Tracce di vita su Marte? Ce lo dirà la trivella italiana e la missione ExoMars 2020
La missione ExoMars 2020 cercherà, per la prima volta nella storia, tracce di vita nel sottosuolo del Pianeta Rosso. Entro l'estate sarà presentato il primo modello per il test che perforerà il suolo con una punta in diamante policristallino che genererà un foro di 25 millimetri di diametro.
Fare tesoro degli errori commessi nelle precedenti missioni e andare avanti: è questo l'obiettivo della missione Exomars 2020 che, spiega Jorge Vago dell'Agenzia spaziale europea (Esa), "sarà molto più ambiziosa e complicata della precedente, per questo ci sono molte più cose da testare".
Quali sarebbero le novità? L'elenco è piuttosto lungo. Nel 2016 il lander Schiaparelli aveva un solo paracadute, mentre questa volta ce ne serviranno ben quattro che si apriranno uno dopo l'altro. Per non parlare del sistema di atterraggio che sarà più complesso, in fondo Schiaparelli pesava soltanto 600 chili, mentre adesso si è passati a duemila.
Come spiega Vago, la missione 2016 ha dimostrato "che il paracadute supersonico funziona alla perfezione, così come l'altimetro radar. A dare problemi, è stata l'unità formata da giroscopi e accelerometri. ExoMars 2016 ha lasciato in eredità anche l'orbiter Tgo - Trace Gas Orbiter, che avrà un ruolo cruciale nella missione 2020. "L'orbiter sta finendo la manovra di aerofrenaggio atmosferico con un mese di anticipo e da metà marzo sarà nell'orbita scientifica", aggiunge Vago. "Il Tgo funziona bene e comincerà a fare il suo lavoro a inizio aprile".
Analizziamo la trivella italiana (con una potenza di 80 watt) che andrà su Marte. Al momento sta superando gli esami. Leonardo annuncia che sono stati completati con successo i test di qualifica spaziale della trivella realizzata dal colosso aerospaziale nello stabilimento di Nerviano, alle porte di Milano, appositamente per la Missione ExoMars 2020. Un annuncio che arriva in concomitanza con la presentazione alla stampa della mostra 'Marte. Incontri ravvicinati con il Pianeta Rosso', visitabile fino al 3 giugno al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia di Milano.
Le prove dello strumento sviluppato da Leonardo, durate quattro mesi, si sono svolte presso i laboratori del Cisas, il Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali 'Giuseppe Colombo' di Padova. In una speciale camera allestita per l'occasione, sono state simulate operazioni in ambiente marziano: suolo roccioso, temperature comprese tra -100°C e +35°C e una atmosfera di anidride carbonica ad una pressione di 5-10 millibar.
E la trivella "ha dimostrato di essere pronta a svolgere la sua missione" a bordo del Rover di ExoMars, quando cercherà tracce di vita, presente o passata, scavando fino a 2 metri sotto il suolo del Pianeta Rosso. Solo a questa profondità, infatti, spiegano gli esperti, "le attività biologiche non vengono distrutte dalle radiazioni cosmiche, ed è quindi possibile trovarne prove di esistenza".
Il programma ExoMars è frutto della cooperazione tra Agenzia Spaziale Europea (Esa), Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi), con l’importante contributo della Nasa. Realizzata da un consorzio industriale europeo guidato dall’italiana Thales Alenia Space (Thales 67%, Leonardo 33%), la missione comprende due fasi distinte: la prima ha portato nel 2016 una sonda (Tgo - Trace Gas Orbiter) in orbita intorno a Marte per studiarne l’atmosfera, mentre la seconda è prevista per il 2020. Quest’ultima vedrà la presenza di un rover automatico che, grazie alla trivella realizzata da Leonardo, potrà prelevare campioni di terreno e analizzarne le proprietà chimiche, fisiche e biologiche.
Quali sarebbero le novità? L'elenco è piuttosto lungo. Nel 2016 il lander Schiaparelli aveva un solo paracadute, mentre questa volta ce ne serviranno ben quattro che si apriranno uno dopo l'altro. Per non parlare del sistema di atterraggio che sarà più complesso, in fondo Schiaparelli pesava soltanto 600 chili, mentre adesso si è passati a duemila.
Come spiega Vago, la missione 2016 ha dimostrato "che il paracadute supersonico funziona alla perfezione, così come l'altimetro radar. A dare problemi, è stata l'unità formata da giroscopi e accelerometri. ExoMars 2016 ha lasciato in eredità anche l'orbiter Tgo - Trace Gas Orbiter, che avrà un ruolo cruciale nella missione 2020. "L'orbiter sta finendo la manovra di aerofrenaggio atmosferico con un mese di anticipo e da metà marzo sarà nell'orbita scientifica", aggiunge Vago. "Il Tgo funziona bene e comincerà a fare il suo lavoro a inizio aprile".
Analizziamo la trivella italiana (con una potenza di 80 watt) che andrà su Marte. Al momento sta superando gli esami. Leonardo annuncia che sono stati completati con successo i test di qualifica spaziale della trivella realizzata dal colosso aerospaziale nello stabilimento di Nerviano, alle porte di Milano, appositamente per la Missione ExoMars 2020. Un annuncio che arriva in concomitanza con la presentazione alla stampa della mostra 'Marte. Incontri ravvicinati con il Pianeta Rosso', visitabile fino al 3 giugno al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia di Milano.
Le prove dello strumento sviluppato da Leonardo, durate quattro mesi, si sono svolte presso i laboratori del Cisas, il Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali 'Giuseppe Colombo' di Padova. In una speciale camera allestita per l'occasione, sono state simulate operazioni in ambiente marziano: suolo roccioso, temperature comprese tra -100°C e +35°C e una atmosfera di anidride carbonica ad una pressione di 5-10 millibar.
E la trivella "ha dimostrato di essere pronta a svolgere la sua missione" a bordo del Rover di ExoMars, quando cercherà tracce di vita, presente o passata, scavando fino a 2 metri sotto il suolo del Pianeta Rosso. Solo a questa profondità, infatti, spiegano gli esperti, "le attività biologiche non vengono distrutte dalle radiazioni cosmiche, ed è quindi possibile trovarne prove di esistenza".
Il programma ExoMars è frutto della cooperazione tra Agenzia Spaziale Europea (Esa), Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi), con l’importante contributo della Nasa. Realizzata da un consorzio industriale europeo guidato dall’italiana Thales Alenia Space (Thales 67%, Leonardo 33%), la missione comprende due fasi distinte: la prima ha portato nel 2016 una sonda (Tgo - Trace Gas Orbiter) in orbita intorno a Marte per studiarne l’atmosfera, mentre la seconda è prevista per il 2020. Quest’ultima vedrà la presenza di un rover automatico che, grazie alla trivella realizzata da Leonardo, potrà prelevare campioni di terreno e analizzarne le proprietà chimiche, fisiche e biologiche.