto 1940 fu arrestato dalla Gestapo, estradato in Spagna subì un processo sommario e la condanna a morte eseguita il 15 ottobre 1940. Erano trascorsi appena 6 anni dall'effimero tentativo di realizzare il sogno di uno Stato catalano.