Coronavirus. Israele, il virus dilaga tra gli ultraortodossi
Nuovo record di contagi, il governo proroga il 'lockdown'.
Il 40% dei nuovi casi di Covid-19 diagnosticati in Israele riguarda gli ultraortodossi. Lo ha dichiarato il Commissario per la lotta al Covid, Ronni Gamzu: "I 9.000 nuovi casi non mi hanno sorpreso, perché sono stati registrati dopo lo Yom Kippur. Questo è un totale di venerdì, sabato, domenica e lunedì. Possiamo presumere che vedremo questi numeri anche oggi", ha detto alla stampa, aggiungendo: "Il 40% dei casi confermati è tra gli ultraortodossi."
Il virus ha una incidenza doppia tra gli ultraortodossi rispetto al resto della popolazione. Secondo le cifre presentate dal commissario il 28,6% dei tamponi effettuati negli ultimi giorni nelle comunità haredi sono risultati positivi. Nelle comunità arabe la percentuale è stata del 13,4 e nel resto del Paese dell'11,6.
Gamzu ha quindi difeso la decisione del governo di imporre un secondo lockdown: "Ovviamente il 'lockdown' è stato necessario. I numeri sono aumentati in modo significativo e molto rapidamente. Il 1 settembre eravamo ancora a 1.700-1.500 nuovi contagi al giorno".
Queste le cifre dell'epidemia mentre il Paese segna il nuovo record di casi: 9 mila i nuovi contagi registrati, che fanno salire il bilancio a 248 mila in totale e 1.500 morti. Il governo israeliano ha approvato una misura per estendere il 'lockdown', imposto a partire dal 18 settembre, di tre giorni, fino al 14 ottobre.
L'esecutivo Netanyahu ha anche approvato una misura per limitare le proteste e il culto nel raggio di chilometro dalla propria casa, un passo controverso per frenare la diffusione del contagio che secondo i critici mira a reprimere le proteste settimanali contro il premier.