Un'altra tegola per Maduro: S&P dichiara il Venezuela in default parziale
Pesa il mancato rimborso di 200 milioni di interessi sui prestiti obbligazionari in scadenza nel 2019 e nel 2024. Il vice di Maduro punta il dito contro gli Usa: colpa delle sanzioni
Alle infinite tensioni politiche ed economiche in Venezuela si aggiunge un'altra cattiva notizia: ieri l'agenzia di rating Standard & Poors ha dichiarato il paese di Maduro in default parziale (selective default), a causa del mancato rimborso di 200 milioni di interessi sui prestiti obbligazionari in scadenza nel 2019 e nel 2024. Stessa cosa ha fatto oggi Fitch.
La valutazione delle due agenzie di rating arriva dopo il nulla di fatto tra i rappresentanti di Caracas e i creditori in un meeting iniziato male e finito nel caos, nel corso del quale si è tentato inutilmente di rinegoziare il debito ed evitare il default; e dopo il termine del periodo di grazia di 30 giorni concesso per pagare due obbligazioni della compagnia petrolifera pubblica venezuelana Petroleos de Venezuelan (Pdvsa) una società statale, che hanno tentato inutilmente di rinegoziare il debito del paese ed evitare il default. Quanto a Fitch, l'agenzia di rating ha dichiarato la Pdvsa in "default restrittivo".
Un altro grosso guaio per la popolazione, che vive in condizioni disumane nel paese caraibico, che con un Pil che è in caduta libera da anni e un'inflazione che oscilla tra il 700% e il 1.100% annuo, ci ricorda la situazione dello Zimbabwe alla fine degli anni 90.
Intanto, il presidente venezuelano Nicolas Maduro nella sua abituale trasmissione televisiva domenicale si è rivolto al paese rassicurando la popolazione di voler procedere a "un rifinanziamento, una ristrutturazione del debito estero e di tutti i pagamenti che deve effettuare (Cina e Russia)".
Il vicepresidente venezuelano, Tareck El Aissami, ha dato la colpa per le difficoltà nei pagamenti alle sanzioni Usa, responsabili, a suo dire, del ritardo nei pagamenti del debito di Caracas.