Miti anni '80. Billy Idol, il bello e dannato del rock, compie 60 anni
Festeggerà i 60 anni in tour, Billy Idol, mito degli anni 80, cantando per quella "Generazione X" che non lo ha dimenticato e che ha accolto il suo ritorno sulla scena musicale accorrendo ai suoi concerti che hanno toccato la scorsa estate anche l'Italia.
Nato il 30 novembre 1955, William Michael Albert Broads, esordisce negli anni '70 come frontman della punk rock band Generation X. Il nome d'arte lo deve a un'insegnante di scuola che annota su un compito in classe la frase "William is idle" ("William è un fannullone"). Negli anni 80 inizia la carriera solista con sonorità più vicine al synthpop. Nel 1981 esce l'EP Don't Stop con i brani Dancing with Myself dei Generation X e Mony Mony, cover di Tommy James & The Shondells. Nel 1982 con Steve Stevens incide l'album che lo consacra al successo: ci sono White Wedding e ancora Dancing with Myself che lo catapultano nelle rotazioni di MTV, due brani ancora citatissimi in colonne sonore di videogames, film e serie tv.
Rebel Yell del 1984 è un successo planetario con Eyes Without A Face, Flesh For Fantasy e l'omonima Rebel Yell diventate canzoni simbolo del pop rock anni '80. Nel 1986 esce il terzo album, Whiplash Smile, che conteneva le hit To Be A Lover, Don't Need A Gun e la ballata Sweet Sixteen. Quattro anni dopo è la volta di Charmed Life, senza la chitarra di Stevens. È ancora un successo, ma neanche Billy Idol riesce a sottrarsi alla decadenza toccata a molte star degli anni '80. Così Cyberpunk del 1993 cade presto nel dimenticatoio. Per il sesto album Devil's Playground bisogna aspettare il 2005, mentre Kings & Queens of the Underground arriva nel 2014.
Allo scoccare delle sessanta primavere, Idol si è rimesso il giubbotto borchiato e gira il mondo col suo carisma intatto, col buon vecchio Stevens al fianco, con qualche ruga in più addosso e con il solito ineffabile magnifico ghigno stampato in faccia. Buon compleanno!