Jacobs su 'scarpe magiche': "Non rispondo neppure". Coe lo difende. Futuro Usa? Sto bene in Italia
Le accuse sulle scarpe indossate da Marcell Jacobs: le Nike Air Zoom Maxfly, mosse da un quotidiano statunitense, e la risposta del numero uno dell'atletica mondiale Sebastian Coe
"Ogni marca ha le scarpe praticamente identiche. Quando me le hanno mandate ho fatto i test e dal Pc non abbiamo visto grandi differenze. Le velocità, le ampiezze e le frequenze sono quelle. È forse più una questione di come riesci ad adattarti", chiude la polemica sulle presunte scarpe magiche Marcell Jacobs rispondendo ai cronisti dopo la qualificazione della staffetta 4x100 alla finale dei Giochi Olimpici di Tokyo.
A suo favore anche il numero uno dell'atletica mondiale. La domanda era scontata, la risposta prevedibile. La faccia di sir Sebastian Coe, numero uno dell'atletica mondiale e tra i politici sportivi più influenti in circolazione, la dice tutta sulle velate e subdole accuse di doping al campione olimpico dei 100 Marcell Jacobs.
"Sono in politica da troppo tempo per essere coinvolto in queste cose - dice Coe -, e sinceramente non leggo tutti i giornali, sono solo speculazioni. Riguardo ogni atleta sono fiducioso sulle prestazioni in gara. Abbiamo sistemi antidoping che garantiscono la certezza su ogni prestazione" il presidente della World Athletics, ente mondiale dell'atletica, ne ha parlato allo stadio olimpico di Tokyo, e l'attenzione mediatica ovviamente è quasi tutta rivolta agli atleti italiani. Più stupito del fatto che l'italia non fosse mai entrata in una finale dei 100 metri, piuttosto che dell'exploit dell'azzurro medaglia d'oro: "Ho seguito i progressi di Jacobs - rivela Coe -, ha alle spalle un buon sistema di allenamento e un buon coach. Un exploit del genere nell'atletica può accadere: i progressi nel nostro sport sono lineari e statistici".
E sul possibile trasferimento negli Usa...
"Sto ricominciando a riallacciare i rapporti con mio padre e una parte della mia famiglia. Per questo pensavo di trascorrere più tempo negli Stati Uniti ma non ho alcuna intenzione di andare ad abitare là, qua ho tutto quello che mi serve". Così Marcell Jacobs, campione olimpico dei 100 metri a Tokyo 2020, riguardo alla possibilità di trasferirsi in futuro negli Stati Uniti.
A suo favore anche il numero uno dell'atletica mondiale. La domanda era scontata, la risposta prevedibile. La faccia di sir Sebastian Coe, numero uno dell'atletica mondiale e tra i politici sportivi più influenti in circolazione, la dice tutta sulle velate e subdole accuse di doping al campione olimpico dei 100 Marcell Jacobs.
"Sono in politica da troppo tempo per essere coinvolto in queste cose - dice Coe -, e sinceramente non leggo tutti i giornali, sono solo speculazioni. Riguardo ogni atleta sono fiducioso sulle prestazioni in gara. Abbiamo sistemi antidoping che garantiscono la certezza su ogni prestazione" il presidente della World Athletics, ente mondiale dell'atletica, ne ha parlato allo stadio olimpico di Tokyo, e l'attenzione mediatica ovviamente è quasi tutta rivolta agli atleti italiani. Più stupito del fatto che l'italia non fosse mai entrata in una finale dei 100 metri, piuttosto che dell'exploit dell'azzurro medaglia d'oro: "Ho seguito i progressi di Jacobs - rivela Coe -, ha alle spalle un buon sistema di allenamento e un buon coach. Un exploit del genere nell'atletica può accadere: i progressi nel nostro sport sono lineari e statistici".
E sul possibile trasferimento negli Usa...
"Sto ricominciando a riallacciare i rapporti con mio padre e una parte della mia famiglia. Per questo pensavo di trascorrere più tempo negli Stati Uniti ma non ho alcuna intenzione di andare ad abitare là, qua ho tutto quello che mi serve". Così Marcell Jacobs, campione olimpico dei 100 metri a Tokyo 2020, riguardo alla possibilità di trasferirsi in futuro negli Stati Uniti.