Roma, ritrovato spezzato in due il monumento dedicato a Walter Rossi
L'opera, dello scultore e giornalista Giuseppe Rogolino, è stata realizzata l'anno dopo la morte dello studente e militante di Lotta Continua ucciso il 30 settembre 1977 a Roma. Probabile cedimento strutturale
E' stato trovato spezzato a metà, a Roma, il monumento intitolato a Walter Rossi, il militante di Lotta Continua ucciso il 30 settembre 1977 nella Capitale. Gli agenti di polizia hanno recuperato una parte che si trova in questo momento negli uffici di via del Falco. Sono in corso accertamenti per ricostruire quanto accaduto.
L'opera, dello scultore e giornalista Giuseppe Rogolino, è stata realizzata l'anno dopo la morte dello studente e collocata dal Comune di Roma in quella che prima era chiamata piazza Igea, poi diventata piazza Walter Rossi. E la targa in memoria del ragazzo è stata aggiunta il 30 settembre 2007, nel giorno del 30esimo anniversario della sua morte. Il monumento rappresenta un grande meteorite dal quale escono numerose mani, simbolo delle energie giovanili che sopravvivono alla forza del meteorite.
Rogolino: "Non penso a gesto vandalico"
"Nessuno mi ha avvertito del crollo del monumento. Non penso a un gesto vandalico, piuttosto temo che il restauro del 2007 non sia stato fatto a regola d'arte e che le infiltrazioni d'acqua e il trascorrere del tempo abbiano provocato un rigonfiamento del ferro e provocato il cedimento dell'opera", ha detto Giuseppe Rogolino, autore dell'opera, giunto sul posto. "Non ho visto colpi che possano giustificare un danneggiamento doloso", dice ancora.
"Certo, vedere questo monumento buttato giù dal basamento fa parecchio male. Mi ha fatto davvero impressione. Per un artista un'opera è un po' come un figlio". Sui tempi di restauro, Rogolino si dice fiducioso: "Non credo sia un lavoro particolarmente complesso. Gli esperti mi hanno rassicurato e penso che per il 30 settembre 2021 (anniversario della morte di Walter Rossi, ndr) il monumento tornerà al suo posto. So che alcune mani in bronzo del meteorite saranno sottoposte ad analisi per capire se ci sono tracce di impronte digitali di potenziali vandali ma aver visto quel perno arrugginito mi fa pensare che banalmente sia scoppiato il blocco in pietra dell'intera opera".
Scultore, pittore, videodesigner, giornalista e direttore artistico della Rai, Rogolino, avellinese di 67 anni, racconta di aver realizzato l'opera - il cui titolo è 'Contro ogni violenza' - "perché un ragazzo del gruppo di sinistra di Balduina, mio allievo al liceo artistico dove insegnavo, mi chiese se potevo fare una scultura in memoria di Walter". "All'epoca (eravamo nel 1977) avevo appena vinto un concorso - continua - e stavo lavorando al progetto di un monumento alto ben 30 metri per "Ciro il Grande" da porre nell'omonima piazza dell'Eur, ma la cosa sfumò perché in Iran ci fu la contestazione contro lo Scia' seguita poi dal colpo di Stato. Per Walter Rossi mi prestai a lavorare gratis purché fossero raccolti dai ragazzi i fondi per acquistare il marmo peperino proveniente da una cava ai Castelli romani, presso il comune di Marino. Un giorno, mentre lavoravo lì, mi affiancò un'auto bianca dalla quale qualcuno fece partire diversi colpi di pistola. Fu ferito il cane che era di guardia, io me la cavai. Fu l'unico episodio di violenza ricollegata a quella scultura che devo dire, nel corso degli anni, non è mai stata oggetto di danneggiamenti di matrice politica. Per questo mi sembra strano che questa notte l'opera sia stata oggetto di un atto di vandalismo. Solo negli anni sono state asportate le mani, ma credo che sia stato fatto perché il bronzo ha un certo valore".
L'opera, dello scultore e giornalista Giuseppe Rogolino, è stata realizzata l'anno dopo la morte dello studente e collocata dal Comune di Roma in quella che prima era chiamata piazza Igea, poi diventata piazza Walter Rossi. E la targa in memoria del ragazzo è stata aggiunta il 30 settembre 2007, nel giorno del 30esimo anniversario della sua morte. Il monumento rappresenta un grande meteorite dal quale escono numerose mani, simbolo delle energie giovanili che sopravvivono alla forza del meteorite.
Rogolino: "Non penso a gesto vandalico"
"Nessuno mi ha avvertito del crollo del monumento. Non penso a un gesto vandalico, piuttosto temo che il restauro del 2007 non sia stato fatto a regola d'arte e che le infiltrazioni d'acqua e il trascorrere del tempo abbiano provocato un rigonfiamento del ferro e provocato il cedimento dell'opera", ha detto Giuseppe Rogolino, autore dell'opera, giunto sul posto. "Non ho visto colpi che possano giustificare un danneggiamento doloso", dice ancora.
"Certo, vedere questo monumento buttato giù dal basamento fa parecchio male. Mi ha fatto davvero impressione. Per un artista un'opera è un po' come un figlio". Sui tempi di restauro, Rogolino si dice fiducioso: "Non credo sia un lavoro particolarmente complesso. Gli esperti mi hanno rassicurato e penso che per il 30 settembre 2021 (anniversario della morte di Walter Rossi, ndr) il monumento tornerà al suo posto. So che alcune mani in bronzo del meteorite saranno sottoposte ad analisi per capire se ci sono tracce di impronte digitali di potenziali vandali ma aver visto quel perno arrugginito mi fa pensare che banalmente sia scoppiato il blocco in pietra dell'intera opera".
Scultore, pittore, videodesigner, giornalista e direttore artistico della Rai, Rogolino, avellinese di 67 anni, racconta di aver realizzato l'opera - il cui titolo è 'Contro ogni violenza' - "perché un ragazzo del gruppo di sinistra di Balduina, mio allievo al liceo artistico dove insegnavo, mi chiese se potevo fare una scultura in memoria di Walter". "All'epoca (eravamo nel 1977) avevo appena vinto un concorso - continua - e stavo lavorando al progetto di un monumento alto ben 30 metri per "Ciro il Grande" da porre nell'omonima piazza dell'Eur, ma la cosa sfumò perché in Iran ci fu la contestazione contro lo Scia' seguita poi dal colpo di Stato. Per Walter Rossi mi prestai a lavorare gratis purché fossero raccolti dai ragazzi i fondi per acquistare il marmo peperino proveniente da una cava ai Castelli romani, presso il comune di Marino. Un giorno, mentre lavoravo lì, mi affiancò un'auto bianca dalla quale qualcuno fece partire diversi colpi di pistola. Fu ferito il cane che era di guardia, io me la cavai. Fu l'unico episodio di violenza ricollegata a quella scultura che devo dire, nel corso degli anni, non è mai stata oggetto di danneggiamenti di matrice politica. Per questo mi sembra strano che questa notte l'opera sia stata oggetto di un atto di vandalismo. Solo negli anni sono state asportate le mani, ma credo che sia stato fatto perché il bronzo ha un certo valore".