Accadde oggi. 11 settembre 1973 il golpe in Cile
Cominciò all'alba dell'11 settembre 1973 con i caccia che bombardavano il palazzo presidenziale della Moneda di Santiago e la marina che si ammutinava a Valparaiso. Poi l'assalto dei carri armati del generale Augusto Pinochet che terminò con l'uccisione di Salvatore Allende. Finiva così nel sangue l'esperienza democratica di 'Unidad popular' che aveva portato le sinistre al governo in Cile.
È l'11 settembre 1973, quando il presidente cileno Salvator Allende, assediato dall'esercito guidato dal generale Augusto Pinochet nel suo ufficio al palazzo della Moneda a Santiago, si toglie la vita, dopo aver parlato per un'ultima volta, via radio, ai connazionali pronunciando le celebri parole:
« Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano, ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento»
È il colpo di stato cileno che si consuma in un solo giorno, ma che diventa cruciale non solo nella storia della America Latina, ma del mondo intero, ingabbiato nella logica della Guerra fredda. Il bombardamento della Moneda, il palazzo presidenziale a Santiago del Cile, la fine tragica di Allende e l'entrata in scena del generale Augusto Pinochet aprono una fase storica drammatica per una parte della popolazione cilena. Si registrano, infatti, da subito, condanne, persecuzioni, torture ai danni dei sostenitori e degli attivisti dell'eterogeneo mondo della sinistra.
Alla vigilia del 43mo anniversario di quel tragico giorno, la figlia di Salvador Allende ha annunciato di volersi candidare alla presidenza del Cile. "Ho reso nota la mia volontà di candidarmi, se così vorranno i socialisti". Leader del partito socialista, come suo padre, Isabel Allende è stata la prima donna presidente del Senato della storia del Cile. La
senatrice, cugina della scrittrice sua omonima, intende presentarsi alle primarie della coalizione di centro sinistra Nueva Mayoria. Suo avversario sarà l'ex presidente socialdemocratico Ricardo Lagos (2000- 2006). In campo avverso, la destra potrebbe candidare l'ex presidente Sebastian Pinera (2010-2014). L'attuale presidenza della socialista
Michelle Bachelet si concluderà l'11 marzo 2018 e le elezioni sono previste per la fine del 2017.
« Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano, ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento»
È il colpo di stato cileno che si consuma in un solo giorno, ma che diventa cruciale non solo nella storia della America Latina, ma del mondo intero, ingabbiato nella logica della Guerra fredda. Il bombardamento della Moneda, il palazzo presidenziale a Santiago del Cile, la fine tragica di Allende e l'entrata in scena del generale Augusto Pinochet aprono una fase storica drammatica per una parte della popolazione cilena. Si registrano, infatti, da subito, condanne, persecuzioni, torture ai danni dei sostenitori e degli attivisti dell'eterogeneo mondo della sinistra.
Alla vigilia del 43mo anniversario di quel tragico giorno, la figlia di Salvador Allende ha annunciato di volersi candidare alla presidenza del Cile. "Ho reso nota la mia volontà di candidarmi, se così vorranno i socialisti". Leader del partito socialista, come suo padre, Isabel Allende è stata la prima donna presidente del Senato della storia del Cile. La
senatrice, cugina della scrittrice sua omonima, intende presentarsi alle primarie della coalizione di centro sinistra Nueva Mayoria. Suo avversario sarà l'ex presidente socialdemocratico Ricardo Lagos (2000- 2006). In campo avverso, la destra potrebbe candidare l'ex presidente Sebastian Pinera (2010-2014). L'attuale presidenza della socialista
Michelle Bachelet si concluderà l'11 marzo 2018 e le elezioni sono previste per la fine del 2017.